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Ansa
Calcio

La Corte di Giustizia UE concede il primo round a Uefa e Fifa contro la Superlega

La partita però è tutt'altro che chiusa e di Superlega sentiremo ancora parlare - LE VERA POSTA IN PALIO DAVANTI ALLA CORTE UE

Fine del primo tempo, a primavera ci sarà il verdetto finale anche se dopo la pubblicazione delle conclusioni dell'avvocato generale della Corte di Giustizia UE, il greco Athanasios Rantos, le possibilità che la Uefa esca vincitrice nel confronto sul suo monopolio sono cresciute. La ragione è contenuta nelle 50 pagine con cui l'avvocato ha affermato il principio che le norme contenute negli statuti della Fifa e della Uefa, secondo cui chi vuole organizzare una qualsiasi nuova competizione deve farsi autorizzare dalle stesse, sono compatibili con il diritto della concorrenza nell'Unione. Il monopolio di Nyon (e Zurigo) esiste, spiega l'avvocato Rantos, ma deve essere tollerato in nome di un bene superiore anch’esso contenuto nelle sacre carte dell’Unione all'articolo 165 del Trattato di Lisbona che riconosce allo sport una specificità derivata dalla sua funzione sociale. Calcio compreso.

Un'industria che si può muovere ai confini di quanto previsto dal regolamento in materia di concorrenza della stessa Unione Europea, insomma. Scrive Rantos: "Le norme non vietano a Fifa e Uefa e alle loro federazioni o alle loro leghe nazionali di minacciare sanzioni nei confronti dei club affiliati, qualora questi ultimi partecipino a un progetto per l'istituzione di una nuova competizione che rischierebbe di pregiudicare gli obiettivi legittimi perseguiti da tale federazioni di cui essi sono membri".

Apparentemente una pietra tombale sulla Superlega, peraltro già defunta nell'aprile 2021 nel format allora presentato, e su qualsiasi altra iniziativa futura. In realtà la battaglia da qui alla primavera, quando a pronunciarsi definitivamente saranno chiamati i 15 giudici della Corte che dovranno stabilire se tenere conto o no del parere dell'Avvocatura (in genere la media e 66% ma per Rantos pare si scenda di qualche punto), si giocherà su tanti dettagli. Ad esempio, lo stesso avvocato greco specifica, rispondendo a uno dei sei quesiti sottoposti tra Tribunale Mercantile di Madrid cui i club si erano rivolti, che le sanzioni "non sono proibite" dalle norme comunitarie ma nel caso dei calciatori vanno considerate "sproporzionate" ed eccessivamente penalizzanti, sia nei confronto dei singoli giocatori che eventualmente delle nazionali che se ne vedrebbero privati dal bando imposto dalla Fifa.

E allo stesso tempo, anche la partita intorno alle regole per rendere possibile l'iniziativa di un organizzatore privato sarà lunga e difficile. L'Avvocatura generale della Corte di Giustizia UE dà ragione alla Uefa nello spiegare che può mettere in campo armi dissuasive verso i 'ribelli', però afferma che dalla situazione evidente di monopolio discende anche la responsabilità di non escludere eventuali terzi dal mercato "indebitamente". Dunque le regole di partenza devono essere chiare, oggettive e il più possibile dettagliate per evitare abusi.

Su una cosa il documento inviato alla Corte, che da oggi comincerà a lavorare sul caso, non lascia molto spazio a interpretazioni. Il calcio ha un valore sociale tale per cui qualsiasi modello deve rispondere ad alcuni parametri: struttura piramidale che parte dalla base dei dilettanti e sale fino ai professionisti, tutela del merito sportivo (no a competizioni chiuse o semi-chiuse che non prevedano promozioni o retrocessioni) e redistribuzione finanziaria delle risorse perché tutto il movimento cresca e si radichi. Un'affermazione di principio che potrebbe rendere discutibile anche l'attuale e prossimo format della Champions League, sempre più un club ristretto di società ricche e con la possibilità di spendere.

In ogni caso, con in mano questo documento le parti arriveranno all'ultimo round della contesa. Difficile immaginare uno spazio si trattativa nei prossimi mesi dopo che il primo e unico incontro tra l'uomo di A22 Sports, il tedesco Berndt Reichart, e i vertici della Uefa è finito a stracci tra comunicati di fuoco e smentite incrociate. Sullo sfondo l'assetto futuro del calcio. Una cosa Juventus, Real Madrid e Barcellona hanno ottenuto: che una terza parte mettesse nero su bianco che esiste un monopolio. Nel calcio. Perché altrove lo sport europeo ha accettato il compromesso come nel rugby (Sei Nazioni), basket (Eurolega) e ciclismo (i grandi giri e le classiche più importanti). Cosa accadrà dalla prossima primavera al pallone?

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Giovanni Capuano