Matteo Bellini: la cucina per me è vita, respiro, sollievo

Matteo Bellini: la cucina per me è vita, respiro, sollievo

Come promesso cominciamo a parlare anche di ricette, di cibo e di Cuochi (personali). Oggi intervisterò il cuoco per eccellenza del mondo 2.0, un cuoco che in 140 caratteri riesce a regalarvi ricette straordinarie e che, da ciò che …Leggi tutto

 

Come promesso cominciamo a parlare anche di ricette, di cibo e di Cuochi (personali). Oggi intervisterò il cuoco per eccellenza del mondo 2.0, un cuoco che in 140 caratteri riesce a regalarvi ricette straordinarie e che, da ciò che scrive ti fa capire quanto amore ci sia in quello che cucina. Ecco a voi Matteo Bellini, meglio conosciuto come CuocoPersonale .

Come hai capito che la tua vita sarebbe stata votata al cibo?

All’inizio fu una questione di “sopravvivenza”. Avevo undici anni, era agosto ed io ero ad un campo estivo degli scout. Mangiai così male che in quei dieci giorni persi otto chili. Al ritorno dall’avventura estiva mi giurai che avrei imparato a cucinare, e volevo imparare al meglio! Proprio nei mesi successivi (via via che leggevo ricette e libri del settore) presero vita le prime vere avvisaglie della mia passione per la cucina.

Nessuno in famiglia era del settore, nè dimostrava predisposizione particolare in ambito gastronomico, ma, nonostante ciò, quest’arte mi affascinava ogni giorno di più. Già in quegli anni iniziai, quindi, a frequentare i primi corsi di cucina, spesso trovandomi l’unico ragazzino in mezzo a gruppi di casalinghe o di signore anziane, ma con sempre maggiore curiosità, manualità e consapevolezza.

Com’è l’iter di studi per diventare un cuoco professionista?

In linea di massima un giovane appassionato di cucina frequenta l’istituto alberghiero durante il quale, nei periodi di stage e nei mesi estivi ha la possibilità di realizzare le più varie esperienze lavorative. Successivamente, dopo gli studi, inizia un impervio percorso lungo il quale ogni tappa (ristorante) porterà nuove idee ed affinerà la tecnica del giovane cuoco.

Io ho svolto, invece, un percorso completamente diverso.

Finite le medie dovetti (come tutti i ragazzi di quell’età) decidere l’indirizzo di studio da seguire durante le scuole superiori. Andai a visitare l’Istituto Alberghiero assieme ai miei genitori, era una giornata molto calda e venni accolto da un professore tutt’altro che cordiale. Io ero giovane ed indeciso sul mio futuro ed il docente era frustrato da una carriera da cuoco non troppo gratificante. Il risultato fu che l’insegnante mi sconsigliò quel tipo di scuola, elencandone un’infinità di difetti e di imperfezioni. Quello stesso giorno mi iscrissi all’Istituto Agrario e seguii l’amore per la natura e per le scienze che da sempre accompagnava la mia vita. Mi sono, quindi, laureato in Scienze Forestali e, successivamente, mi sono diplomato nell’Accademia Internazionale di cucina di Gualtiero Marchesi, dopo la quale sono riuscito (con borse di studio e molta fatica) a lavorare nei migliori ristoranti al mondo, ed ora.. beh.. eccomi qui!

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Come spieghi, in questi ultimi tempi, il boom dei cuochi superstar, quasi come gli attori o i cantanti?

Credo sia una questione di mode e di miti imposti dai media. La cucina è una cosa meravigliosa ed ovviamente attira milioni e milioni di appassionati. La cucina è, inoltre, spensieratezza e relax ed è ovvio che, in un momento storico nel quale i problemi si moltiplicano di giorno in giorno, le persone cerchino di crearsi un piccolo “paradiso” di tranquillità. Realizzare una ricetta è un ottimo modo per concentrarsi su qualcosa di piacevole e di altamente gratificante. Il poter osservare uno chef professionista al lavoro porta gli appassionati a migliorarsi e ad aumentare le proprie capacità, e questa è una cosa meravigliosa, proprio perchè la cucina per progredire ha bisogno di pionieri. Di contro, però, troppo spesso la cucina mostrata in tv non è cucina, e non è nemmeno passione ed amore, ma solo un grande, goffo ed effimero show.

Cosa preferisci cucinare fra carne, pesce, verdure e pasta, ma soprattutto come preferisci cucinarli?

In realtà la cucina per me è vita, respiro, sollievo. Se mi costringessi a scegliere fra alcune tipologie di piatti io ti risponderei sicuramente antipasti e primi. Occorre dire, però, che amo qualsiasi tipo di cucina. Sono rimasto incantato osservando le donne del deserto cucinare per me il loro pane solamente utilizzando il sole e le sabbie del Sahara (e ti posso garantire che un pane così buono non lo si trova spesso in giro). Ho adorato la dolcezza mielosa della pasticceria di Instambul ed amato profondamente la piccantezza di un panino degustato in una strada di Toledo.

Esistono davvero cibi afrodisiaci o sono baggianate?

Certo che la cucina è afrodisiaca, ma non è affatto questione di particolari ingredienti. La verità è un’altra. Il segreto è che tutta la cucina può essere afrodisiaca, dipende dal modo in cui la si vive e, soprattutto dal motivo per il quale si cucina. La cucina è arte ed io credo che qualsiasi arte nasconda in se sensualità ed eros. Il cibo è amore allo stato commestibile. La cucina è ricerca, di ingredienti speciali e di piccole alchimie. La preparazione di un piatto è una danza ritmata di gesti e di sentimenti. La gioia che si prova nel nutrire altre persone è paragonabile a poche altre gratificazioni.

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Che elementi non bisogna assolutamente unire in cucina?

In cucina non bisogna assolutamente unire chiusura mentale e pregiudizio. Non esistono, in linea di massima, elementi non combinabili tra loro. Vi sono solamente errati modi di abbinarli. Il segreto per un ottimo piatto è quello di realizzarlo partendo da basi solide, e quindi o da emozioni radicate, o dalla tradizione. Solo iniziando con solide fondamenta si potranno costruire incredibili monumenti sensoriali.

Tu hai un blog molto seguito dove ogni tanto lanci dei concorsi, come hai deciso di approdare in rete e perché?

In realtà il blog ed i social nei quali scrivo sono fondamentali per la mia crescita umana e professionale. Uno degli enormi limiti di molti miei colleghi è la chiusura mentale. Un cuoco “old style” non svelerebbe mai i trucchi delle sue ricette segrete. Io credo, invece, che l’unico modo per far si che la cucina italiana continui ad essere la migliore del mondo sarà, in futuro, l’apertura mentale di chi la pratica. Il bello della cucina è che è un’arte individuale che si gioca in squadra. La stessa identica ricetta realizzata da due diverse mani racchiuderà in se sfumature diversissime e sentimenti propri del cuoco che l’ha cucinata. Perchè quindi avere paura di aprirsi al mondo?

Quante donne hai conquistato prendendole per la gola (in senso metaforico sia chiaro)?

Leggendo la domanda mi ero spaventato (sai, con i cuochi cattivissimi che fanno vedere in tv non si sa mai cosa possano pensare i “non addetti ai lavori” di me)! In realtà si, mi è capitato di conquistarne. Ed anche molto molto recentemente! Non credo, però, che i cuoricini aumentino il battito grazie (o a causa) della mia cucina. Adoro pensare che ad affascinare la donna sia un insieme di attenzioni e di cure delle quali troppo spesso viene privata a causa di una frenesia diffusa. In fondo qualcuno ha detto che “Cucinare è come amare… o ci si abbandona completamente o si rinuncia.”. Credo che il segreto nella vita sia proprio questo: non rinunciare mai!

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Il tuo cuoco di riferimento da sempre?

Il mio Maestro: Gualtiero Marchesi! Uno Chef dal genio e dalle capacità infinite, ma soprattutto una persona dallo spessore umano e culturale immensi. Oltretutto qualche tempo fa proprio lui (ad ottant’anni compiuti) mi disse che “Un grande cuoco è solamente un bambino che gioca tutta la vita a fare un mestiere da grande.”. Credo non serva aggiungere altro!

 Una ricetta in 140 caratteri riusciresti a scrivercela?

Una? Perchè non facciamo un menù in 4 tweet? Antipasto (Spuma di piselli e menta con fonduta di gorgonzola e crostino) , primo (Bigoli in salsa) , secondo (Bocconcini di pollo al lardo marinati alla senape) , dolce (Mousse di pesche)!

Frullare 100 g di piselli lessati+1 cucchiaino di menta.Sciogliere 100 g di gorgonzola in poco latte.Servire in bicchierino con 1 crostino!

Cuocere al dente 320 g di bigoli.Sciogliere 8 acciughe in padella con olio extra, quindi saltarvi i bigoli e cospargere di pane grattugiato!

Cubettare 1 petto di pollo.Marinarlo con senape,olio e pepe per 1 ora. Avvolgere i cubetti con fettine di lardo e cuocere 160°C x 15 minuti.

Frullare 250 g di pesche con 95 g di zucchero a velo.Montare a neve ferma 1 albume con 55 g di zucchero a velo.Unire i due composti.Gustare

Sei felice?

Si! Felicissimo. Ho il privilegio di fare un lavoro che amo, ho una casa sulla testa, qualcosa da mangiare e persone che mi vogliono bene e mi apprezzano, sia nella vita reale che in quella virtuale. Cosa potrei chiedere di più? Penso spesso a come mi vedo fra qualche anno e la mia risposta è sempre la stessa: mi vedo felice, come ora, anzi, molto di più! In un futuro prossimo la mia speranza è quella di poter continuare l’avventura di CuocoPersonale con sempre maggiore spinta emotiva e, perché no, di poter aprire un locale tutto mio, che sia più che un semplice ristorante, vorrei un “laboratorio di idee e creatività”. Ma questa è un’altra storia.

Seguitelo qui: cuocopersonale e qui www.cuocopersonale.com

 

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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