Gianni De Bonis, anche il bilancio è maxi
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Gianni De Bonis, anche il bilancio è maxi

La Rubrica - Gente di Mare 2.0

Per bene (ma non tanto per dire), pacato e gentile nella narrazione, eppure visibilmente coinvolto e coinvolgente, Gianni De Bonis, ceo di Sacs Tecnorib, a un anno e mezzo circa dalla fusione dei due brand ha fatto con Gente di Mare 2.0 un bilancio. Decisamente positivo, perché la grande, e difficile, scommessa «insieme si va lontano», l’ha vinta. A voler spaccare il capello in quattro, peccato solo per la patente…

Alla fine l’ha presa?

«Che cosa?»

La patente nautica. Se non sbaglio è un suo grande desiderio da almeno una quindicina d’anni.

«No, non l’ho presa. Rimando, rimando e rimando. Diciamo per mancanza di tempo».

Diamoci un obiettivo De Bonis. Duemilaventicinque come la vede?

«Può darsi».

Guardi che la chiamo per chiederglielo…

«L’aspetto».

A proposito di obiettivi. Quello – cito testuale – di «fare meglio insieme» lo avete raggiunto? A circa un anno e mezzo dalla fusione tra Sacs e Tecnorib che aria tira dalle sue parti?

«Fresca, nuova e pulita. Anche se non abbiamo la prova del 9 di ciò che avremmo potuto fare separatamente, siamo molto soddisfatti. La convivenza funziona. La vera incognita era quella di riuscire a creare un dialogo costruttivo tra brand con Dna differenti. Direi che ci siamo riusciti».

Qualche esempio concreto?

«Anzitutto siamo più forti, numerosi e strutturati e, come tali, riusciamo a pianificare il lavoro con più calma e raziocinio. La supply chain in questo momento è chiaramente stressata, ma non per noi. E poi c’è in corso l’ampliamento del sito produttivo di Roncello. Parliamo di 8 mila metri quadrati in più dedicati alle imbarcazioni sopra i 42 piedi».

Senta, il “meglio” di cui sopra vale anche per i conti? Tornano?

«Assolutamente. L’obiettivo di superare i 45 milioni di euro di fatturato nel 2022 è stato centrato e la previsione per il 2023 è di crescere ancora di più, almeno del 25 per cento per scavallare i 57».

Guardando il carnet dei vostri maxi rib, PIRELLI e Sacs, sembra davvero che non vi manchi nulla per fare bingo.

«La nostra offerta è rivolta a big spender che per fortuna nel mondo continuano a crescere. Parliamo ad armatori esigenti che chiedono altissima qualità. Con PIRELLI soddisfiamo i desiderata di chi ama la velocità e la convivialità a bordo. Sacs, invece, è la risposta per chi oltre alle facilities tipiche di un gommone, cerca il massimo del comfort, la sofisticatezza, il lusso. Abbiamo davanti una platea ampia e trasversale che ci consente grande spazio di manovra».

Sta forse dicendo tra le righe che con le linee Strider e Rebel, Sacs può dare filo da torcere ai più tradizionali motoscafi entro i 15 metri?

«La correggo. È sbagliato dire “può dare”, lo dà. Senza falsa modestia mi sento di affermare che i nostri competitor, se parliamo in particolare di Sacs, sono proprio i produttori di motoscafi, open e walkaroud».

E se parliamo di PIRELLI?

«Nessuno. Nel segmento dei maxi rib siamo leader».

Un posizionamento meritato. In effetti, tornando indietro nel tempo, che qualcosa di veramente innovativo e unico stesse accadendo nel panorama dei gommini, destinato peraltro a scrivere un nuovo corso nella storia del diporto, era già abbastanza chiaro. Se le dico maggio 2006, golfo di Santa Margherita Ligure, che cosa le viene in mente?

«Soltanto una cosa, il mitico PIRELLI 770. Ho ancora qui, nel mio ufficio, la foto e ogni volta che la guardo mi emoziono. Ricordo molto bene l’entusiasmo e l’incertezza, tanta, di quel giorno. Per l’epoca si trattava di un’assoluta novità, ma la voglia di “rischiare”, di metterci in gioco ci ha premiati. Il 770 ci ricorda da dove siamo partiti».

Se le dico Williams, invece, le faccio venire il mal di testa?

«Ma no. Loro sono indiscutibilmente i numeri uno nella produzione di jet tender. Anche noi li costruiamo, ma non rappresentano il nostro core business. Comunque rispetto a questo tema abbiamo delle belle novità in pancia».

Sentiamo, siamo qui apposta.

«Eh no (sorride). Per ora posso dare soltanto una data: Düsseldorf 2024. In occasione del Boot metteremo sul piatto qualcosa di molto interessante».

Va bene, visto che non vuole anticipare nulla, mi vendico con una domanda antipatica sulla sostenibilità. Per definizione il mondo dei rib e dei maxi rib ci fa un po’ a cazzotti, o sbaglio? Difficile immaginare un PIRELLI 50 che navighi lungocosta a 10 nodi “spinto” da una virtuosa propulsione elettrica…

«Ni. O meglio, se è anacronistico immaginare questo, ciò non significa che non si possano fare passi in avanti nel rispetto dell’ambiente. Anzi, in questo senso i gommoni hanno degli atout formidabili. Intanto sono imbarcazioni più leggere dei tradizionali yacht e hanno carene sempre più efficienti. La somma di questi due elementi è inconfutabile e si chiama riduzione dei consumi. In ogni caso stiamo conducendo studi anche su propulsioni alternative. Per ora abbiamo realizzato un prototipo di 4 metri e mezzo. Lo stiamo osservando al microscopio. Le criticità maggiori, si sa, sono quelle legate all’autonomia di navigazione e alla possibilità di ricaricare il pacco batterie. La strada è lunga, ma siamo ottimisti. Avere acquisito la consapevolezza di dover fare qualcosa per la salvaguardia dei mari e più in generale del pianeta, è di per sé già un risultato».

Ha detto carene sempre più efficienti. Anche quelle del PIRELLI 50, del 42 e poi del 35 sono marchiate a fuoco Mannerfelt. Squadra che vince non si cambia?

«Esatto. La collaborazione con il rinomato studio scandinavo è collaudata. Un punto fermo. Parliamo la stessa lingua, non c’è nulla da aggiungere. Lo stesso vale per Sacs con il designer Christian Grande».

Ricapitoliamo un attimo: la fusione tra i brand va alla grande, i conti sono più che a posto, i maxi rib belli come il sole, le collaborazioni con i partner inossidabili. Come la mettiamo con lo spettro, a detta di alcuni analisti, di una leggera flessione del mercato dopo un biennio, il 2021-2022, di euforia nautica?

«Sarò ripetitivo, ma anche in questa direzione ci sentiamo tranquilli. Monitoriamo la situazione, ovvio, ma senza tachicardie. Quand’anche la domanda dovesse calare leggermente, questo consentirebbe ai costruttori di lavorare con meno ansie da prestazione e consegna. Dubito poi che possa verificarsi un altro disastro simile a quello del 2008. D’accordo la prudenza, ma non esageriamo. Il nostro target, inoltre, non conosce crisi».

Il famoso target. È vero che per questi paperoni, i maxi rib sono un gran bel giocattolo?

«Un giocattolo razionale. Nel senso che l’acquisto di un PIRELLI o un Sacs non è mai un capriccio. Gli armatori hanno voglia di guidare, di vivere il mare, di divertirsi. Tempo fa un cliente, un signor cliente, mi ha confessato di sentirsi “ospite” sul suo yacht perché a bordo il vero attore alla fine è l’equipaggio. Il gommone, grande o piccolo che sia, rappresenta la libertà, un privilegiato a tu per tu con la natura, non dimentichiamolo».

E per lei, De Bonis, che cos’è davvero impagabile?

«Trascorrere il tempo libero che ho a disposizione con mia moglie e le mie due meravigliose bambine».

info: gentedimareonline.it

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Chiara Risolo