Gabigol e Joao Mario: Suning investe davvero nell'Inter
Due colpi in un giorno per 70 milioni di spesa: ecco la risposta dei cinesi alla Juventus. Ma c'è l'Uefa da convincere per il fair play finanziario
Grande traffico sui cieli di Milano, per un venerdì che segna il debutto di fuoco di Suning alla guida del club nerazzurro. Fin qui si erano limitati a promettere una svolta decisa dopo i tempi dell'austherity: ora sono passati dalle parole all'azione, sgomberando il campo da qualche dubbio che cominciava a sorgere al culmine di un'estate isterica, caratterizzata dal tardivo addio a Roberto Mancini e con lo choc del debutto con sconfitta a Verona da metabolizzare.
Non poteva esserci momento migliore per lanciare un segnale deciso. I cinesi ci sono e, almeno da questa parte del Naviglio, hanno idee e soldi. Joao Mario e Gabigol dovranno dimostrare sul campo di valere i 70 milioni complettivi che costano al club, ma nel momento dello sbarco ha quasi più importanza l'atto di forza di una proprietà che rilancia sul tavolo del calciomercato.
Doppio colpo da 70 milioni
Gabriel Barbosa (alias Gabigol), che l'Inter segue da poco più che bambino, è un'operazione da 25 milioni di euro distribuiti tra il Santos e gli altri che vantano diritti sul cartellino dell'attaccante appena laureatosi olimpionico con il Brasile a Rio 2016. Trattativa lunga un'estate, più volte sul punto di saltare e condotta grazie agli intermediari di Kia Joorabchian, potente intermediario Fifa cui Suning sta appaltando il mercato nerazzurro. Il brasiliano potrebbe arrivare subito oppure a gennaio. I dirigenti avevano giurato che non sarebbe stato un'alternativa a Icardi e sono stati di parola.
Joao Mario, rivalutato da un ottimo Europeo concluso con la vittoria del Portogallo, costa quasi 50 milioni di euro tra prestito oneroso e pagamenti dilazionati nelle prossime stagioni. Lo Sporting Lisbona ha tenuto duro fino a che ha potuto, ma la volotà del giocatore e del suo agente (lo stesso Kia) ha fatto la differenza. Giovane e talentuoso, il profilo perfetto per Suning che voleva dare un segnale sulla futura politica del club.
E l'Uefa vigila sul rispetto del fair play finanziario
Tutto questo, giurano i dirigenti nerazzurri, nel rispetto dei paletti del fair play finanziario cui l'Inter deve sottostare dopo aver firmato l'accordo con la Uefa nei mesi scorsi. Possibile? Apparentemente no senza una cessione importante e il nome è quello di Brozovic, che è sul mercato e la cui partenza potrebbe convincere i controllori di Nyon sulla volontà di non fare il passo più lungo della gamba.
Con lo shopping di fine agosto, il conto del mercato sale a circa 100 milioni di euro compresi quelli spesi per Candreva. Tanti e non del tutto bilanciati dalle uscite, sui cui Ausilio ha lavorato con forza da giugno in poi. I big sono stati tenuti, ma gli equilibri andranno trovati per evitare di entrare in contrapposizione con chi valuta l'applicazione delle norme. Suning farà qualcosa anche sul versante sponsorizzazioni per aumentare il fatturato, però bisogna dare anche risposte immediate.
Una riguarda, ad esempio, la formazione della lista per l'Europa League. Sono 22 nomi da inserire e, pare, col vincolo del pareggio nel saldo di mercato rispetto all'ultima presentata che per i nerazzurri riporta al 2014-2015. Obiettivo quasi raggiunto, considerato che rispetto a quell'elenco mancano perchè monetizzati giocatori come Kovacic, Hernanes, Guarin, Juan Jesus, Shaqiri, Obi, Kuzmanovic e Bonazzoli. Però la strada rimane stretta da percorrere.