Berlusconi è finito! Sicuri?
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Berlusconi è finito! Sicuri?

Tutti raccontano la fine del leader di Forza Italia. Molti hanno paura dell'ennesimo colpo di coda - Le limitazioni - La Sacra Famiglia  - L'analisi

Berlusconi trattato come cittadino normale. Le 10 pagine di ordinanza del Tribunale di sorveglianza che fissano modi e limiti  (leggi qui ) della pena che il leader di Forza Italia sconterà nei prossimi mesi ha il pregio del buonsenso, della giustizia che ritrova la sua misura. Giusta o ingiusta che sia la condanna, la sua applicazione è ragionevole. No al volontariato all’interno del centro di ippoterapia di proprietà dello stesso Berlusconi, per non “svilire, se non vanificare, il significato” dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Sì però alla misura dell’affidamento, perché al condannato non si richiede il mea culpa, “ha il diritto di dichiararsi comunque innocente o vittima di errore giudiziario… Pentimento o autocritica attengono alla sfera intima della persona”.

Certo, alcune notazioni risultano (in)volontariamente surreali, ma perché surreale è la situazione di un quattro volte presidente del Consiglio forte di 9 milioni di voti per il quale comincia adesso un percorso di “rieducazione”. Surreale pure il dato di opinioni negative su una certa “mafia dei giudici”, tollerate dal Tribunale in quanto lo stesso Berlusconi in una memoria ha precisato che si trattava di un frasario politico rivolto ai propri elettori. I giudici non si sono posti il problema (e hanno fatto bene) della sua cosiddetta “agibilità politica” in campagna elettorale. Il risultato, però, è che il leader di Forza Italia potrà comiziare. Potrà “giocare” sulla pena e la sua esecuzione. Alludere senza dire. Ed essere anche più efficace facendo intendere. Presentarsi come vittima e insieme rilanciare. Combattere come ha sempre fatto (nessun dubbio che sia un lottatore). Spremere ironia, alimentare simpatie. Fare propaganda di sé. 

Tutti discettano sul tramonto di Berlusconi e non c’è dubbio che prima o poi la parabola debba intraprendere la sua fase calante. Dopo vent’anni è normale. È la vita. È la politica. Ci sarà un dopo-Berlusconi, anche se nel centrodestra il nuovo ancora non si vede. Non ci sono più delfini. Quelli che c’erano boccheggiano fuor d’acqua, fuori da Forza Italia. Resistono grazie non a una propria capacità di leadership, ma in virtù delle clientele di ras locali che hanno preferito continuare a pascolare negli orticelli di governo. Anche questa è politica, del resto. Si chiama NCD e (non) è il Nuovo Centrodestra. 

Tutti discutono sul “cerchio magico” che avrebbe blindato il capo e aiutato la diaspora. Tutti discutono sugli ultimi giorni dell’Impero (il paragone ha senso). Tutti riflettono sulla possibilità che qualcuno sorpassi nei consensi il “grande vecchio” dei moderati italiani. Tutti danno per scontato che il Cavaliere in questa campagna elettorale sparerà le ultime cartucce. Tutti fanno il conto dei fedelissimi che lo hanno abbandonato o stanno per farlo (Bonaiuti docet). Ma tutti in realtà continuano a parlare di Berlusconi o perché ne hanno paura (gli avversari) o perché sperano nel colpo di coda, di reni, di scena (i forzisti).

L’uomo ha dato più volte prova, in passato, di esserne capace. In qualche modo resta un protagonista, anche se non esce allo scoperto. Anche se è sotto botta della magistratura. Anche se viene tradito e abbandonato da chi ritiene di poter galleggiare meglio in altre lagune, altre paludi. Le difficoltà lo galvanizzano. Un premier si dimette, un leader no. Il cerchio deve ancora chiudersi. 

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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