Europa: così la Roma contro le inglesi
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Europa: così la Roma contro le inglesi

Tutti i precedenti della squadra giallorossa con le squadre della Regina. La delusione più grande: il 7-1 con il Manchester United

C'è una data che nella Roma giallorossa brucia più del fuoco e avvelena l'aria coma un gas tossico: 10 aprile 2007. Alle 20,45 di quel giorno maledetto, all'Old Trafford di Manchester, tana e rifugio dei Red Devils di Sir Alex Ferguson, va in scena la gara di ritorno dei quarti di finale della Champions League. La Roma di Luciano Spalletti, reduce da un confortante 2-0 sul campo del Catania, esce dagli spogliatoi gonfia di passione e di fiducia. All'Olimpico era finita 2-1 per le truppe della lupa, tutto sembrava possibile, tutto si poteva fare, anche confezionare lo sgambetto ai danni dello squadrone che in quegli anni pareva un leone indomabile fuori e dentro i confini nazionali. Capitan Totti suona la carica, si parte a testa alta per chiudere la contesa tra gli onori. Tempo 20 minuti e Roma affonda.

Prima Carrick al minuto 11, poi Smith al 17', quindi Rooney al 19', il Manchester United prende il volo e crea il vuoto. Spalletti suggerisce e propone, perché l'impresa è ancora possibile anche se complicatissima, ma la nave giallorossa continua a imbarcare acqua. Al 44' Cristiano Ronaldo mette la firma sul 4-0 e il sogno diventa incubo. A nulla servirà la pausa del primo tempo. Perché alla ripresa delle ostilità, è ancora il portoghese dai piedi di velluto a gonfiare la rete difesa da Doni. E' un monologo di chi veste il rosso, una condanna per chi sfila in bianco. Al 60' Carrick concede il bis che mette in ginocchio definitivamente la Roma. Non basterà il lampo di De Rossi poco più tardi a restituire un minimo di serenità al popolo della capitale. Lo United non ha pietà e lo dimostra a nove minuti dalla fine della gara con il neo-juventino Evra, che firma il gol del 7-1 tra la meraviglia dell'Old Trafford e la disperazione di chi tifa giallorosso. Sprofondo Roma, che a Manchester incassa la peggior sconfitta della sua storia europea.

L'Inghilterra non ha mai conquistato Roma

Nei precedenti tra le squadre inglesi e il club giallorosso si registra un sostanziale equilibrio tra sorrisi e mugugni. Tutto o quasi ebbe inizio tra il settembre e l'ottobre del 1961, quando la formazione della capitale strappò al Birmingham City la Coppa delle Fiere, pareggiando nella perfida Albione 2-2 (doppietta di Manfredini) e chiudendo la pratica all'Olimpico per 2-0. Roma bella e possibile, e soprattutto campione. Anche se purtroppo nei dieci anni successivi si registrarono più scivoloni che arrampicate. Negli ottavi della Coppa delle Fiere 61-62, è lo Sheffield Wednesday a passare il turno (4-0 e 0-1). Quattro anni più tardi, sempre nel torneo che sarebbe poi diventato prima Coppa Uefa, quindi Europa League, ci pensa il Chelsea a fermare al primo passo la corsa della Roma (4-1 e 0-0). E non cambiano le cose nella finale della Coppa di Lega Italo-Inglese del 1969. Roma batte Swindon Town 2-1, ma al ritorno sono dolori e lacrime (4-0 Swindon).

Quella Coppa Anglo-Italiana

La Roma ferma l'emorragia nella Coppa Anglo-Italiana del 1972, superando nella fase a gruppi due volte lo Stoke City (2-0, 2-1) e alzando il trofeo grazie alla vittoria sul Blackpool in finale per 3-1. Gli anni Ottanta sono invece segnati dal primo grande lutto europeo della storia giallorossa. Finale della Coppa dei Campioni, 30 maggio 1984, partita secca all'Olimpico contro il Liverpool. E' il giorno dei destini incrociati di fuoriclasse come Graeme Souness e Kenny Dalglish da una parte e Paulo Roberto Falcao e Bruno Conti dall'altra. Alla fine dei tempi regolamentari, il tabellone dice 1-1. Merito di bomber Pruzzo, che riesce a rimettere in pista la Roma dopo il vantaggio siglato da Neal al 13'. Si va ai rigori: inizierà benissimo (segna capitan Di Bartolomei e sbaglia Nicol), finirà malissimo. Dal dischetto, gli inglesi ne segnano quattro, la Roma soltanto due. Liverpool campione, Roma nel buio.

Bene in Coppa Uefa

I giallorossi incontreranno nuovamente il Liverpool nella Coppa Uefa edizione 2000-01, e nella Champions League dell'anno seguente: non andrà molto meglio, anzi (2 vittorie Reds, una vittoria Roma, un pareggio). Nel mezzo, altri tre incroci da dentro o fuori in Coppa Uefa, due con il Leeds, uno con il Newcastle. Partite tiratissime decise da un gol. Risultati alla mano, va più bene che male. Da allora, la Roma sarà chiamata ad affrontare le formazioni inglesi nel torneo meno “nobile” in altre due occasioni. Dividerà la posta nella fase a gironi contro il Middlesbrough (2005-06, una vittoria per parte) e raccoglierà 4 punti su 6 con il Fulham nell'edizione 2009-10, ultimo confronto dei giallorossi con le truppe della Regina prima della sfida di stasera.

La Champions, più lacrime che sorrisi

La Roma inciampa due volte su due contro l'Arsenal. Accade nella fase a gironi del 2002-03 (1-3 in casa, 1-1 a Londra) e negli ottavi del 2008-09 (7-6 per gli inglesi all'Olimpico dopo i calci di rigore). Ma si toglie la soddisfazione di mettere sotto il Chelsea nel 2008-09 (0-1 per i Blues a Stamford Bridge, 3-1 Roma al ritorno). Dunque, Manchester, sponda United, spesso e volentieri. Detto del capitombolo giallorosso nell'edizione 2006-07, è nella stagione successiva che il caso diventa abitudine. I due club si guardano in faccia sia nella fase a gironi, sia nei quarti di finale. Il bilancio dice che una delusione tira l'altra: tre vittorie dei Red Devils e un pareggio. A Roma dici Manchester e vedi nero. Tuttavia, lo United non è il City, squadra con la quale la squadra della capitale non ha mai giocato in gare valide per un trofeo europeo. E stasera sarà necessario dimostrarlo.

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Dario Pelizzari