Miles Kane: "A Paul Weller e Liam Gallagher piace la mia musica vintage" - Intervista
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Miles Kane: "A Paul Weller e Liam Gallagher piace la mia musica vintage" - Intervista

Ventisette anni e tanto talento: in concerto a Milano il 2 novembre

"La lettura dell'autobiografia di Rod Stewart mi ha letteralmente tramortito dal ridere. Una meraviglia. Fa piacere apprendere da uno come lui quali sono le regole per una vera vita da superstar. Certo, il fatto che abbia 8 figli suggerisce un'attenzione maggiore ai metodi di contraccezione, ah, ah,ah". 

Non trattiene le risate Miles Kane, talento del rock inglese di 27 anni. Un riuscitissimo incrocio artistico tra Paul Weller e Liam Gallagher (in concerto a Milano il 2 novembre ai Magazzini Generali). Dal punto di vista estetico guardarlo e rivedere gli Who dei primi Sessanta, quelli di My generation, è un tutt'uno. Si sente un Mod Miles, ascolta musica Mod e veste Mod. Mod erano i ragazzi degli anni Sessanta che indossavano il parka, si muovevano in Lambretta e che come logo avevano adottato quello della Royal Air Force. 

Don't forget who you are è il titolo del suo ultimo album. Una manciata di canzoni up tempo intrise di chitarre e con una splendida attitudine melodica. Per realizzarle ha collaborato con una leggenda vivente della musica british: Paul Weller. "Fantastico, ci siamo trovati in sintonia. Lui è simpaticamente folle oltre che un genio. Lo considero un amico. In futuro non mi dispiacerebbe scrivere qualcosa con Jack White". 

Il suo collega Jake Bugg, un po' sbrigativamente etichettato dai media come il nuovo Bob Dylan non ha espresso parole carine verso i concorrenti dei talent show che da anni dominano le classifiche inglesi. "Una scorciatoia, i talent in tv sono una scorciatoia. Gente con una bella voce che si presenta a e canta cover. Ragazzi, scrivere una canzone è un'arte che non si improvvisa: non è come fare un karaoke. Non ho mai partecipato a uno di quei programmi e non ci andrò mai". 

Ma che musica ascolta Miles Kane quando non suona? "Charles Bradley, un sessantacinquenne che di mestiere impersona sul palco James Brown. Ha una voce pazzesca, mi mette di buon umore ogni volta che ascolto i suoi album. Un genio!".

E sulla copertina di Don't forget who you are che lo ritrae in negozio di Liverpool, dice: "Quella è la macelleria dove lavora mia madre. Lì dentro ci ho passato gli anni della mia adolescenza. E, forse, ci sarei rimasto se a un certo punto non avessi desiderato fortissimamente diventare un musicista. Adesso che sono mediamente famoso posso finalmente dire di avercela fatta: il sogno si è avverato". 

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Gianni Poglio