Berlusconi: il nuovo Presidente non sia di sinistra
ANSA /Ettore Ferrari
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Berlusconi: il nuovo Presidente non sia di sinistra

I requisiti che l'ex premier pretende dal nuovo capo dello Stato sembrano escludere diversi nomi

Un presidente della Repubblica di garanzia per tutti. Alla fine di un pomeriggio trascorso alla convention dei club Fi (a cui erano presenti anche esponenti del movimenti giovanile del partito), Silvio Berlusconi pur senza sbilanciarsi nei dettagli, inizia a delineare l'identikit del futuro Capo dello Stato che possa ottenere il suo via libera: "Dopo tre presidenti di sinistra credo sia giusto pretenderne uno garante di tutti e non solo di una parte politica". Un esponente al di sopra delle parti in grado di ottenere il consenso dei 150 grandi elettori azzurri.

I requisiti chiesti dal Cavaliere sembrano, sulla carta, escludere una serie di nomi che da giorni tengono banco nei capannelli in Transatlantico. In realtà, spiegano i fedelissimi, la trattativa con il Pd è appena iniziata: i segnali che arrivano da Renzi sono positivi - avrebbe confidato ai suoi - credo che alla fine si arriverà ad un nome ragionevole. Pù che l'estrazione politica infatti, quello su cui Berlusconi è attento è "la sensibilità" mostrata dai possibili candidati su temi chiave come quello della giustizia.

Il percorso è lungo e prima di arrivare a stringere sul nome, l'ex capo del governo deve sapere su quanti numeri può contare. Un primo bilancio sarà fatto nella riunione con i senatori allargata anche agli esponenti di Popolari per l'Italia. L'obiettivo infatti è quello di infoltire le truppe per poter avere maggior peso nella trattativa con il Pd. Ed è per questo che il Cavaliere ha bisogno innanzitutto di recuperare Raffaele Fitto, il capo della fronda interna, che può contare su un seguito di almeno 40 parlamentari.

I contatti tra i due sono stati avviati e non è escluso che a breve possa esserci un incontro. Il peso dei fittiani infatti puo' incidere sia per l'elezione del futuro inquilino del Colle così come per il prosieguo delle riforme ed in particolare della legge elettorale. La riunione con i senatori azzurri servirà a tentare di sminare il campo dai malumori dei malpancisti che però sembrano pronti ad andare avanti con la loro battaglia contro le modifiche all'Italicum.

La situazione rischia di esplodere - lo dimostra il nervosismo tra i banchi azzurri - ed è per questo che l'ex premier ha avviato i contatti per un 'faccia a faccia' con l'ex presidente della Puglia. Una tregua in vista del suo rientro in campo previsto per il mese di marzo. La prima uscita pubblica dell'anno all'auditorium del Divino Amore (dove era presente anche la sua compagna Francesca Pascale) è intanto servita a Berlusconi per mandare un segnale chiaro: "Siamo a meno cinque punti dal centrosinistra. Forza Italia soffre perché non ha un leader che può parlare o circolare" ma, promette, oltre al ritorno sulla scena pubblica a breve partirà anche la "rifondazione" del partito. Berlusconi riconosce nel calo dei consensi la decisione di tener fede al patto del Nazareno: quell'accordo "ci è costato e ci costa, ma la nostra coerenza ci impedisce di non votarle queste riforme, anche se le chiede la sinistra, perché vanno nella direzione giusta".(ANSA).

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