Il Parma è fallito, ripartirà dai Dilettanti
Troppo alto il debito di 22 milioni di euro, tutti gli acquirenti hanno fatto dietro front
Finisce nel peggiore dei modi la stagione più difficile nella storia del Parma calcio. Oggi la società emiliana dà l'addio alle categorie professionistiche retrocedendo tra i Dilettanti, con l'obiettivo di riuscire almeno a ripartire dalla serie D. Il club, sprofondato nei debiti della gestione Ghirardi e dichiarato fallito lo scorso 19 marzo, era stato messo all'asta alla ricerca di un nuovo patron che potesse prendersi onere del debito di 22,6 milioni di euro. Le due cordate più interessate, quella del manager Giuseppe Corrado e quella dell’ex campione americano di baseball Mike Piazza, si sono però ritirate a poche ore dalla fine dell'asta condannado il club ducale al più triste dei destini.
Vano è stato anche il lavoro dei curatori fallimentari Alberto Guidotto e Angelo Anedda, riusciti nell'impresa di far calare il debito del club da 79 a 22,6 milioni di euro. In questi mesi le sei aste per la cessione sono andate tutte deserte ed ora il regolamento federale prevede che il titolo sportivo, ritornato nelle mani degli organismi federali, venga consegnato, sentito il parere del sindaco della città, ad una nuova società che dimostri di essere in grado di partecipare la campionato di serie D, possibilità tutt'altro che scontata visti in tempi strettissimi che mancano alla scadenza per le iscrizioni alla prossima stagione. In tutto questo è surreale la situazione dei Giovanissimi del Parma che sono ancora in lotta per lo scudetto ma rischiano di essere eliminati a tavolino dopo il fallimento del club.
Si è cercato fino all'ultimo di mantenere la squadra in serie B e conservare così il titolo sportivo, l'azienda, i dipendenti e anche il settore giovanile. Niente da fare, a poche ore dal forfait del gruppo di Giuseppe Corrado è seguito quello di Mike Piazza che ha fatto sapere: "Con grande tristezza e rammarico devo comunicare l’abbandono della trattativa per l’acquisizione del Parma Fc . Comprendo e condivido l’amarezza dei tifosi del Parma per questa decisione. Assieme ai co-investitori nel progetto non abbiamo ritenuto sostenibili gli investimenti necessari per coprire le passività attuali e future di una squadra il cui avviamento è stato fortemente pregiudicato".