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Il gusto ritrovato per il picnic

Il gusto ritrovato per il picnic

Preparati da chef stellati, ricchi di prodotti tipici, proposte vegetariane o etniche, menu salati o soltanto dolci, sono caleidoscopi
di sapore portatile da scoprire all’aria aperta. In totale libertà.


Sa di rottura con un passato angusto, è l’antitesi del lockdown, un rituale di libertà en plen air: trovare il proprio posto al sole (o meglio all’ombra, vista la calura di questi giorni), stendere la tovaglia chiedendo aiuto al vento, apparecchiare in modo scomposto senza le rigidità geometriche di un tavolo. Poi, via le scarpe, gambe incrociate e buon appetito.

Il picnic è un pasto casual e social, abusati però calzanti anglismi. È ortodossia del distanziamento, perché ci si accomoda con i propri intimi, lontani dagli estranei. È ritorno rustico alla terra e pure esperienza gourmet, da quando chef, hotel e locali blasonati si sono messi a proporre cestini, box e menu serviti all’aperto. Un modo per ricompensare chi in quarantena ha cucinato fin troppo e ora vuole solo rilassarsi, assaggiare un caleidoscopio di sapore portatile, abbandonarsi a una pennichella post-prandiale sull’erba.

Dalla città alla provincia, in particolare in campagna e montagna, i pacchetti per buongustai si sprecano. E sono parecchio originali. Dalle cucine del ristorante stellato Petit Royal di Courmayeur (Hotelroyalegolf.com) e dall’estro del loro direttore d’orchestra, Paolo Griffa, esce un carnet di idee «che sembra quasi la borsa di Mary Poppins», piena com’è di sorprese e coccole dolci. S’inizia con una ricotta di capra lavorata con poco zucchero, il salame è di cioccolato con un tocco di rum, mirtilli selvatici sono il segreto di una torta frangipane. Si beve Pinello, che non è un refuso ma un epigono del limoncello fatto con gemme di pino. Sull’etichetta si legge «Drink me», come in Alice nel paese delle meraviglie. Quando si dice un pasto da favola.

Sempre in quota, sulla sponda opposta del collo dello Stivale, troneggia il salato. Da una dozzina di rifugi in Alta Badia si ritira un cestino con alcuni dei migliori prodotti altoatesini. Mentre in quello firmato dal Waldbichl (Waldbichl.com) di Verano si spazia dal cous cous di grano saraceno alla trota affumicata, dalle salsicce d’agnello con scaglie di parmigiano e rucola a una crema da spalmare alle erbe selvatiche. Poco distante, nel parco di Terme Merano (Termemerano.it), ecco la complicità della tecnologia: si ordinano le pietanze preferite e un messaggio sul telefonino avverte che il box è pronto per il ritiro, così non si fa nemmeno un minuto di fila. Chi vuole inerpicarsi con il cibo sulle spalle, si rivolga invece al Terra The Magic Place (Terra.place/it), bistellato con vista sulle Dolomiti parte della collezione Relais & Châteaux. Niente cestino, ma uno zainetto completo di plaid da portarsi su per i sentieri. Dentro, pane fatto in casa, tanto squisito companatico, dolci, frutta e un buon bianco altoatesino.

Chi alla terra preferisce l’acqua, salpi dalle sponde incantate del lago di Como: il 5 stelle lusso Il Sereno (Ilsereno.com) ha il suo «pic-chic» con i piedi nell’acqua. Si viaggia sulle imbarcazioni che fanno parte della flotta privata dell’hotel, il pranzo o la cena escono da un cestino realizzato a mano in esclusiva per la struttura, il menu è studiato dall’executive chef Raffaele Lenzi e punta su piatti freddi della tradizione mediterranea rivista in chiave lussuosa, come l’insalata di riso integrale con verdure croccanti e astice.

Sempre giocando con le variazioni del nome, c’è il «pig-nic»: pig significa maiale ed è l’ingrediente essenziale del culatello. Il fulcro della proposta di Antica Corte Pallavicina (Anticacortepallavicinarelais.it) di Polesine Parmense, da gustare su tavoli di legno in mezzo al bosco fluviale. Per regalarsi un’evasione formato picnic, si può tranquillamente rimanere in città. A Roma, a Villa Pamphili, il bistrot ViVi (Vivibistrot.com) affitta telo e cestino di vimini, da riempire a piacere con bowl bio, insalate, crema di hummus e numerose tentazioni estive.

Chi preferisce l’etnico, punti al meglio: a Milano, Wicky’s (Delivery.wicuisine.it), che fa cucina giapponese con un taglio innovativo, ha il suo nuovo Kaiseki lunch box. Un vassoio coperto (il nome esatto è bento) con diverse portate a base di carne, pesce, riso e verdure, più molti classici dello chef. Ce lo si fa consegnare e lo si esplora dove e con chi si vuole all’aria aperta.

Com’è chiaro, le alternative si sprecano. Il sito Itspicnic.com, nato da poche settimane, fa da bussola: «Puntiamo a diventare l’Airbnb dei picnic. Selezioniamo cascine incantevoli, agriturismi splendidi e meno battuti, location di livello con un giardino curato, da proporre ai nostri visitatori» spiegano Francesca Sfalcin, Anita Reale, Gabriele Scaglioni e Giorgia Promontorio, il nutrito e determinato gruppo dei fondatori.

Sono partiti dalla Lombardia e dal Piemonte, l’idea è allargarsi con il tempo all’intero territorio nazionale. Si prenota e si paga online (così la struttura tiene d’occhio i flussi e il distanziamento è garantito), c’è il rimborso assicurato in caso di maltempo.
Il picnic diventa un evento: «Sebbene il meccanismo di fondo sia lo stesso, ci sono quelli per la famiglie, magari con animatori per divertire i bambini; quelli con un taglio più romantico, perfetti per le coppie. I cestini pensati per vegani e vegetariani, i più economici, con proposte leggere anche nel prezzo, o che richiedono una spesa maggiore a fronte di una qualità superiore». Sono, letteralmente, per tutti i gusti.

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