LuminAR, il touchscreen lascia il posto a una lampada aumentata
MIT's Media Lab
Tecnologia

LuminAR, il touchscreen lascia il posto a una lampada aumentata

Uno studente del MIT ha inventato una lampada capace di proiettare display interattivi su qualunque superficie e di funzionare da computer per la realtà aumentata. Riuscirà a scalzare il touchscreen?

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato delle nuove tecnologie che promettono di pensionare il touchscreen e rivoluzionare il modo in cui interagiamo con tablet, smartphone e computer. Se uno smartphone che funziona a gesti non vi è sembrato abbastanza avveniristico, tornate a sedervi, oggi vi parliamo di qualcosa di ancora più improbabile: una lampada.

Non una lampada qualunque, chiaro, una lampada per la realtà aumentata. A un occhio distratto, LuminAR potrebbe infatti sembrare una comunissima lampada a gru, di quelle che milioni di studenti hanno visto appollaiata sulla propria scrivania mentre cercavano di dare un senso a un pomeriggio di studio. In realtà, dove le lampade comuni hanno una lampadina, questo congegno ospita un intero computer.

Ideata da uno studente del MIT’s Media Lab, Natan Linder, LuminAR è dotata di una telecamera, un proiettore, un software che le consente di riconoscere gli oggetti, fungere da scanner e proiettare display interattivi su qualsiasi superficie. È in quest’ultima caratteristica che risiede la particolarità più importante di LuminAR, dal momento che consente di eliminare la necessità di un supporto fisico per l’interazione (la tastiera, il mouse, il touchscreen), e di proiettare un display interattivo ovunque si desideri.

Si tratta sostanzialmente di un sistema di realtà aumentata, che presenta un’ampia gamma di possibili applicazioni. Dall’utilizzo in campo grafico o ingegneristico (oltre ad avere un display proiettato, LuminAR consente di “aumentare” oggetti fisici, tra cui grafici e progetti), a quello in campo commerciale (la lampada può tornare utile per accoppiare ad articoli in vendita una sorta di “etichetta” interattiva).

Per quanto complicata possa sembrare, questa tecnologia non presenta costi proibitivi. “I costi di adozione sono prossimi allo zerospiega in proposito Linder “Si tratta solo di sostituire la lampadina con il dispositivo LuminAR.” Volendo accorciare i tempi di sviluppo e lancio sul mercato, Linder e colleghi hanno messo da parte alcune delle funzionalità che avevano introdotto nei primi prototipi, per concentrarsi unicamente sulla proiezione del display e sulle tecniche di realtà aumentata. Attualmente sono al lavoro sul sistema operativo, e stanno portando avanti parallelamente la sperimentazione in ambiente Linux e Android. In futuro, però, LuminAR sarà quasi sicuramente dotata di un braccio motorizzato che consentirà alla lampada di seguire gli spostamenti delle nostre dita sul display proiettato, rendendo così l’interazione ancora meno ingessata (vedere , per credere).

LuminAR si prepara dunque a fare il suo ingresso nel fermento tecnologico che sta accelerando verso il pensionamento l’ormai ubiquo touchscreen. Per riuscire a guadagnarsi uno spazio di rilievo, tuttavia, dovrà vedersela con un’azienda che da anni ha fatto delle tecniche di proiezione interattiva la sua punta di diamante: Microsoft. Oltre ai vari prototipi di proiettori indossabili , e alle fantascientifiche “finestre magiche ”, nei blindatissimi antri degli stabilimenti di ricerca di Redmond stanno lavorando a quello che sembra il rivale perfetto per LuminAR.  Anche IllumiShare   è una lampada, e come LuminAR è dotata di telecamera, proiettore e sensori che consentono di proiettare sulla propria scrivania un display digitale interattivo. La marcia in più di IllumiShare, lo dice anche il nome, è la capacità di fungere da foglio di lavoro condiviso a distanza.

Mi spiego: prendete due lampade IllumiShare, piazzatene una in casa vostra e una in casa del vostro collega, accendetele posizionando lo schermo proiettato in modo che inquadri un foglio A4 sulla vostra scrivania. Poggiate sul foglio una foto, un oggetto, oppure tracciate un disegno, o una serie di parole, istantaneamente la lampada del vostro collega proietterà qualunque cosa ci sia sul vostro foglio sul suo. E viceversa. Basta lasciare la mente libera di viaggiare per immaginare possibili utilizzi di un sistema simile (una partita a carte a distanza? Un disegno collaborativo?).

Fino a poco tempo fa, l’accanimento con cui Microsoft si concentrava sui display proiettati, teneva sollevate diverse sopracciglia. Ora anche i laboratori del MIT hanno deciso di imboccare questa strada. A quanto pare, i touchscreen si sono appena guadagnati un altro contendente.

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Fabio Deotto