Burundi, i golpisti si arrendono, arrestato il capo della rivolta
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Burundi, i golpisti si arrendono, arrestato il capo della rivolta

Fallito il tentato colpo di Stato contro il presidente hutu Nkurunziza, ma le opposizioni promettono nuove proteste

15 maggio

Il generale che ha guidato il tentato colpo di Stato in Burundi, Godefroid Niyombare, è stato arrestato. Lo ha fatto sapere un portavoce della presidenza. "È stato arrestato, non si è arreso", ha specificato, aggiungendo che sarà portato davanti alla giustizia. Ha sottolineato anche che il presidente Pierre Nkurunziza sta andando a Bujumbura, dalla sua casa nella regione di Ngozi.

Stamattina erano stati arrestati altre tre alti ufficiali alla guida dei ribelli. Tra loro un generale della polizia e due dell'esercito, tra cui l'ex ministro alla Difesa Cyrille Ndayirukiye.

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Un gruppo della società civile del paese annuncia però nuove proteste contro il presidente Nkurunziza, contro la sua candidatura a un terzo mandato. L'annuncio, dato la vice leader del movimento Focode, Gordien Niyungeko, arriva dopo che nelle precedenti proteste sono morte oltre 20 persone e dopo il tentato colpo di stato. Il gruppo è uno dei circa 300 che hanno sostenuto le precedenti manifestazioni. Intanto, alcuni giovani di Cibitoke, sobborgo di Bujumbura, hanno denunciato che la polizia ha minacciato di sparare contro di loro, se manifesteranno di nuovo.


14 maggio

Mentre per le strade della capitale Bujumbura si combatte e ci sono i primi morti, il presidente Pierre Nkurunziza, deposto ieri in un tentativo di golpe militare, si è rifatto vivo con un tweet, dicendo di essere rientrato in patria, mentre i militari a lui fedeli affermano di avere saldamente in pugno i punti strategici.


Nel messaggio di Nkurunziza, apparso sull'account Twitter presidenziale, si legge: "Ringrazio l'esercito e la polizia per il patriottismo che hanno dimostrato. E soprattutto ringrazio il popolo del Burundi per la sua pazienza", annunciando che "i combattimenti sono terminati". Ma nella capitale ci sono stati scontri tra le truppe golpiste, comandate dal gen. Godefroid Niyombare, e quelle fedeli a Nkurunziza e cinque soldati sarebbero rimasti uccisi.

Nelle strade si sentono crepitare le armi automatiche e si odono anche esplosioni. I combattimenti più intensi hanno riguardato la zona attorno alla sede dell'emittente pubblica Rtnb, da cui i fedeli del presidente affermano di aver respinto un attacco dei golpisti. In mezzo ai combattimenti si vedono anche poliziotti e alcuni civili impauriti che sventolano fazzoletti bianchi o croci per non essere colpiti.   

Secondo il capo di stato maggiore (fedele a Nkurunziza), gen. Prime Niyongabo, "controlliamo tutti i punti strategici nel Paese. Il Burundi è una nazione democratica. L'esercito non interferisce con la politica. Siamo obbligati a sottometterci alla costituzione".

Il presidente èstato deposto due giorni fa dal golpe del gen. Niyombare, al culmine di settimane di scontri e violenze esplosi il 26 aprile dopo l'annuncio del capo dello stato che avrebbe corso per un terzo mandato presidenziale: una violazione, secondo gli oppositori, della costituzione che pose fine a una lunga guerra civile. Il colpo di stato è stato annunciato da Niyombare alla tv mentre Nkurunziza si trovava in visita nella vicina Tanzania. Paese, questo, che si è subito adoperato per venire a capo della crisi del piccolo vicino e il cui presidente, Jakaya Kikwete, ha condannato il colpo di stato - come hanno fatto anche il Consiglio di sicurezza dell'Onu e l'Unione africana - facendo appello al ritorno alla legalità e all'ordine costituzionale. Un appello alla calma è stato lanciato oggi anche dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon.

Tentato golpe in Burundi

Burundi, proteste a Bujumbura, 13 maggio 2015.

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