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Dopo la #MFW Vogue America attacca le fashion blogger

Dopo la #MFW Vogue America attacca le fashion blogger

Secondo le giornaliste della rivista quello delle fashion blogger è un fenomeno ingenuo e pericoloso

Dopo la #MFW Vogue America attacca le fashion blogger
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La fashion blogger Veronica Feraro

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La fashion blogger Eleonora Carisi

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La fashion blogger Chiara Biasi è la nuova fiamma di Simone Zaza

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(Ufficio Stampa)

IRENZE COLZI. I voti ai look della quarta serata del Festival? Panorama.it li ha affidati a Irene Colzi, una delle prime fashion blogger italiane e sicuramente tra le più conosciute. Ha esordito nel 2009, quasi per caso. “Seguivo già altre blogger straniere e mi sono detta, perchè no: anche a me piace la moda ed è una bella idea aprire uno spazio personale dove condividere la propria passione”, ci svela. Così è nato Irene’s Closet , uno spazio al femminile che può vantare solo su Facebook oltre 317 mila seguaci. “Nel mio blog pubblico non solo fotografie di come mi vesto e abbino capi per ogni possibile occasione ma, tramite queste, cerco di dare mille ed uno consigli utili per abbinare e ri-abbinare i capi in modo poco scontato e senza spendere un capitale – racconta Irene – Ma c’è spazio anche per il mio lifestyle: i prodotti di bellezza che uso, i viaggi che faccio (con tanti consigli utili su cosa vedere in viaggio), i negozi in cui faccio shopping. Insomma una condivisione della mia vita a 360 gradi dove ciò che rimane fondamentale è l’interazione con le ragazze che mi scrivono, alle quali cerco di rispondere sempre in modo dettagliato”.

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Ian Gavan/Getty Images

La fashion blogger Eleonora Carisi

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PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images

La fashion blogger Chiara Ferragni

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Chiara Ferragni da Moschino

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Chi ha regalato le rose bianche a Chiara Ferragni

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Chiara Ferragni

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Chiara Ferragni

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Chiara Ferragni

“Messaggio per i blogger che cambiano da testa a piedi i loro outfit sponsorizzati ogni ora: Finitela. Trovatevi un altro lavoro. State dichiarando la morte dello stile”, parola di Sally Singer, direttore creativo digitale del sito di Vogue America, una delle firme che, alla fine della settimana della moda milanese, ha deciso di mettere l’accento sul fenomeno dilagante delle fashion blogger che, soprattutto in Italia, oggi si moltiplicano come Gremlins con l’acqua.

Il portale di Vogue America, come ogni anno, ha dedicato ampio spazio alla Milano Fashion Week o #MFW come si dice su Instagram, evidenziandone i tanti aspetti positivi e quelli negativi.

Tra i pollice verso quello più sentito è nei confronti dell’esercito di aspiranti modelle/opinioniste/influencer griffate e dallo stuolo di seguaci su Instagram, Facebook e Snapchat, che dettano legge al fashionsystem.

“E’ una situazione schizofrenica e non può essere positiva” ha continuato la Singer cui poi si sono aggiunte altre colleghe come Sarah Mower, capo critico dell’online di Vogue America che ha detto: “La categoria dei Blogger, inclusi i fotografi di street style che le aspettano e adorano, è orribile. Ma ancor di più, è patetico come queste ragazze corrano continuamente su e giù per le sfilate, nel traffico, addirittura rischiando di essere investite, solo nella speranza di farsi fotografare”.

Nicole Phelps, direttrice di Vogue Runaway sottolinea quanto dietro al fenomeno blogger ci siano soprattutto i grandi (e piccoli) marchi che utilizzano queste giovani di buona volontà per farsi pubblicità a prezzo di qualche vestito regalato alle fashion blogger che poi, a suon di selfie e hashtag lo trasformano in un must have per la stagione: “Non è triste solo per queste ragazze che si pavoneggiano per i fotografi – sostiene la Phelps – È stressante, in egual misura, vedere quanti marchi partecipino al fenomeno accrescendolo”.

Più una fashion blogger assume importanza, infatti, più la sua opionione conta e più finisce per diventare essa stessa veicolo di tentenza che non sempre fa rima con buon gusto. Alessandra Codihna, giornalista di moda del sito in questo senso chiosa: “Cercare ispirazioni di stile tra i loro look presi e pagati (si può dire ‘bloggati’?) nelle prime fila è come andare in uno strip club alla ricerca dell’amore. Certo, è lo stesso circo, ma non è lontanamente paragonabile”.

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