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Ansa
Calcio

La normalizzazione di Ronaldo

La panchina di Udine dopo un'estate di silenzi e imbarazzi, le indiscrezioni sul mercato, la scelta di Allegri e una Juventus che scopre di poter fare a meno del portoghese

La clamorosa panchina di Cristiano Ronaldo a Udine nel debutto di campionato, a poche ore dalla garanzia data da Allegri sulla permanenza del portoghese a Torino, ha sollevato il velo sul grande caso dell'estate. Che CR7 pensasse a un addio anticipato di un anno rispetto alla scadenza del contratto non è un mistero, così come il fatto che il club fosse pronto alla separazione così da liberare risorse importanti in un bilancio sotto fibrillazione causa Covid. E lo stesso vale sulla posizione del tecnico tornato bianconero dopo due anni di sperimentazioni.

Ma che a meno di dieci giorni dalla fine del mercato la questione fosse ancora così aperta era difficile da immaginare e il pomeriggio di Udine ha certificato la situazione. Ufficialmente Ronaldo è rimasto in panchina un'ora per scelta tecnica, spiegata dallo stesso Allegri come decisione presa tenendo conto della condizione generale del portoghese e dei compagni. Gestione della rosa trattando tutti allo stesso modo, CR7 e l'ultimo dei giovani, tanto che anche due campioni d'Europa come Chiellini e Chiesa sono partiti dalle riserve. Poi è entrato e nel finale si è visto cancellare per un fuorigioco millimetrico il colpo di testa che avrebbe evitato la beffa del pareggio subito in rimonta per mano dell'Udinese.

Un processo di normalizzazione nei fatti che segue le parole delle scorse settimane, quel richiamo a Ronaldo a mettersi a disposizione della squadra e ad aiutarla non solo con i gol (che non sono mai mancati), ma anche con la sua esperienza e leadership. Dare di più rispetto al passato, soprattutto alla parte finale della scorsa stagione in cui il portoghese, prima di partire per l'Europeo, era parso aver staccato la spina una volta eliminato dalla Champions League.

La panchina di Udine è stata accompagnata da spifferi ancora più imbarazzanti per entrambe le parti: fuori per richiesta esplicita del giocatore per nulla convinto di dover restare a Torino e speranzoso in una soluzione di mercato in extremis. Versione smentita dalla Juventus per bocca del vice presidente Pavel Nedved: "Resterà qui". Voci che chiudono la settimana del 'No, grazie' del Real Madrid, del messaggio di chiusura di Ancelotti e dello sfogo social del campione che si sente descritto in maniera irrispettosa da chi racconta il lavoro del suo procuratore per cercargli - a vuoto - un'alternativa qualsiasi alla permanenza alla Juventus.

Chi ha seguito la fase di preparazione della squadra di Allegri lo ha descritto come distaccato, un linguaggio del corpo poco promettente per la Juve. Di sicuro Ronaldo non ha mai chiuso in maniera chiara e definitiva il dibattito sul suo futuro e la panchina al debutto in campionato non può che alimentare le polemiche. La sintesi della prima domenica della stagione è semplice: dopo averlo annunciato, Allegri si è messo a trattare Ronaldo come gli altri anche con i fatti. Quanto durerà? Se la convivenza dovrà proseguire per assenza di offerte la sensazione è che sarà così a lungo. In fondo l'uomo scelto per essere simbolo e perno è Dybala, pur col suo contratto in scadenza. Alla chiusura delle trattative manca ancora qualche giorno: troppo poco per immaginare colpi di scena, a meno che il processo di normalizzazione non sia altro che l'anticamera di un divorzio a qualsiasi costo.

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Giovanni Capuano