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Alemanno, Storace e la nuova casa della destra

Nasce "Movimento nazionale per la sovranità". Obiettivo: lavorare con i movimenti di destra per costruire un polp sovranista in Italia

di Gianluca Rosselli

Una ventina d’anni fa Gianni Alemanno e Francesco Storace erano i principali protagonisti della corrente della destra sociale, dentro Alleanza nazionale guidata da Gianfranco Fini. Dopo diverse vicissitudini politiche – il primo è stato sindaco di Roma, mentre il secondo governatore del Lazio –, ora i due sono tornati insieme per fondare un nuovo partito a destra.

Un polo sovranista che ha unito La Destra di Storace (che venerdì ha tenuto il suo terzo e ultimo congresso) e Azione sociale di Alemanno. “Movimento nazionale per la sovranità” il nome della nuova formazione che ha appena tenuto il congresso fondativo a Roma: Alemanno è stato eletto segretario, Roberto Menia vice e Storace presidente. “Siamo pronti a lavorare insieme a Fratelli d’Italia e a tutti i movimenti di destra per costruire un polo sovranista in Italia”, ha detto Alemanno appena eletto.  

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"An prendeva 6 milioni di voti. Ora le varie forze di destra non si avvicinano neanche lontanamente a quella cifra. Ecco, noi vogliamo tornare a parlare a quei cittadini rimasti per troppo tempo orfani di una grande forza di destra", ha detto Storace alla presentazione del congresso.

Il nuovo partito nasce su due input. Da un lato la vittoria del No al referendum costituzionale, su cui Storace e Alemanno si sono parecchio impegnati; dall’altra, le spinte sovraniste che si stanno imponendo nel mondo, a cominciare dalla vittoria di Donald Trump negli Usa e dall’azione di Marine Le Pen in Francia. “Se guardiamo fuori dai nostri confini ci accorgiamo che le istanze di destra s'impongono ovunque. Noi non possiamo permetterci di stare fuori da questi processi”, sottolinea invece l’ex sindaco di Roma.

Ma si parte anche dalla constatazione che da sola Fratelli d’Italia non sfonda, nonostante l’energia messa in campo da Giorgia Meloni. E se Forza Italia sembra bloccata, a destra non si vuole lasciare campo libero solo alla Lega. Alemanno e Storace hanno aderito alla manifestazione di Meloni e Salvini di una ventina di giorni fa a Roma e li considerano naturali interlocutori. Ma questo non basta. “L’attuale centrodestra vive un momento di difficoltà, sembra asfittico. Noi vogliamo essere l’enzima e il lievito per riunire le tante anime disperse a destra”, sostiene Roberto Menia, ex finiano, anch’egli della partita.

Per quanto riguarda il programma politico, si va dal presidenzialismo (vecchio cavallo di battaglia della destra) all’istituzione di una nuova banca del mezzogiorno, dalla fiscalità agevolata per il Sud a una sorta di New Deal: un piano di opere pubbliche per rilanciare l’economia. Poi grande attenzione al tema della famiglia tradizionale, lotta all’immigrazione incontrollata e separazione delle carriere per i magistrati. Si guarda molto a Trump e a Putin (via le sanzioni alla Russia) e pochissimo a Bruxelles. “Sogno un partito sovranista che difenda la nostra nazione da questa Europa. Non vogliamo fare l’ennesimo partitino a destra, ma lavorare per unire tutte le forze in campo”, spiega Storace. L’obbiettivo ora sono le primarie del centrodestra, cosa poco gradita a Forza Italia. “Berlusconi? Non lo sento da giugno”, risponde l’ex governatore laziale. Anche Fdi però resta fredda: per Meloni e La Russa la nuova formazione è un competitor a destra che rischia di portare via voti a Fdi invece di aggiungerne di nuovi.

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