L’interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta, 22 anni a dicembre, accusato del femminicidio di Giulia Cecchettin, nel carcere di Verona si è concluso dopo circa mezz’ora. I magistrati sono entrati alle 10 nel carcere Montorio di Verona. Mezz’ora dopo, le macchine con a bordo la gip Benedetta Vitolo e il pm Andrea Petroni sono uscite e andate via.
Lo studente, assistito dall’avvocato Giovanni Caruso, con tutta evidenza ha deciso di non rispondere alle domande della gip che ha firmato il 20 novembre l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per “l’inaudita ferocia” e la “manifesta disumanità” degli atti contestati a Turetta. Una strategia difensiva che potrebbe essere stata concordata con il legale per poter dargli il tempo di studiare gli atti di indagine dell’inchiesta, atti che l’avvocato ha potuto avere solo ieri.
L’indagato potrebbe aver detto solo qualche frase, potrebbe aver fatto solo qualche dichiarazione spontanea. Per questo motivo ora si attende l’uscita dal carcere dell’avvocato del 22enne, con il quale verosimilmente si è intrattenuto per un altro colloquio, dopo quello di ieri, durato un’ora e mezza, e quello di sabato, giorno dell’arrivo in Italia dell’indagato. Di certo, come anticipato ieri dal legale, non è stata avanzata richiesta di altre misure meno afflittive del carcere.
