Lo Hobbit - La desolazione di Smaug: 10 cose da sapere
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Lo Hobbit - La desolazione di Smaug: 10 cose da sapere

Il secondo film della trilogia firmata Peter Jackson arriva al cinema. Tra nuovi personaggi (alcuni non presenti nel libro di Tolkien) e il ritorno di Legolas, ecco scopriamo curiosità, sviluppi narrativi e dettagli di una produzione mastodontica

Dal 12 dicembre nelle sale italiane, Lo Hobbit - La desolazione di Smaug di Peter Jackson è un'altra maratona visiva (di 2 ore e 40 minuti) nell'avventuroso, intricato e sorprendente mondo dello scrittore J.R.R. Tolkien. Secondo film della trilogia tratta dal romanzo Lo Hobbit, va a inserirsi 60 anni prima delle avventure di Frodo e amici raccontante dalla trilogia de Il signore degli anelli. Si ispira anche alle 125 pagine di appendice che Tolkien ha incluso proprio alla fine de Il signore degli anelli. Ovviamente segue il primo capitolo uscito al cinema lo scorso anno, Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, in cui una compagnia di tredici nani capitanati da Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) si inoltrava, insieme allo hobbit Bilbo Baggins (Martin Freeman) e allo stregone Gandalf (l'immancabile Ian McKellen), alla riconquista del regno di Erebor, strappato dal temibile drago Smaug. 
Potente a livello visivo, visto su schermo Imax sembra davvero di entrare nelle scene, anche se gli occhi sulla lunga distanza faticano a reggere il vivido impatto. Rispetto al precedente episodio il ritmo si fa più avvincente, con battaglie e prove da affrontare in veloce susseguirsi e pure qualche intrigante pennellata amorosa.

Scopriamo Lo Hobbit - La desolazione di Smaug in 10 punti, tra curiosità, dettagli di produzione, sviluppi narrativi. 

1) I nuovi personaggi

Tra nani instancabili e orchi in groppa a famelici wargs, tanti sono i nuovi personaggi, alcuni di questi inventati di sana pianta rispetto al libro. Ecco i principali:

- Beorn il mutatore di pelle: è l'ultima creatura della sua specie, un essere "sotto nessun incantesimo se non il suo", in grado di cambiare il suo aspetto da uomo di grossa taglia a orso gigantesco. Lo interpreta l'attore svedese Mikael Persbrandt. Beorn ha grande affinità con gli animali, per questo i costumisti hanno voluto che indossasse abiti non provenienti da pelli animali, compresi gli stivali di tessuto.

- Bolg: è l'orco spaventoso figlio dell'orco Azog (Manu Bennett). È una ragnatela di cicatrici. Lo interpreta il neozelandese di origine Maori Lawrence Makoare, un veterano che ha già recitato ne Il signore degli anelli: allora era Lurtz, un non meno terrificante Uruk-Hai della Terra di mezzo. 

- Tauriel: è l'affascinante elfo guerriero interpretato dalla canadese Evangeline Lilly, fresca mamma quando è stata contattata per la parte. È il comandante della Guardia Silvana dei pericolosi Elfi della Foresta, descritti da Tolkien come "più pericolosi e meno saggi" degli altri Elfi della Terra di mezzo. Tauriel sa battagliare con leggiadria e destrezza. È un personaggio nuovo rispetto al libro. "Abbiamo sempre pensato che bisogna essere fedeli al libro, ma anche fedeli al film che vorresti vedere" ha detto Fran Walsh, sceneggiatore insieme a Jackson e a Carolynne Cunningham. "I film hanno altri requisiti drammatici. Una delle cose che volevamo correggere era la mancanza di un personaggio femminile e Tauriel ha colmato questo vuoto in maniera splendida. Evangeline è stata fantastica. Ha capito la Terra di mezzo e ha voluto assicurarsi che, sebbene Tauriel sia un personaggio originale, sarebbe stata creata nello spirito del libro".

Thranduil: re degli Elfi del Reame boscoso, è interpretato dallo statunitense Lee Pace. Tutt'altro che simpatico, preferisce salvare la sua gente isolandola piuttosto che preoccuparsi anche delle sorti delle altre razze. 

- Bard: l'uomo di Pontelagolungo è interpretato dal britannico Luke Evans. "Bard è un personaggio memorabile del libro, ma nel nostro film questo umile barcaiolo è in un certo senso un enigma", dice Jackson. Il suo ruolo è destinato a diventare sempre più fondamentale nel terzo e ultimo capitolo.

2) Il ritorno di Legolas

A guidare gli elfi della foresta agli ordini di Re Thranduil c'è... Legolas, come ai tempi della Compagnia dell'anello interpretato da Orlando Bloom! Un'altra licenza cinematografica per Jackson & co.. "Quando incontriamo Legolas ne Il signore degli anelli apprendiamo che è il figlio di Thranduil", spiega Jackson. "Così quando visitiamo il Reame boscoso nel film, ci è apparsa una grande opportunità di riportare sulla scena Legolas, dato che ora abbiamo una panoramica completa dell'albero genealogico di Thranduil. Gli elfi sono immortali, così che i 60 anni trascorsi tra le due storie non sono stati un intralcio e, fortunatamente, Orlando non è invecchiato di un giorno negli ultimi 10 anni". Scopriamo pertanto come Legolas sia diventato quello che è ne Il signore degli anelli e cosa abbia originato la sua antipatia per i nani.

3) Le assenze di Gandalf

Poco prima di entrare nella Foresta Gandalf abbandona la ciurma di nani e hobbit. Dove Gandalf venga portato dalla sua ricerca, fa parte dell'universo espanso de Lo Hobbit che gli sceneggiatori hanno estratto dai dettagli forniti da Tolkien nelle appendici de Il signore degli anelli. Jackson spiega: "Nel libro Gandalf scompare diverse volte e dove vada non ci è dato sapere. Ma, molti anni dopo, Tolkien ha ideato i modi in cui l'assenza di Gandalf è legata agli eventi de Il signore degli anelli. In questo film siamo riusciti retroattivamente a colmare il vuoto, un'opportunità troppo ghiotta per lasciarsela scappare".

4) Bilbo il personaggio più evoluto

Rispetto al primo film è di certo Bilbo Baggins il personaggio che ha subito più cambiamenti: ora ha consapevolezze diverse, ha affrontato pericoli e mostrato coraggio. E soprattutto è in possesso del famoso anello, con cui inizia ad avere uno strano rapporto, sente che è molto più di quel che sembra, tanto che infilarselo per diventare invisibile per lui è sempre una scelta tormentata. Martin Freeman riesce con raffinatezza a mettergli addosso le nuove sfumature. 

5) La lingua elfica

Nel film Thranduil, Tauriel e Legolas conversano nell'antico linguaggio degli elfi. Tolkien ha creato due linguaggi elfici per la Terra di mezzo: il comune colloquiale Sindarin e il formale Quenyan. Come per gli altri film di Jackson ambientati nella Terra di mezzo, i produttori hanno scritturato l'allievo di Tolkien, David Salo, che ha dedicato la sua vita all'espansione della grammatica e del vocabolario di queste lingue, per tradurre quelle parti della sceneggiatura assieme all'insegnante di dizione Leith McPherson, aiutando gli attori a parlare un fluente elfico.

6) L'esercito di orchi killer

L’esercito di orchi killer di Azog è composto da una quasi indistinguibile combinazione di attori in protesi e creazioni digitali. Per Azog e Bolg, Jackson ha deciso di creare i personaggi usando la stessa tecnica di ripresa usata per dare vita a Gollum, la motion capture. "Azog è stato difficile perché lui è il cattivo principale, così come lo abbiamo adattato dalla storia, e volevamo fosse mobile, espressivo e il più terrificante possibile", spiega il regista. "L'idea di creare un orco in digitale era eccitante e questo ci ha dato libertà in termini della sua taglia e forma, perché non eravamo costretti a usare proporzioni umane".

7) 10 cm in più durante le riprese

L'umano Bard ha tre figli, tra questi c'è Bain, interpretato da John Bell, attore scozzese classe 1997. Appena quindicenne, il ragazzo durante il corso delle riprese è cresciuto di 10 centimetri. Per la squadra dei costumisti è stato un bel problema, ma hanno risolto aggiungendo polsini al suo costume man mano che lui cresceva. "Ho dovuto cambiare tre paia di stivali", ha detto Bell.

8) Benedict Cumberbatch è Smaug, drago da due anni e mezzo di lavoro

Nella versione originale è l'attore britannico Benedict Cumberbatch dal profondo timbro vocale a far parlare Smaug, il distruttivo drago bramoso d'oro. In italiana è Luca Ward a dargli la voce. La manifestazione fisica di Smaug è stata realizzata dagli artisti della Weta Digital, con l'impegno di tutti gli uomini disponibili, oltre che dei disegnatori della Weta Workshop e Weta Digital. La direttiva era che la testa di Smaut fosse "grande quanto un autobus". 
Il drago è stato costruito strato dopo strato, dalla forma dello scheletro al modo in cui si muove fino alla struttura della pelle, quest'ultima rifinita dal supervisore e art director creativo Gino Acevedo, il cui reparto ha lavorato su Smaug per oltre due anni e mezzo. "Dato che il personaggio è enorme, c'è voluta molta pelle per coprirlo tutto", racconta Acevedo. Creare un drago in digitale con quella mastodontica presenza e con una personalità scaltra e psicotica, come aveva in mente Jackson, ha richiesto agli animatori di incorporare non solo il lavoro di disegno, ma anche la recitazione di Cumberbatch. Per dare una sensazione di movimento del drago alle sue vocalizzazioni, l'attore ha registrato il suo dialogo in movimento in un teatro apposito, guidato dal supervisore delle motion capture, Dejan Momcilovic.  

9) Tre film girati tutti insieme

La trilogia di Lo Hobbit è stata girata contemporaneamente in un blocco iniziale di produzione di oltre 266 giorni, riunendo il cast e la troupe in seguito, per girare ulteriori scene che avrebbero arricchito Lo Hobbit: La desolazione di Smaug. La produzione ha occupato per intero gli otto acri di cui è composto lo studio di Miramar in Nuova Zelanda, incluse le sei sale di registrazione degli Stone Street Studios. Il cast e la troupe hanno lavorato nelle due isole maggiori della Nuova Zelanda per dare vita ai desolati paesaggi attraversati dalla Compagnia, nel loro viaggio finale verso Erebor.  
Il film è stato filmato in 3D a 48 fotogrammi al secondo ed è distribuito in High Frame Rate 3D (HFR 3D) nei cinema attrezzati, oltre che nei formati 2D, 3D e Imax.  

10) Parrucche, abiti e miniature in numeri

Lo scenografo Dan Hennah e il suo team hanno creato una miniatura virtuale della Terra di mezzo, in 94 modelli per l'intera trilogia, costruiti in scala 1:16 o 1:25. Il supervisore alle acconciatore e trucco Peter Swords King, insieme alla sua squadra, ha prodotto 752 parrucche e 263 barbe, ognuna fatta su misura per il cast principale e le loro varie controfigure (solo per i tredici nani sono state realizzate 91 parrucche). In totale sono stati creati 400 costumi solo per Pontelagolungo. 

 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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