noel Gallagher
(Massimiliano Lorenzin per Live Nation Italia)
Musica

E Noel Gallagher decise di mettere la musica in primo piano

Al concerto con i suoi High Flying Birds l'ex Oasis regala spazio alle note, provando con successo a fare un piccolo passo indietro

Se c'è una cosa che riesce difficile ai musicisti ed agli artisti in genere è «mettersi in secondo piano». Un artista, una rockstar ha nel suo dna proprio il prendersi il palco e dominarlo, il mettersi in primo piano. Ci sono però artisti che a volte scelgono di fare un passo indietro e lasciare spazio in questo caso alla musica, alla sua sacralità ed alla sua forza.

È la sensazione che lascia il concerto di Noel Gallagher e della sua band, High Flying Birds, che hanno conquistato il Forum di Assago, a MIlano.

La band sale sul palco con precisione alle 20.30 in formazione classica: Gem Archer (chitarrista solista), Russel Pritchard (basso), Mikey Rowe (tastiera), Chris Sharrock (batteria) e le coriste Audrey Gbaguidi, Jessica Greenfield e Charlotte Marionneau. Noel entra a ruota e inizia con Pretty Boy, il primo singolo dell’album 2023, che è proprio uno di quei tre pezzi in collaborazione con l’ex leader dei Jam, che è anche stato recentemente remixato da Robert Smith dei Cure. A seguito, riparte subito con Open the Door, See What You Find, accompagnato alle sue spalle da un wall con fantasie psichedeliche anni Settanta. Il tempo di cambiare di chitarra, da una acustica a una elettrica, che Gallagher attacca con il brano Council Skies, per poi proporre We’re Gonna Get There in the End, un pezzo con influenze marcatamente beatlesiane. Il pubblico ha preso parte a un viaggio nel passato, portando sul palco alcuni brani del nuovo album Council Skies e alcuni da tutta la sua discografia solista, passando da The masterplan a Half the world away. Non incanta, invece, la versione acustica di Live forever, poiché manca l’aspetto di coinvolgimento emotivo che ci si aspetterebbe da tale tipologia di performance. Noel ha regalato ai presenti anche una cover devozionale quale la dilaniata Quinn the Eskimo, motivo per cui Noel ha detto no pure al megatour celebrativo con cui il fratello Liam che intende festeggiare trent’anni del primo album degli Oasis “Definitely maybe”.

La parte più coinvolgente per il pubblico è stata quella in cui Noel si è esibito con le canzoni storiche, sino a quando, con la chiusura con Don’t back in anger le corde vocali ed emotive del Forum sono esplose in un’unica voce caricandolo di emozioni.

Dopo la carrellata dei singoli dell’ultimo album che conclude il primo set, Noel ha forse il primo vero contatto con il pubblico italiano, salutandolo con un “Ciao Milano!” aprendo le danze con You Know We Can’t Go Back.


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Cristina Brasi