Anna Maria Tarantola scrive ai dipendenti Rai: ecco la mail
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Anna Maria Tarantola scrive ai dipendenti Rai: ecco la mail

La neo presidente indica il futuro di viale Mazzini in una lettera (che pubblichiamo in esclusiva) inviata a tutti i lavoratori del servizio pubblico: più sobrietà, più attenzione alle risorse interne, tagli. Anche il sindacato giornalisti pare apprezzare

Poche righe di commiato da parte dell'ex direttore generale Lorenza Lei, due pagine e mezza di dichiarazioni di intenti dal nuovo presidente Anna Maria Tarantola.

Il cambio al vertice della Rai si palesa ai dipendenti del servizio pubblico radiotelevisivo sotto forma di e-mail che Panorama.it pubblica in esclusiva. Due distinti messaggi recapitati nella posta aziendale di giornalisti, tecnici, impiegati e funzionari dell'azienda di viale Mazzini.

La Rai, come dimostrano i numeri e le performance editoriali – rivendica il dg uscente, che fino all'ultimo ha tentato di rimanere al suo posto, giocandosi anche la carta del faccia a faccia con il premier Mario Monti - ha intrapreso la via del risanamento”. Lorenza Lei ricorda di aver preso in mano la Rai “dopo cinque anni di bilancio in perdita”, eredità del suo predecessore Mauro Masi (ma questo non lo scrive) e di aver riequilibrato i conti “attraverso una serie di interventi ed azioni sui costi esterni”.

Una politica di tagli che non è piaciuta ai dipendenti, che hanno denunciato – con agitazioni e scioperi – l'impoverimento del prodotto a tutto vantaggio della concorrenza.

Oggi, le intenzioni della neopresidente, voluta dal governo tecnico a capo della Rai, sembrano diverse. A partire dalla irrituale condivisione delle con i lavoratori dell'azienda delle sue “riflessioni – come si legge all'inizio della sua mail – che ha ritenuto sottoporre al Consiglio di Amministrazione”, per rilanciare il servizio pubblico.

Un'iniziativa, quella della Tarantola, molto apprezzata dai dipendenti dell'azienda, "abbiamo molto apprezzato sia la lettera che la visita fatta nel giorno del suo insediamento in tutti gli uffici di viale Mazzini - dice a Panorama.it Carlo Verna, segretario dell'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai - condividiamo quanto ha dichiarato e scritto: quando parla di eccellenza, di qualità del prodotto, di trasparenza, affronta temi che ci sono molto cari. L'Usigrai, per esempio, ha condotto una battaglia contro le chiamate dirette, inaccettabili in un'azienda pubblica finanziata anche con i soldi dei cittadini. Mi dispiace solo che in Rai si debba sempre partire con una polemica come quella sul nuovo direttore generale Luigi Gubitosi che con il suo curriculum non credo abbia bisogno della garanzia di un contratto a tempo indeterminato".

Nella sua mail ai dipendenti la presidente Tarantola sottolinea “la speciale natura dell'azienda Rai che le viene dall'essere anche Servizio pubblico”. Con quella “S” maiuscola, proprio a sottolineare la necessità di avere “una particolare cura nel prodotto”.

La sua esperienza in Bankitalia non permette alla Tarantola di ignorare le questioni finanziarie della Rai, che registra un calo di raccolta pubblicitaria che si aggiunge alla pesante evasione del canone: secondo il Codacons un italiano su tre non lo paga. Nella sua lettera la presidente non indica strade, ma parla di “una situazione economico-finanziaria-patrimoniale in equilibrio” e di una "gestione aziendale basata sull'autonomia e sul merito”.

"Siamo al 28% di evasione" denuncia Verna il quale però sostiene anche di non appassionarsi ormai più di tanto al dibattito su come recuperare questi soldi. "Per me si può fare anche una rivoluzione culturale, per esempio ancorando il finanziamento pubblico della Rai al Pil e non più al gradimento di un governo o dell'altro rispetto ai programmi. Dobbiamo decidere se un servizio pubblico come la Rai serva o meno al Paese. Se serve va finanziato come tutti gli altri servizi, tipo i trasporti. Ho letto che la Tarantola propone di legare il canone alla bolletta elettrica, ben venga tutto ciò che offre garanzie sulle risorse".

I pilastri sui cui Anna Maria Tarantola pensa di costruire la nuova Rai non sono solo di natura economico-gestionale, attraverso una “buonagovernance”, ma anche culturale. Per questo parla di “una linea editoriale rispettosa del pluralismo dell'eticità, della responsabilità, sempre attenta alla finalità pubblica”. Ma con quali strumenti la neo presidente potrà rispettare questi impegni senza potere di nomina sui direttori dei Tg e delle reti?

"Il dato di discontinuità vero - risponde Verna - sta nell'omogeneità tra il voto del rappresentante del Tesoro (Pinto), del presidente (Tarantola) e del direttore generale (Gubitosi) che consentirà di avere maggioranze variabili in Consiglio di Amministrazione. Se la Tarantola proporrà iniziative valide ma sgradite al centrodestra, avrà la possibilità di approvarle con i consiglieri di centrosinistra e viceversa. Fino ad oggi abbiamo avuto presidenti di garanzia, come Garimberti, che erano in netta minoranza in CdA, da adesso il presidente è in grado di governare davvero la Rai".

Infine, quando la Tarantola parla della nuova linea editoriale sottolinea anche la necessità di dare "forza e ulteriore significato alla dignità e alla presenza delle donne". Tra i nomi candidati alla direzione del Tg1 - uno dei nodi più urgenti da sciogliere - c'è quello di uno dei volti storici dell'azienda, Lilli Gruber. Potrebbe dunque essere proprio quello della giornalista, oggi passata a La7, il nome più gradito alla neo presidente?

"Noi pensiamo che le prime candidature da prendere in considerazione - è il parere del segretario Usigrai - debbano essere quelle totalmente interne. In seconda battuta la scelta di Lilli sarebbe più che accettabile dal momento che è cresciuta in azienda ed è andata via senza prendere una lira, a differenza di altri che, come ad esempio Michele Santoro, hanno trattato, legittimamente, la loro buonuscita".

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