Il mondo del rap è ancora sotto shock per l’improvvisa morte, a soli 28 anni, di Takeoff, avvenuta l’altra notte a Houston, in Texas. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, il rapper (il cui vero nome era Kirshnik Khari Ball) si trovava in una sala da bowling insieme a Quavo, altro componente dei Migos nonché suo zio, quando, alle 2.30 di notte, si è trovato coinvolto in una sparatoria nata in seguito a una partita di dadi che è degenerata in rissa. Takeoff, raggiunto da un proiettile alla testa, è morto sul colpo, mentre Quavo, che ha cercato disperatamente di soccorrerlo, è rimasto illeso. Sembra che altre due persone, di cui non si conosce l’identità, siano rimaste ferite in seguito alla sparatoria. Takeoff e Quavo avevano pubblicato poche settimane fa il disco congiunto Only Built for Infinity Links e la mattina del tragico evento era uscito il nuovo video di Messy. Purtroppo Takeoff è solo l’ultima vittima in ordine di tempo della lunga scia di sangue che ha funestato il rap americano, una sorta di guerra invisibile iniziata negli anni Novanta con le tragiche scomparse di 2Pac e Notorious B.I.G e proseguita fino ai giorni nostri. Da un decennio è in atto una diaspora della trap rispetto al rap: la prima, da un punto di vista musicale, è basata sulla ripetizione ossessiva degli stessi pattern ritmici di batteria elettrica, di basso e di una scarna parte melodica, mentre la voce è spesso filtrata con l’autotune.
Un genere di cui i Migos sono stati i campioni assoluti, portando sul tetto del mondo quel particolare tipo di southern rap nato all’inizio degli anni Duemila nelle “trap houses”, appartamenti abbandonati e degradati nei sobborghi di Atlanta in cui si spacciavano sostanze stupefacenti. Le droghe e le ritmiche dopate sono uno dei marchi di fabbrica della poetica dei Migos, nati nel 2008 a Lawrenceville (Georgia), così come le citazioni dei brand del lusso: non a caso Versace è stato il loro primo grande successo nel 2013, grazie anche alla ripetizione ossessiva del marchio italiano nel ritornello e al sensuale video, che è una vera e propria celebrazione dell’inconfondibile stile della “medusa”. La canzone è emblematica dello stile precipuo dei Migos, nel quale gli incastri vocali, le “ad libs” (brevi esclamazioni tra una rima e l’altra) e le funamboliche rime terzinate rendevano i loro brani molto più movimentati, divertenti ed elastici rispetto a quelli dei loro concorrenti, anche grazie ai loro tre differenti modi di rappare. La ripetizione ossessiva di Versace ricorda quasi i giochi di parole delle poesie futuriste, trasformando così i nomi in suoni che si fondevano perfettamente con le basi oblique e ipnotiche.
Takeoff si caratterizzava per il suo modo “cool” e rilassato di rappare, non a caso era considerato il più tranquillo e riservato dei Migos, nonostante nessuno dei tre avesse la fedina penale esattamente immacolata (nel 2015 sono stati arrestati per possesso di droga e armi, mentre Offset si è fatto 8 mesi di carcere). Oltre a creare uno stile musicale forte e riconoscibile, il trio di Lawrenceville ha contribuito a diffondere in tutto il mondo il celebre gesto del “dab”, anche e soprattutto grazie al video di Look at My Dab: una sorta di ballo in cui si abbassa il braccio verso il petto, si abbassa la testa e si muovono le gambe in sincronia (lo stesso che compie il calciatore della Juventus Paul Pogba dopo aver segnato un goal). I Migos sono diventati anche delle icone di stile, non esattamente minimale, indossando sei o sette catene di diamanti alla volta e orologi svizzeri che costano come un quadrilocale nel centro di una grande città. In rete gira un meme virale che spiega perché i Migos siano stati più grandi dei Beatles, lo stesso paragone fatto da Donald Glover (vero nome di Childish Gambino), che li ha coinvolti nella sua serie di culto Atalanta.
Un paragone eccessivo, se pensiamo alla genialità musicale e all’importanza che ancora oggi hanno i Fab Four, ma, restando in ambito trap, è innegabile che i Migos siano stati il gruppo più influente di sempre. Bad & Boujee del 2016, in collaborazione con Lil Uzi Vert, è probabilmente la più importante canzone trap degli ultimi 10 anni, una pietra miliare che ha ispirato Travis Scott, Future, 2 Chainz e Cardi B (ex moglie di Offset). Dopo il successo degli album multiplatino Culture e Culture II, ricchi di collaborazioni illustri, i Migos, seguendo il precetto divide et impera, hanno pubblicato ciascuno un album solista (Quavo Huncho di Quavo e The Last Rocket di Takeoff nel 2018, Father of 4 di Offset nel 2019), senza mai avvicinarsi, però, al miglior materiale del trio. Il recente Only Built for Infinity Links di Quavo e Takeoff, pur essendo un disco ispirato, è comunque inferiore a Culture III, pubblicato a giugno del 2021 (con i featuring di Justin Bieber, Drake, Future e Cardi B). Ancora una volta si conferma che la forza dei Migos risiede proprio nella diversità di stili e di flow, che insieme creano una miscela esplosiva sopra beat implacabili. «Il beat è tutto. Non siamo degli artisti da ballate. Deve essere leggero, divertente e focoso», ha dichiarato Offset, svelando il segreto che rende diverso il trio rispetto a tutti gli altri trapper.
