Dopo aver ricevuto l’onore di essere la prima a livello nazionale premiata come patrimonio immateriale Unesco, la cucina italiana figura anche ai vertici delle ricette più buone a livello globale. Già, perché come ogni anno, Taste Atlas ha stilato la classifica dei 100 migliori piatti al mondo. 453.720 valutazioni valide per 11.781 piatti presenti nel proprio database, e l’Italia ha monopolizzato il podio delle capitali mondiali della gastronomia: andando in ordine, Napoli, Milano e Bologna occupano le prime tre posizioni. Vediamo invece insieme quali sono stati premiati come migliori piatti in assoluto.
Il piatto più buono al mondo viene dal Paraguay
In prima posizione troviamo il vori-vori, che vince con un punteggio di 4,7. È una zuppa tipica del Paraguay, composta di piccole palline di farina di mais e formaggio cotte in un brodo di pollo, verdure ed erbe aromatiche. L’origine di questa ricetta è particolarmente antica, ma ancora oggi il vori-vori si può mangiare sia nelle regioni rurali sia in quelle urbane del Paese, in particolare nei piccoli ristoranti. È tipico anche dei menu casalinghi, tanto che ogni famiglia tende a fare una sua piccola aggiunta o modifica per personalizzarlo. Un concetto abbastanza simile alla pasta in Italia, dove ognuno a casa sceglie il condimento che preferisce, e magari aprendo il frigo e valutando gli ingredienti, si inventa anche qualcosa di fantasioso.
Non poteva mancare la pizza
Il resto del podio è tutto italiano. In seconda piazza uno dei piatti italiani per antonomasia: la pizza. Taste Atlas specifica «pizza napoletana», e consiglia i migliori ristoranti in cui mangiarla «fatta ad arte»: Antica Pizzeria e Friggitoria Di Matteo, Gino e Toto Sorbillo, L’Antica Pizzeria da Michele. Si tratta ormai di istituzioni molto conosciute anche a livello internazionale, tanto che l’ultima è stata da poco eletta la Migliore catena artigianale di pizzerie nel mondo del 2025. Ricordiamo che l’Arte del pizzaiuolo napoletano è stata riconosciuta nel 2017 anche dall’Unesco, che ha riconosciuto la maestria dei pizzaioli napoletani nel modellare due elementi di base come acqua e farina, tra le materie prime caratteristiche della dieta mediterranea (patrimonio a sua volta).
Il tartufo bianco d’Alba e l’eredità di Slow Food
Al terzo posto, infine, una specialità piemontese rinomata come i tajarin al tartufo bianco d’Alba. Si tratta di una pasta fatta a mano e condita con il prezioso tartufo bianco tipico di Alba grattugiato fresco, burro, pepe, e una grattata di Parmigiano Reggiano. I tajarin (o tagliolini) so trovano nella regione che ha reso grande l’Italia gastronomica grazie a Slow Food. Proprio a Bra, ad appena una ventina di chilometri da Alba, nacque nel 1986 Slow Food, un’organizzazione che ha preso rapidamente piede a livello mondiale e che promuove non solo i piatti nazionali, ma la cultura alimentare italiana più profonda: quella di un cibo legato alla tradizione contadina.
Gli altri piatti italiani in classifica
Non solo il podio, l’Italia chiude anche la top 10, con le pappardelle al cinghiale (tipiche del grossetano e poi diffusesi anche in altre zone del Centro) che si classificano in decima posizione. Fra le ricette nazionali, nella lista figurano anche bistecca alla fiorentina, tagliata di manzo, parmigiana di melanzane, tagliatelle al ragù, risotto ai funghi porcini, linguine allo scoglio, fritto misto di pesce. Forse un po’ a sorpresa, la carbonara è solamente 89esima, seguita al 90esimo posto dalle lasagne alla bolognese. Resta comunque il messaggio che la qualità della cucina italiana, che sia l’Unesco o Taste Atlas o qualsiasi altro «giudice gastronomico», è una delle più apprezzate al mondo. Noi italiani ne eravamo già convinti.
