La relazione che lega la pittura alla fotografia ha radici antiche che hanno attraversato correnti come il Cubismo, il Dadaismo, il Futurismo. Si sono rafforzate con gli affichiste di Villeglé e Rotella fino alle tele Pop di Rauchenberg e Warhol.
Wade Guyton continua questa tradizione attraverso le opere della sua prima mostra personale al Whitney Museum di New York.
Geometrie, linee e lettering creano grafiche minimali su pagine di libri e fotografie, superfici dove l’intervento umano è già passato. Le vernici c’entrano poco, almeno non in modo diretto: l’aggiunta delle note di colore è in mano a stampanti Inkjet delle quali Guyton si avvale.
L’alterazione dei carrelli di queste ultime genera composizioni nelle quali il colore viene opportunamente soppesato: un intenso reticolo di alternanza cromatiche e bianco e nero.