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Ansa
Calcio

Ibrahimovic, la nazionale dopo Sanremo: quando pensa al Milan?

Lo svedese torna convocato 5 anni dopo l'addio. Chiamato per le partite (3) di marzo in una stagione in cui ha saltato per infortunio metà delle gare con il club che lo paga

Zlatan Ibrahimovic torna in nazionale, riannoda il filo con la Svezia che si era rotto l'ormai lontanissimo 22 giugno 2016 dopo l'eliminazione dall'Europeo nel girone comprendente anche l'Italia di Conte, senza gol per Zlatan e senza soddisfazioni per la sua squadra. Ci torna nell'anno di un altro Europeo, dopo aver ricucito con il ct Andersson dimenticando cinque anni di battute e polemiche tracimate nel famoso "incompetente" riferito proprio al tecnico che non utilizzava Kulusevski. Era il settembre scorso, non è trascorso nemmeno un anno, ma pare un'era geologica fa perché la voglia di recitare sull'ultimo palcoscenico internazionale di un campione che ha dato il meglio di sé nei campionati nazionali è stata più forte di tutto.

Ibra torna a vestire la maglia della nazionale e lo fa da subito, nelle tre gare della pausa Fifa di marzo in cui ci sono in palio punti importanti nella corsa al Mondiale del 2022. Lo fa mettendosi a disposizione e rispondendo alla convocazione per le sfide ufficiali contro Georgia e Kosovo e nell'amichevole con l'Estonia. Tre impegni in mezzo a un'annata che fin qui ha riservato allo svedese più tribuna e infermeria che campo o quasi: 21 partite giocate e 20 saltate per Covid o infortunio. Non il massimo per un calciatore che a ottobre compirà 40 anni e che sta mostrando qualche segno evidente di logorio fisico e di difficoltà a gestire la frequenza degli appuntamenti di una stagione con i calendari iper compressi.

Ecco. Al di là della gioia di poter godere della sua classe a giugno nell'Europeo (che si spera itinerante), la domanda sorge spontanea: la scelta di tornare in nazionale, comprensibile per le aspirazioni dell'atleta, non è un atto di egoismo nei confronti del Milan? Ibrahimovic farà appena a tempo a tornare disponibile per il club che lo paga profumatamente - 7 milioni netti - e che ne avrebbe bisogno nella volata Champions League, poi volerà in Svezia. Non per fare il turista. Quindi riaffronterà il tour de force rossonero che a questo punto si salderà con l'Europeo e, dopo breve vacanza, da metà agosto lo riprecipiterà nella nuova stagione.

Sempre se ci sarà l'accordo per il rinnovo di contratto e se si troverà un equilibrio tra domanda e offerta. Perché fin qui Ibrahimovic si è guadagnato larga parte dello stipendio che il Milan gli gira tutti i mesi, anche considerando il suo apporto nello spogliatoio. Ma è un dato di fatto che la sua stagione è stata anche un continuo susseguirsi di problemi fisici: il Covid e poi tre stop muscolari. A mezzo servizio, fino a che punto deve investirci Maldini? C'è una traccia di egoismo nella scelta di tornare in nazionale proprio adesso, lo stesso che ha caratterizzato la partecipazione nella settimana di Sanremo imposta per contratto al club ma di sicuro non del tutto coerente con lo stile di vita professionale di un quarantenne che deve gestire al meglio le proprie forze.

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Giovanni Capuano