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Calcio

La Serie A sceglie lo spezzatino tv: ecco perché

Audience da ottimizzare a caccia di nuovi incassi, le perplessità tecniche su DAZN e una stagione che avrà un super sabato all'inglese (usando il modello spagnolo) - QUANTO COSTERA' IL CALCIO IN TV

I maligni sostengono che sia un favore a DAZN per evitare contemporaneità nelle partite e, quindi, il rischio di nuovi blackout tecnologici come quello della domenica nera con i tifosi di Inter-Cagliari e Verona-Lazio costretti a rinunciare alle gesta dei loro beniamini. Difficile possa essere la ragione della svolta, visto che i picchi di ascolto sono nei match serali (dove si va dal milione in su) mentre nelle partite del pomeriggio spesso si resta a qualche decina o centinaia di migliaia di contatti, troppo poco per rappresentare un allerta vera anche per una piattaforma.

Versione smentita anche dai piani alti della Lega Serie A che si appresta, però, a compiere l'ultimo passo verso il futuro e quello decisivo per dire addio, una volta per tutte, alla domenica della radiolina e delle sfide di A che si giocavano alla stessa ora. Non è più così da tempo e anche quel frammento minimo che ci lega al pomeriggio del giorno di festa santificato al campionato sta per cedere.

Il progetto è una rivoluzione totale a partire da settembre: 10 partite ogni week end in 10 slot differenti. Si comincia il sabato alle 14,30 per proseguire alle 16,30 con serata divisa in due alle 18,30 e 20,45. Alla domenica stesso schema con l'aggiunta del lunch match delle 12,30 (ormai una tradizione che paga anche in termini di ascolti). E per chiudere il Monday Night delle 20,45 che è uno dei tre spazi acquistati da Sky Sport in co-esclusiva con DAZN. Piaccia o no, la Serie A non è la prima a sperimentarlo visto che già in Spagna la Liga già da anni ha abolito qualsiasi contemporaneità con l'aggiunta che una gara va in chiaro, come anche la Lega pensava di fare prima di assegnare a Sky il pacchetto numero 2 chiudendo ogni contenzioso.

Di sicuro la svolta verso lo spezzatino, che non piacerà ai nostalgici ma su questo in via Rosellini sono pronti a farsene una ragione, rappresenta un regalo a DAZN. Al netto delle questioni tecnologiche, smentite, consentirà alla piattaforma di ottimizzare la vendita della pubblicità sui singoli eventi e di aumentarne l'audience perché questo dicono gli studi dei club. La curva dei dati tv si è un po' appiattita nelle ultime stagioni e questo può essere uno stimolo interessante per tutto il sistema, a caccia di appeal e di denaro fresco per bilanciare anche i problemi nati con la vendita dei diritti internazionali nell'area asiatica, dove la scelta di giocare la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita ha causato l'uscita di scena del Qatar e un buco di qualche decina di milioni di euro.

Lo spezzatino ha ottime chance di essere approvato in assemblea, anche se non raccoglie la totalità dei consensi e ha anche qualche controindicazione. Di certo lascia perplessi quelli che ragionano su un cambiamento del format, in senso migliorativo per il partner che ha vinto l'asta, a così breve distanza dalla chiusura della gara per l'assegnazione. DAZN ha speso 840 milioni di euro per un prodotto che prevedeva 7 slot dal sabato al lunedì e se ne trova in tasca 10. Un affare non da poco che fa nascere una domanda: quanto si sarebbe potuto chiedere presentando da subito la novità? Qualche altro operatore sarebbe stato interessato?

La risposta è che l'opzione era stata presentata in sede di trattativa privata e, dunque, non c'è alcuna novità che non fosse stata messa nel conto. Anzi, lo stesso bando prevedeva l'ipotesi che ci potessero essere ulteriori modifiche alla struttura del campionato, date e orari compresi. Di sicuro la Serie A ragiona in autonomia rispetto a tutto il sistema e non deve sorprendere; era già accaduto con la Coppa Italia chiusa alla Serie C su cui alla fine è stato trovato un compromesso. In tempi di crisi l'unico obiettivo è ottimizzare ricavi e risorse.

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Giovanni Capuano