Lo zafferano è l’oro di San Gimignano
in cucina

Lo zafferano è l’oro di San Gimignano

San Gimignano è il simbolo indiscusso della città delle torri, la Manhattan del Medioevo, come viene definita, ed è circondata da giacimenti di "oro": la vernaccia e lo zafferano. Nel Medioevo San Gimignano visse il suo periodo più florido, grazie anche al fatto di essere attraversata dalla Via Francigena, una delle principali vie di comunicazione di quell'epoca che rese il paese punto di riferimento per i numerosi commercianti.

Lo zafferano all'epoca veniva usato come moneta di scambio; la documentazione ufficiale di contratti e tariffe dell'epoca riporta spesso il costo della spezia come valore di riferimento e i commercianti della zona se ne arricchirono a tal punto da potersi permettere di costruire alcune delle torri che ancora oggi possiamo ammirare e che rendono famoso il paese.

Lo Zafferano di San Gimignano è una Dop, una spezia ottenuta dall'essiccazione degli stimmi del fiore Crocus sativus, appartenente alla famiglia delle Iridacee.

È uno degli ingredienti più costosi della terra, molto più del tartufo e del caviale.

Per produrre un grammo di zafferano occorrono 150 fiori viola e tanto lavoro; ecco perché lo zafferano è così pregiato e costoso: un chilo degli stami rosso-arancio infatti può costare fino a 6.000 €.

Si narra che Isocrate facesse profumare i guanciali con zafferano prima di andare a dormire, e di come le donne troiane lo usassero per profumare i pavimenti dei templi.

Allo zafferano venivano attribuite virtù afrodisiache; Alessandro Magno si lavava i capelli nello zafferano e Cleopatra lo usava come crema di bellezza.

Insomma, una spezia magica dalle mille virtù, che oggi arricchisce e trasforma le nostre ricette, permette giochi di sapori come la "trippa o le cozze allo zafferano" e stupisce con il gelato.

Uno dei produttori di Zafferano Dop è Casanova di Pescille, un'azienda agricola con vista sulle torri che ha un documento attestante essere uno dei primi agriturismi aperti in Toscana negli anni Ottanta. Qui, grazie al titolare Roberto Fanciullini che organizza dei tours alla scoperta del Crocus Sativus, è possibile conoscere la sua storia e le numerose leggende, l'importanza che questo splendido fiore ha avuto nell'economia di San Gimignano nel Medioevo e la tecnica di coltivazione.

Lo zafferano è un crocus autunnale e gli splendidi fiori color lilla si potranno vedere solo dalla metà di ottobre per circa 20 giorni.

Per chi volesse fermarsi a Casanova di Pescille, una tipica cascina toscana in pietra del 1800, ci sono delle camere accoglienti e il ristorante "Zafferano" dove lo Chef Saverio Fanciullini trasformerà lo zafferano in piatti prelibati.

Per chi invece volesse gustare i piatti della tradizione con le migliori materie prime, consiglio una sosta da Pode, uno storico ristorante a conduzione familiare dal 1985.

Sergio, il conosciutissimo titolare, appassionato di auto da corsa, vi farà sentire come a casa. La pasta, gli gnocchi, i ravioli sono fatti a mano e si sposano in maniera armoniosa con gli importanti sughi di ragù di cinghiale o con lo zafferano. Ottima anche la tartare e il controfiletto al porcino o al tartufo. I dolci lasciano davvero un ottimo ricordo, così come i cantuccini appena sfornati con il vino dolce.

Sapori e cordialità di un tempo, in un ambiente rilassante per provare sensazioni dimentica.

La "città dalle belle torri", come viene a ragione definita, è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 1990 e permette di far godere ai suoi visitatori un mix magico di storia cultura ed enogastronomia.

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Federico Minghi