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fermo immagine tratto da Dazn
Calcio

Il Var ha sbagliato, viva il Var

Il clamoroso rigore non concesso al Torino contro l'Inter ha scatenato il dibattito sull'utilità della video assistenza arbitrale: che è il presente e il futuro, a patto di non commettere errori come quelli dell'Olimpico - ECCO COME LAVORA IL CENTRO VAR

La mancata concessione del calcio di rigore al Torino nella sfida contro l'Inter per fallo di Ranocchia su Belotti, arbitro Guida con Massa al Var, è un errore talmente evidente da non meritare nemmeno che si perda del tempo a cercarne di comprenderne le ragioni. Era difficile non vedere il contatto in campo, dove pure c'è l'alibi di una dinamica potenzialmente ingannatrice. Era impossibile non farlo dalla sala Var di Lissone con tutte le immagini a disposizione e anche il tempo, visto che il gioco è ripreso non subito ma dopo una sosta silenziosa di analisi dell'accaduto.

Dunque ha ragione il Torino a lamentarsi e non hanno torto quanti hanno assistito con fastidio e sorpresa al fatto dell'Olimpico. Tra di loro anche i vertici arbitrali, già provati da un fine settimana di fischi discutibili in una giornata non positiva per i direttori di gara. Che l'errore sia stato commesso da Guida con la complicità di Massa crea un problema non da poco al designatore Rocchi, condannato a perdere per qualche tempo due degli uomini sulla carta più affidabili ora che il campionato entra nella fase decisiva e all'orizzonte c'è, ad esempio, uno Juventus-Inter che promette scintille. A questo si aggiunge anche anche le scelte di Doveri (altro big) in Verona-Napoli non sono state all'altezza...

Il tema è diventato, però, più ampio e ha dato fiato al partito di chi vorrebbe spegnere il Var reputandolo inutile. "Se non interviene in questi casi, cosa serve?" è la tesi sostenuta da più parti col rischio di buttare via tutto sull'onda emotiva di uno sbaglio. Perché di questo si tratta: un errore (doppio) umano che nemmeno la possibilità di valutare gli episodi al teleschermo cancellerà mai.

Il disastro di Torino non è la morte del Var, come qualcuno ha teorizzato. E' la conferma che anche il Var è soggetto all'arbitrio umano e, quindi, fallibile. Non ha la precisione geometrica della Goal Line Technology e nemmeno delle righe tracciate sul fuorigioco (che in ogni caso vengono talvolta discusse). E' un uomo con le sue valutazioni dal quale si pretende, giustamente, un margine d'errore molto meno rilevante rispetto a quello concesso al collega di campo.

Massa ha sbagliato gravemente. Il Var no. Per il rigore non concesso a Torino ce ne sono altri mille dati o revocati per i quali si è fatta giustizia. Agli arbitri e a chi li governa bisogna chiedere di lavorare sull'uniformità, obiettivo ancora distante pure nella casistica di chiamata alla revisione delle immagini, e di garantire che a chi sbaglia venga chiesto conto dell'errore. Non per una foga punitiva, ma per una ragionevole affermazione del principio di responsabilità. Quindi il Var ha sbagliato, viva il Var: da proteggere anche dicendo ad alta voce e senza remore che a volte esistono errori che sono semplicemente errori, non richiamano spiegazioni complesse o tentativi di giustificazione. Errori. Poi si va avanti.

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Giovanni Capuano