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Ansa
Calcio

La volata Champions più lenta di sempre

Alle spalle del Napoli nessuno riesce a dare continuità ai risultati, se non in negativo. Nelle ultime 5 giornate bruciati 30 punti, spesso contro le piccole. E la quota per il quarto posto si abbassa...

Piano, pianissimo, praticamente fermi. Inchiodati in uno stucchevole surplace alle spalle del Napoli in cui nessuno vuole fare lo sforzo di strappare per primo, garantendosi un posto al sole nella volata Champions League che per tutti rappresenta il crinale di giudizio della stagione: di qua il Paradiso e di là il fallimento. Nella 26° giornata si è toccato l'apice perché Inter, Milan, Roma, Lazio e Atalanta hanno raccolto insieme la miseria di 3 punti sui 15 a disposizione e per trovare qualcuno che abbia vinto si è dovuti scendere alla Juventus che nominalmente è la settima del tabellone. E che ora, anche penalizzata, vede il quarto posto Champions distante 10 lunghezze che sono tantissime ma non una montagna impossibile da scalare, soprattutto se le altre proseguiranno nel ciapanò degli ultimi due mesi.

Perché la realtà è che non si è trattato di un caso isolato. L'andatura media alle spalle del Napoli è lentissima, come se l'addio alle ambizioni scudetto avesse tolto energie mentali a tutti. Nelle ultime 5 giornate se la sono cavata la Juventus (12 punti), Milan e Lazio (10) ma le altre hanno fatto male, come nel caso di Inter e Roma (7) o malissimo (Atalanta, 4). Raddoppiando lo spazio di visuale a 10 turni la fotografia peggiora sensibilmente. Nessuno ha tenuto la media di due punti a gara: Lazio e Juventus 19 su 30 disponibili, Roma e Inter 17, Atalanta 14 e il Milan addirittura 12.

Numeri da paura, così come il conto per cui dalla 22° alla 26° giornata le cosiddette inseguitrici hanno lasciato per strada 30 dei 69 punti che avevano a disposizione al netto degli scontri diretti, perdendo o pareggiando contro avversarie sulla carta nettamente inferiori e in alcuni casi pure già condannate dalla propria situazione di classifica. Cosa succede? In una stagione spezzata in due in cui molti hanno potuto rifare la preparazione a dicembre è difficile limitarsi a dire che si tratta di un crollo fisico. E' più probabile che c'entrino le motivazioni, venute meno con la fuga del Napoli cui resta solo da capire quando potrà festeggiare il terzo scudetto della storia.

Evidentemente la corsa a un posto nella prossima Champions League, vitale per i conti dei club, non appassiona più di tanto gli spogliatoi. C'è chi a questo deve aggiungere gli sforzi delle coppe europee e il gioco è fatto. Il risultato sono allenatori nel mirino della critica e in qualche occasione anche delle rispettive dirigenze. La posta in palio è altissima e più si abbassa la quota Champions (oggi la proiezione è 70), meno certezze ci sono per tutti. Anche perché su Inzaghi, Sarri, Pioli, Mourinho e Gasperini (in rigoroso ordine di classifica) incombe la presenza del convitato di pietra Massimiliano Allegri.

Oggi la Juventus è ai confini del giro che conta. Se dovesse recuperare interamente la penalizzazione si troverebbe paradossalmente paracadutata davanti a tutti e dietro al solo Napoli, ma se anche il punto di caduta del Collegio di Garanzia del Coni fosse una via di mezzo sarebbero dolori per tutti. Può sembrare un paradosso, però se la Corte federale avesse dato retta al procuratore Chiné e alla richiesta di condanna di 9 punti oggi i bianconeri sarebbero nella scia del gruppetto dei gamberi. Con ancora 1.080 minuti di campionato da giocare e 39 punti in palio. Buon finale di stagione a tutti.

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Giovanni Capuano