"I morti della Sardegna sulla coscienza dei politici"
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"I morti della Sardegna sulla coscienza dei politici"

Parla il sindaco di Olbia: "Troppo comodo crocifiggere adesso me" Lo speciale di Panorama.it sulla Sardegna

Gianni Giovannelli ha la voce impastata di chi non dorme da quattro giorni. Risponde al telefono che è tarda sera e le parole gli si spezzano in bocca appena accenna alle vittime dell'alluvione che ha allagato la sua terra.

Come sto? Certamente meno stanco dei tanti concittadini e forze di polizia che stanno lottando sul territorio per spalare terra e togliere acqua dalle case. Ma il dolore che provo di fronte alla mia città in ginocchio e ai tanti morti che abbiamo dovuto contare è enorme”.

Per domani, venerdì, il Consiglio dei ministri ha indetto il lutto nazionale, ma le polemiche non accennano a placarsi.

Dopo le accuse per il ritardo nel diramare l'allerta, oggi il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, è passato al contrattacco prendendosela con chi si sottrae alle proprie responsabilità “buttandola in caciara”. “Sono sicuro – ha detto Gabrielli - che il bravo sindaco e' stanco di essere accomunato ai suoi colleghi che non fanno fino in fondo il proprio dovere”.

Sindaco Giovannelli, tra i sindaci che “fanno fino in fondo il proprio dovere” e quelli che no, lei da che parte ritiene di stare?

Sono pronto, come tutti i sindaci italiani, ad assumermi le mie responsabilità, ma ho le carte in regola per dimostrare che, a differenza di altri, tutto quello che era in mio potere di fare l'ho fatto.

A differenza di chi?

Ho sempre chiesto, inascoltato, e continuo a chiedere con forza che per la mitigazione del rischio idrogeologico si possa derogare dal patto di stabilità. La mia incazzatura più grossa sta nelle mancate risposte ai numerosi e ripetuti allarmi inviati all'ex presidente del Consiglio Mario Monti e a tutti i parlamentari cui ho scritto più e più volte. Avevo previsto tutto quello che è accaduto e le prove ce l'ho nero su bianco.

Ci spiega questa storia del mancato avviso ai cittadini da parte di voi sindaci dopo il fax arrivato domenica sera dalla Protezione civile?

Io ho ricevuto il messaggio della Protezione civile alle 16.01 della domenica pomeriggio e nel momento stesso ho avviato tutta la procedura d'intervento ordinando subito la chiusura delle scuole per il giorno dopo e decretando, alle 9 del lunedì mattina, lo stato di calamità naturale.

Si sente la coscienza a posto?

Certo. Anche perché il fax di allerta meteo che ho ricevuto era molto vago e indicava l'intera Gallura. Di allerte del genere noi sindaci ne riceviamo dieci in due mesi. Cosa dovremmo fare? Chiudere preventivamente le scuole e gli uffici pubblici tutte le volte sulla base di una previsione?

La situazione, però, è peggiorata rapidamente. Non si poteva fare di più da prima?

Ma volevate che evacuassi la città per un'allerta meteo quando ancora non era successo nulla nemmeno nei quartieri storicamente più vulnerabili?

Le procure di Tempio Pausania e di Nuoro hanno aperto due fascicoli rispettivamente per disastro colposo e omicidio colposo. Vogliono fare luce sui piani di risanamento e manutenzione, l'eventuale mancata attuazione di misure dopo l'allerta meteo e le responsabilità dei morti di Tempio, Arzachena e Olbia. Al momento non ci sono indagati. Lei è preoccupato?

In casi come questi indagare un sindaco è un atto naturale e dovuto, ma sono assolutamente sereno e sicuro che mai riceverò una sentenza di condanna. Troppo comodo adesso crocifiggere me. 

La responsabilità allora di chi è?

Anche oggi mi sono prostituito con decine di parlamentari per implorarli di farci stanziare i soldi per la messa in sicurezza del territorio permettendo a noi sindaci di derogare dal patto di stabilità. Purtroppo ho sempre ricevuto solo rifiuti. Per questo dico che la responsabilità di tutti i nostri morti ce l'ha la politica.

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Claudia Daconto