Home » Lifestyle » Moda » Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe

Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe

Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe

Dai costumi firmati Balmain e Jean Paul Gaultier alle produzioni di Saint Laurent, tutte le volte che la moda ha fatto incursione nel mondo del cinema

Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe
Cinema, quando gli stilisti fanno parte della troupe

Quello tra moda e cinema è un sodalizio che nasce negli anni Cinquanta. E se è scontato aspettarsi la presenza di stilisti e maison nelle pellicole sul mondo dello stile, dai tempi di Blow-up al Diavolo veste Prada, giusto per citarne due titoli mainstream, non lo è altrettanto aspettarsi che i costumi stessi di scena siano firmati. Eppure, sono moltissimi i film che nascondono guardaroba altolocati. A partire da E Dio creò la donna di Roger Vadim, dove Brigitte Bardot indossa abiti realizzati per lei da Pierre Balmain. Il tempo di un ciak-si-gira che ad Hollywood gli stilisti diventano un must-have, basti pensare al tandem Audrey Hepburn -Hubert de Givenchy in Sabrina e poi in Colazione da Tiffany, oppure a quello Catherine Denevue -Yves Saint Laurent, cominciato con Bella di Giorno e proseguito fino al 1983 con Miriam si sveglia a mezzanotte. Tra gli anni Settanta e Ottanta la presenza di abiti firmati nei film diventa una cifra distintiva, basti pensare ai bauli di Louis Vuitton nell’Innocente di Luchino Visconti o al total look Giorgio Armani di American Gigolò. Con il decennio successivo, le incursioni dei designer diventano sistematiche grazie a titoli cult come Romeo + Juliet di Baz Luhrmann, che inaugura una lunga collaborazione con Prada, che proseguirà anche ne Il grande Gatsby ed Elvis. La maison milanese, infatti, ha un rapporto speciale con il cinema, collaborando a produzioni come Maria Antonietta di Sofia Coppola e Asteroid City di Wes Anderson. Nello stesso periodo, Jean Paul Gaultier irrompe nel Il quinto elemento di Luc Besson e Lacoste ritrova verve grazie ai Tenebaum di Anderson. Ma veniamo ai giorni nostri, dal 2023 Saint Laurent ha una propria casa di produzione cinematografica e ça va sans dire, gli abiti della maison sono apparsi in tutti i principali progetti da Emilia Pérez di Jacques Audiard a Parthenope di Paolo Sorrentino. Anche LVMH che, insieme a Superconnectors Studio, ha fondato 22 Montaigne Entertainment con l’obiettivo di sondare il potenziale della macchina da presa, mentre Prada attraverso la fondazione eponima, annuncerà lunedì prossimo a Venezia, la nascita di un fondo dedicato al cinema da 1,5 milioni di euro.

© Riproduzione Riservata