Cravatta? Sì, ma per lei
(Getty Images)
Accessori

Cravatta? Sì, ma per lei

Vezzo o piccola trasgressione, l'accessorio è tornato protagonista delle passerelle autunno inverno. A partire da Valentino.

A differenza di alcuni trend che hanno immediatamente mandato in delirio i social media - come il ritorno della minigonna - la cravatta ha fatto il suo ingresso nell’immaginario comune silenziosamente. Almeno fino a questo autunno.

La cravatta per lei è infatti finalmente protagonista sulle passerelle di Alexander McQueen, Dior, Hermès, Undercover e Thom Browne.

Abbandonato dagli uomini durante la pandemia, l’accessorio apporta oggi un tocco sofisticato ai look femminili. E sovverte gli stereotipi.

Questo vezzo - o piccola trasgressione - è stato spesso usato dalle donne per esprimere la loro libertà di essere. Indossata da Coco Chanel, una delle prime stiliste a renderla popolare, ma anche portata in passerella da Yves Saint Laurent con un tailleur pantalone simile allo smoking da uomo, la cravatta ha sempre avuto il suo posto nella storia.

Negli anni Settanta e Ottanta è stata un simbolo di emancipazione femminile, indossata anche da Diane Keaton nell’indimenticabile ruolo di Annie Hall. Negli anni Duemila è stata accostata al pop punk (altra tendenza di questo autunno). E oggi?

«Le congetture e il capitale culturale sono invertiti: simbolo del potere maschile, emblema di ortodossia e restrizione, i nostri preconcetti sulla cravatta diventano l'architettura teorica di una collezione che gioca con le regole, emancipando il significato. La sua concezione ideologica viene messa in discussione, alla fine contraddetta e perfezionata del tutto».

Con queste parole Valentino spiega la scelta di intitolare la sua collezione Black Tie e fare della cravatta il punto focale di ogni look. Che, nella sfilata, si trasforma anche in abito, partendo dal noto che cinge delicato il collo per andare ad accarezzare il corpo.

Valentino

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Mariella Baroli