L'addio di Papa Benedetto XVI e il terzo segreto di Fatima
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L'addio di Papa Benedetto XVI e il terzo segreto di Fatima

Una rinuncia senza precedenti nella storia moderna della Chiesa di Roma. Una profezia per molti versi ancora oscura. Due eventi straordinari forse connessi da un filo misterioso - Le foto dell'addio del Papa

L’abdicazione di Papa Benedetto XVI, dal 28 febbraio 2013 primo “Papa Emerito” che la Santa Sede ricordi, potrebbe essere collegata al Terzo Segreto di Fatima. È l’ipotesi di Adriano Forgione, giornalista e direttore della rivista “Fenix”. Nell’ultimo numero del mensile che affronta tematiche legate ai misteri della storia e del sacro, Forgione propone un intrigante parallelo tra la figura di Papa Ratzinger, la sua scelta eclatante e il testo di quel messaggio arcano affidato dalla Madonna quasi un secolo fa ai tre pastorelli di Fatima.

La visione, dai forti connotati simbolici, apparve a Lucia, Giacinta e Francisco nel 1917 durante uno degli incontri con la ‘Signora’ scesa dal cielo. La Vergine Maria mostrò loro quello che sarebbe avvenuto in un prossimo futuro, ordinando però che non fosse rivelato fino al 1960. Lucia, l’unica sopravvissuta dei tre piccoli veggenti, una volta adulta e in convento, mise per iscritto i suoi ricordi, intercalandoli con commenti personali. Nel 1944 il plico sigillato venne affidato al Vescovo di Leiria che lo consegnò in Vaticano affinché fosse custodito fino alla fatidica data.

Ma non fu Giovanni XXIII, il Papa in carica nel 1960, a comunicare al mondo il contenuto di quella profezia mariana. Fu, molti anni dopo, nel 2000, proprio Joseph Ratzinger, all’epoca Cardinale e Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ecco il testo ufficiale divulgato in quella occasione:

«Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio (qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti) un Vescovo vestito di Bianco (abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre), vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».

Dunque, un vescovo in abito bianco che con passo vacillante sale su un monte fino ad una croce dove viene ucciso da uomini armati. La sua morte coincide con una carneficina. Un’immagine agghiacciante, che sembra presagire la fine della Chiesa Cattolica.

Ad inquietare, oggi, sono le coincidenze che sembrano collegare questa visione a Benedetto XVI. E sono state le parole stesse pronunciate dal Papa dopo le dimissioni ad evidenziarle.

A partire dalla motivazione del suo addio: Joseph Ratzinger ha detto di essere stanco, privo delle forze necessarie per reggere il ministero petrino. Insomma, anche il suo passo sembra vacillare. Ma non solo. ”Nell’ultimo Angelus, alla folla accorsa per salutarlo, ha detto:. Ha detto proprio così, , esattamente quello che fa il Vescovo vestito di bianco della profezia”, dice Adriano Forgione. “Sembra un messaggio in codice. Ricordiamoci che questo Papa nel corso del suo pontificato ha spesso utilizzato un linguaggio simbolico e figurativo. E conosce molto bene il Terzo Segreto di Fatima, visto che è stato lui a renderlo pubblico. È possibile - lo dico come ipotesi, ovviamente - che abbia voluto dire ai fedeli e a chi è in grado di capirlo che non ha potuto far altro che ritirarsi, sperando così di non far realizzare quella minaccia di cui attualmente si sente il destinatario, cioè quella della profezia che vede la morte di un vescovo vestito di bianco.” Abito che da Papa Emerito di Roma continuerà ad indossare.

Eppure, all’indomani della sua divulgazione, gli interpreti ufficiali avevano spiegato il Terzo Segreto di Fatima come l’immagine allegorica dell’attentato a Giovanni Paolo II, avvenuto proprio nell’anniversario della prima apparizione della Madonna in Portogallo: il 13 maggio. Tanto che a Fatima andò poi in pellegrinaggio Papa Wojtyla, donando come ex-voto la pallottola che lo aveva colpito senza ledere organi vitali - un miracolo della Vergine Maria.

“È vero, la lettura ufficiale del Vaticano collega il Terzo Segreto a Giovanni Paolo II. Ma secondo me la visione non si adatta a quell’evento: sappiamo che è scampato all’attentato, non è morto”, continua Forgione. ”Al contrario, non si può escludere che Benedetto XVI abbia potuto scorgere in questo testo profetico una relazione con quanto pubblicato esattamente un anno prima della sua abdicazione, il 10 febbraio 2012, in merito alle voci di un suo possibile assassinio. Voci che avevano a che fare con documenti a quanto sembra usciti proprio dal Vaticano e poi pubblicati dal Fatto Quotidiano.”

Dunque il Papa avrebbe davvero temuto di essere al centro di un complotto? Avrebbe associato questa minaccia al segreto mariano? Si sarebbe identificato in quel vescovo in abito bianco destinato al martirio? Con la rinuncia al soglio pontificio, forse, Benedetto XVI potrebbe aver cercato di cambiare il corso del futuro per modificare il suo destino- strettamente collegato, nella visione, a quello dell’intera Chiesa. Ma nello stesso tempo, avrebbe mandato anche un messaggio a quelle forze oscure e deviate che dal cuore dei sacri palazzi hanno tramato contro di lui.

Certo, è uno scenario da fantapolitica. Ma lo scandalo Vatileaks ci ha svelato che lotte di potere, torbidi intrighi, veleni e doppiogioco, in quelle stanze, sono più diffusi di quanto non pensassimo.

Un quadro dalle tinte fosche che si arricchisce poi di un ulteriore elemento di disturbo. Perché secondo più fonti- anche interne al Vaticano- quello reso pubblico nel 2000 non sarebbe il vero testo scritto da Suor Lucia. O comunque, non sarebbe la versione integrale. “Da molti anni, fin dal 1960, girava voce che alla fine della Chiesa Cattolica fosse associata la fine dei tempi”, conferma Adriano Forgione. “Ho avuto modo di conoscere personalmente Monsignor Corrado Balducci, demonologo ed esorcista accreditato presso la Santa Sede, scomparso nel 2008. In uno dei nostri ultimi incontri prima della sua morte mi confessò che il Vaticano era preda di Satana.  Anzi, sosteneva che molti cardinali erano legati a forze sataniche, che lui considerava associate ad una massoneria deviata. E mi diceva che nel vero testo del Terzo Segreto di Fatima si parlava apertamente di apostasia, ovvero dell' allontanamento dalla vera fede.
È molto interessante notare che nel 2010 è circolata una versione apocrifa del Terzo Segreto, mai confermata ma neanche mai smentita dalla Santa Sede, in cui si cita in modo chiaro la parola apostasia, in relazione alla fine della Chiesa Cattolica e alla distruzione di Roma. Ma non sappiamo se tale distruzione vada intesa in senso reale, come un evento che coinvolgerà la Città Santa, oppure se abbia a che fare simbolicamente con il crollo della Chiesa Cattolica associata a Roma in quanto ‘Caput mundi’".

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Sabrina Pieragostini

Curiosa. Se dovessi riassumermi in unico aggettivo, forse sceglierei proprio questo. La curiosità di apprendere il più possibile  mi ha contraddistinto sempre. Prima negli studi- con una Laurea in Lettere Antiche conseguita all’Università di Pavia- e poi nel lavoro, il giornalismo. Dove aver voglia di capire, di scoprire, di cercare è inevitabilmente la molla quotidiana. E  il desiderio di approfondire tematiche a prima vista bizzarre, nato come passione personale, ora si è trasformato in impegno professionale. Un marito e tre gatti completano il quadro. Curiosi anche loro. www.extremamente.it

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