Studio 54: 40 anni fa apriva il tempio della disco music
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Studio 54: 40 anni fa apriva il tempio della disco music

L'anniversario del club simbolo degli Anni Settanta a New York

La luce stroboscopica sta già illuminando la pista con la sua tipica intermittenza robotica. Anche la mirror ball è li al suo posto che sta già girando, riempiendo la sala con tutti i suoi colori scintillanti. In molti avranno riconosciuto l’ambientazione tipica di una discoteca, però non stiamo parlando di una discoteca qualsiasi ma della Discoteca per antonomasia, il mitico Studio 54, dove musica, spettacolo e trasgressione andavano strettamente a braccetto.Era il 26 aprile del 1977 quando si aprirono le porte di quella che verrà in seguito soprannominata Gomorra newyorkese, ed era situata nella 54esima strada a Manhattan in un vecchio teatro costruito nel 1927 che in seguito, a partire dal 1943, venne usato dalla CBS come studio televisivo. Da li il nome che i due proprietari Steve Rubell e Ian Schrager trovarono per il locale.

In consolle si alternavano due deejay, veri e propri pionieri del mixaggio su vinile, nomi adesso leggendari: Nicky Siano che suonava nei giorni feriali e Richie Kaczor, che invece lavorava nel fine settimana. Richie suonò durante la serata di apertura e la prima canzone in assoluto a girare sul piatto del giradischi dello Studio 54 fu Devil’s Gun, dei C.J & Company. Il locale fu progettato in sole sei settimane, venne conservato e restaurato l’arredamento barocco originale lasciando quasi intatta la struttura teatrale originale. L’enorme pista da ballo, circa 1800mq, collocata nella platea originale, venne riempita di luci ed effetti luminosi. La postazione del Dj invece era dove un tempo c’era il palcoscenico, quindi rialzato rispetto alla pista mentre nella ex balconata venne ricavata la zona dei divani.Tutto intorno alla pista da ballo c’erano divanetti d’argento e il bar principale, a forma di diamante e rivestito da specchi, era situato sotto i balconi, vicino alla pista.

Al terzo piano invece con vista sul balcone e l’enorme pista da ballo, era situata quella che veniva detta, ‘la stanza di gomma’, la Rubber Room, una stanza con un bar high-tech e interamente rivestita da uno spesso strato di gomma alle pareti, in modo da essere lavate con più facilità, visto l’uso e l’abuso di sesso e droghe che si consumavano quotidianamente nella stanza. Nel seminterrato invece c’era la sala più ambita e segreta, la sala V.I.P. dove vi si accedeva solo su invito personale dei proprietari e dove non era difficile trovare personaggi come Andy Warhol, Diana Ross, Liza Minnelli, Salvador Dalì o Elton John solo per citarne alcuni. Nel 1979 in seguito ad un’indagine che accuserà i due proprietari di aver frodato il fisco per oltre 2 milioni di dollari il club verrà chiuso, inoltre durante una perquisizione nel locale verranno rinvenuti altri soldi e cocaina nascosti tra le pareti, eventi che ne chiuderanno per sempre i cancelli.

Sono tanti gli episodi leggendari avvenuti proprio all’interno dello Studio 54, tra tutti ricordiamo quella notte del maggio 1977 quando per il suo compleanno Bianca Jagger entrò nel mitico club in sella ad uno splendido cavallo bianco e condotto da un ragazzo completamente nudo, vestito solamente da un antesignano bodypaint. Altra curiosità legata allo Studio 54 riguarda i due giovanissimi Nile Rodgers e Bernard Edwards, del celebre gruppo degli Chic. I ragazzi erano stati invitati al locale da Grace Jones che voleva lavorare con loro per la preparazione del suo prossimo album. Quando Nile e Bernard si presentarono davanti l’ingresso dello Studio, la vigilia di capodanno del 77, l’impiegato alla porta non trovò i loro nomi nella lista degli invitati e furono invitati ad allontanarsi. Si dice che i due giovani allora tornati a casa furiosi come non mai si misero a scrivere un brano completo in soli 30 minuti che intitolarono Fuck Off’e ispirata proprio a quella spiacevole serata. Il brano in seguito diventerà uno dei più grandi successi del gruppo e il titolo venne, per ovvie ragioni, cambiato in Freak Out, vendendo oltre 6 milioni di copie solamente negli States. Ma questa è storia, così come la storia scritta dallo Studio 54, che a 36 anni di distanza continua a farsi sentire.

Lo Studio 54 negli anni Settanta

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Tony Romano