La solidarietà degli italiani svanisce nel nulla
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La solidarietà degli italiani svanisce nel nulla

Onlus, compagnie telefoniche e programmi tv in prima linea nella raccolta di soldi per la Sardegna. Ma i fondi arrivano davvero nelle aree devastate?

"A distanza di 4 anni non sappiamo ancora dove siano finiti i soldi raccolti per i terremotati abruzzesi attraverso i giochi del Lotto. Ho scritto al Ministero delle Finanze, alla Protezione Civile ed anche ai Monopoli di Stato, ma sembrano essere svaniti nel nulla. E sto parlando di un miliardo e 400 mila euro"

Terremoti, nubifragi, esplosioni che seminano morte e radono al suolo interi paesi e città. In Italia, in pochi anni, sono state moltissime le emergenze: dal terremoto de L’Aquila a quello dell’Emilia Romagna, dall’alluvione di Genova a quella che la scorsa settimana ha messo in ginocchio la Sardegna, senza dimenticare le vittime della strage alla stazione di Viareggio.

Ed immediata, poche ore dopo i disastri, la macchina della solidarietà si mobilita: privati, società telefoniche, televisioni e onlus attivano conti correnti per la raccolta di fondi in favore delle popolazioni colpite dalle calamità (a proposito, ma perché non pensare ad un'unica raccolta nazionale, gestita dallo stato, invece che farne una decina tutte diverse tra l'oro?? ndr). Ma questi soldi in passato che fine hanno fatto? Chi e come sono stati utilizzati? Chi controlla?

La senatrice Stefania Pezzopane ha seguito la sorte di parte del denaro che doveva finire in Abruzzo, dopo il terremoto. Doveva...

Ci sta dicendo, senatrice, che sono spariti un miliardo e 400 mila euro destinati ai terremotati?

"Quasi. In realtà ne sono arrivati 250 mila. Il resto del fondo è stato trattenuto".

Si spieghi meglio senatrice…

“Sembra che una buona parte dell’incasso sia stato trattenuto dai concessionari dei giochi e un’altra parte bloccata da meccanismi ancora sconosciuti di cui ho chiesto chiarimenti al ministro Saccomanni. Certo è che la solidarietà degli italiani, ad oggi, è svanita nel nulla”.

Esistono regolamenti o enti che controllano queste raccolte di fondi?

“No, non mi risulta. Attualmente non ci sono enti e neppure regolamenti che disciplinano la raccolta di fondi di solidarietà destinati alla popolazioni colpite da calamità naturali. Ad esempio, nel caso del terremoto che ha colpito l’Aquila, i fondi di solidarietà sono stati gestiti interamente dalla Protezione Civile. Ma questo è stato un caso particolare”.  

Che tipi di garanzie hanno coloro che attraverso un sms o un versamento bancario versano una piccola parte dei loro risparmi alle popolazioni più sfortunate?

“Nessuna se i soldi vengono versati ad un'associazione privata, qualche garanzia in più per un ente pubblico. Mi spiego meglio. La garanzia per un cittadino dovrebbe essere sempre totale quando versa i propri soldi presso un ente pubblico in quanto quest’ultimo è chiamato rendicontare tutto. Dunque, le cifre che vengono incassate in raccolte straordinarie come per le emergenze per alluvioni o terremoti, dovrebbero essere trasparenti al centesimo. Diversa invece, è la situazione delle associazioni private che decidono di intraprendere una raccolta di fondi. In questi casi non esistono regolamenti o supervisori in grado di controllare la cifra esatta che quesi hanno raccolto dai cittadini. E' necessario quanto prima che lo Stato proceda a regolamentare questo settore della raccolta fondi proprio per dare garanzie ai donatori”.      

E’ sbagliato prevedere un unico conto corrente di raccolta fondi, gestito dallo Stato, che possa essere attivato solamente in casi di necessità? Non darebbe maggiori garanzie di trasparenza ai cittadini?

“Certo che sì. Comunque sarebbe già un passo in avanti che tutte le cifre raccolte fossero “centralizzate” ovvero confluissero in un unico ente sotto il diretto controllo dello Stato”

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Nadia Francalacci