Assenteismo e doppio lavoro: la truffa milionaria dei dipendenti pubblici
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Assenteismo e doppio lavoro: la truffa milionaria dei dipendenti pubblici

Il ministro Madia parla di licenziamento. Ma in dodici mesi 1.274 dipendenti infedeli hanno guadagnato oltre 6 milioni in nero, con un danno all'Erario di 15 milioni

"Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va, deve essere licenziato". Il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, è stata molto chiara. “Licenziare”, è il verbo usato dal ministro che dopo i recenti fatti di Sanremo, si esprime senza giri di parole.

“Non tutti i dipendenti pubblici però sono fannulloni- ci tiene a precisare la Madia – e non bisogna cadere nelle trappola del "luogo comune"”. Ovviamente davanti agli ultimi vergognosi fatti di cronaca scoperti dalla Finanza in Liguria, il ministro non può non riconoscere il problema dell’assenteismo come una delle piaghe della Pubblica Amministrazione da “curare” urgentemente mandando a casa il dipendente infedele.

I fatti di Sanremo e in particolare il dipendente che viene ripreso a timbrare il cartellino in mutande hanno indignato l’Italia, ma gli italiani e soprattutto il Governo, sembrano essersi dimenticati i dati sconvolgenti della Guardia di Finanza relativi ai dipendenti pubblici con il doppio lavoro “scovati” solo due anni fa.

Lavoro nero

In dodici mesi 1.274 dipendenti pubblici hanno guadagnato con il doppio lavoro, illegale e rigorosamente “in nero” una vera fortuna, anzi, un tesoretto da mini manovra finanziaria: 6 milioni di euro. Assicuratori, idraulici, consulenti, elettricisti e persino badanti che prestavano i loro servizi a pagamento sia durante l’orario di lavoro, dopo aver timbrato il cartellino, che a chiusura giornaliera degli uffici. Mansioni e lavoretti che hanno creato un danno allo Stato italiano di oltre 15 milioni di euro, a tanto infatti ammonta il valore delle sanzioni che la Guardia di Finanza gli ha contestato. Questo è accaduto nel 2013.

I licenziamenti

Ma dal monitoraggio della Funzione Pubblica, dati relativi proprio al 2013, emerge come su quasi 7 mila procedimenti, quelli conclusi con licenziamento, siano solo 220 e tra questi solamente un centinaio per assenteismo. Un dato vergognoso davanti a prove davvero schiaccianti come quelle che vengono fornite dalle telecamere piazzate nel corso delle indagini effettuate dalla Finanza.

E sulla questione assenteismo e fannulloni, interviene anche l'ex ministro della P.A, Renato Brunetta, che ricorda come la legge per mandare a casa e licenziare definitivamente i dipendenti pubblici che non lavorano esiste già ed è il decreto legislativo 150 del 27 ottobre 2009. Insomma, per l'attuale presidente dei deputati di Forza Italia "c'è già tutto, basta applicare le leggi". In effetti il licenziamento disciplinare è espressamente previsto per la "falsa attestazione della presenza in servizio" e si fa cenno proprio "all'alterazione dei sistemi di rilevamento" e ad "altre modalità fraudolente", così da coprire tutti i possibili casi assenteismo e truffa ai danni della Pubblica amministrazione.

Ma la riforma della P.A. del Governo Renzi, prevede proprio un restyling della legge Brunetta, o meglio dell'azione disciplinare che oggi segue un meccanismo con diversi passaggi e attori. Il decreto attuativo che porterà a un nuovo testo unico sul pubblico impiego non farà però parte del primo pacchetto di provvedimenti applicativi della riforma. Bisognerà infatti aspettare il 2016.

I "furbetti del cartellino" a Sanremo

ANSA/ GUARDIA DI FINANZA
Il fermo immagine tratto da un video diffuso il 22 ottobre 2015 dalla Guardia di Finanza mostra un assenteista del Comune di Sanremo mentre timbra il cartellino

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