Una lunga teoria di infortuni, quasi tutti muscolari e molti gravi con prognosi di diverse settimane. La stagione del Napoli si sta trasformando in un calvario che costringe Antonio Conte a inventarsi variante di formazione e tattiche in continuazione. Contro la Juventus, in uno dei match più attesi dalla piazza partenopea, il centrocampo dei campioni d’Italia sarà ridotto all’osso con praticamente un solo giocatore di ruolo (McTominay), un adattato (Elmas) e un giovane della Primavera (Vergara).
Situazione disperante e che va analizzata, visto che nell’anno dello scudetto il Napoli si era distinto per aver avuto un numero fisiologico di infortuni mentre l’esplosione in questa stagione può avere una correlazione stretta con il moltiplicarsi degli impegni tra campionato, Champions League, Coppa Italia e trasferta in Arabia Saudita per la Supercoppa italiana.
Nel momento della crisi di risultati si è molto parlato della diversa visione tra l’allenatore e lo spogliatoio a proposito dei carichi di lavoro settimanali e della gestione di ritiri e riposi. Questioni interne che si riflettono, però, anche sul conto degli infortuni e mettono il Napoli in una situazione di difficoltà.
Napoli, ecco tutti gli infortuni da inizio stagione
In tutto sono 17 gli episodi di infortunio e problema fisico del Napoli di Conte da inizio stagione. La stragrande maggioranza (14) è di natura muscolare in alcuni casi con diagnosi di mesi per il ritorno in campo. I due più gravi hanno colpito giocatori fondamentali come Lukaku e De Bruyne, entrambi con lesione profonda del bicipite femorale della coscia destra e con assenza dai campi che si è prolungata o si sta prolungando per mesi.
Lukaku si è fatto male a Ferragosto in un’amichevole precampionato, calciando in corsa verso la porta avversaria: fuori quattro mesi con precipitoso ritorno di De Laurentiis sul mercato per acquistare Hojlund e dare a Conte un attaccante da schierare titolare. Stessa diagnosi per De Bruyne il cui crac risale al 25 ottobre nel corso della sfida contro l’Inter, tirando un calcio di rigore: rientro ipotizzato per febbraio 2026.
Il bicipite femorale della coscia destra, con una lesione meno profonda, ha fermato per una decina di partite anche Rrahmani a metà settembre. Peggio è andata ad Anguissa, infortunatosi sempre nella stessa zona ma alla coscia sinistra durante la sosta nazionali di metà novembre con ritorno all’attività agonistica previsto per fine gennaio o metà febbraio. Lo slovacco Lobotka è andato ko ben due volte: la prima in nazionale a inizio ottobre per un problema agli adduttori (fuori una ventina di giorni) e la seconda nel corso del riscaldamento prima della sfida di Coppa Italia contro il Cagliari.
Gli altri? Neres affaticamento muscolare il 30 agosto, Buongiorno problema agli adduttori il 22 settembre e classico stop di un paio di settimane, affaticamenti per Mazzocchi e Olivera con rientri rapidi e per Hojlund (17 ottobre) costretto in infermeria per due settimane abbondanti. Infine Gilmour che doveva essere l’alternativa più affidabile a centrocampo per coprire le assenze degli altri e che si è fermato a inizio novembre ed è dovuto ricorrere all’operazione.
Nella categoria infortuni non muscolari rientrano solo Spinazzola, bloccato da un’infiammazione all’osso pubico a novembre dopo essere già stato costretto a fermarsi per affaticamento a settembre, il portiere Meret che si è procurato una frattura al metatarso del piede destro il 24 ottobre ma già aveva fatto i conti con un fastidio muscolare a settembre e Gutierrez, distorsione alla caviglia con degenza che ha interessato le sfide contro Qarabag e Roma.
