A Città di Castello la collezione di conchiglie più grande d'Europa
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A Città di Castello la collezione di conchiglie più grande d'Europa

Si chiama «Sensory Exhibition» la mostra inaugurata al Polo Scientifico museale Malakos. Sono oltre 600 mila gli esemplari catalogati.

Le meraviglie del mare in una conchiglia. Si chiama «Sensory Exhibition», la prima mostra sensoriale che apre le porte ad un percorso guidato dai sensi e dall’istinto esploratore che è in ogni persona. Quella inaugurata a Città di Castello al Polo Scientifico museale Malakos è la collezione privata di conchiglie più grande d’Europa, con circa 600mila esemplari catalogati. Una mostra interattiva in cui tutti, dai piccolissimi agli adulti alle persone con esigenze speciali anche con disabilità visiva, possono toccare, scoprire, annusare profumi, risolvere enigmi e ascoltare storie.

Un percorso inedito che coinvolge e travolge tutti i sensi. Mascotte della mostra, sicuramente al centro dell’attenzione dei visitatori, è «Acha», uno splendido esemplare vivo di Achatina, chiocciola gigante africana, presente per mostrare la morfologia e l’ecologia delle chiocciole terrestri ai bambini.

Acha», uno splendido esemplare vivo di Achatina, chiocciola gigante africana

Acha è una grande esploratrice. Ci sono conchiglie da toccare, pezzi reali minuscoli e giganteschi, il cui tocco fa comprendere la complessità di questi organismi e del loro nicchio, ma non solo. Si parla di conservazione ambientale e di ricerca marina: in una delle postazioni si può toccare con mano il detrito abissale, una sensazione unica come affondare le proprie mani nel fondo degli oceani a 2000 metri di profondità. Le scatole odorose da aprire e annusare trasportano il visitatore in isole lontane o nelle scogliere nostrane grazie a profumi di papaya, vaniglia o macchia mediterranea. Per la vista oltre ai meravigliosi colori delle conchiglie, si può godere di foto d’autore (Anna Fabrizi, Michele Solca, Giulia Furfaro) dagli scatti subacquei, alle gigantografie dei reperti in collezione. Non mancano i disegni d’artista, interpretazioni del mondo marino che escono dalla matita di Paolo Castelluccio.

Mattonelle parlanti da premere fanno ascoltare la voce di chi il mare lo ha vissuto veramente e ci ha passato una vita intera. Una mostra in presenza con collegamenti “hi-tech”. Tante le storie che a questo si collegano, con codici QR e Spotify code da inquadrare con il cellulare per approfondire i temi trattati, ascoltare musica, guardare documentari, tanti libri a tema messi a disposizione, da sfogliare nel tappeto con cuscini per i bambini o sul comodo pouf per gli adulti e tanto altro ancora. La mostra sensoriale è una piccola un’implementazione del percorso principale, un’esplorazione a 360 gradi che permette la fruizione da parte di tutto il pubblico dai bambini agli adulti e alle persone con esigenze speciali. La mostra si articola in 6 postazioni interattive che trattano i tropici, il Mediterraneo, la musica, la ricerca marina e l’impatto umano sull’ambiente. La mostra è mobile, può spostarsi in base alle necessità di pubblico grazie ai “bauli del tesoro”. Sono previsti e progettati eventi collaterali alla mostra sensoriale per bambini, adulti e gruppi organizzati: visite guidate diurne, in notturna grazie a luci “da spiaggia” e fruibile sia in estate che in inverno. La mostra è progettata per tutte le fasce di età, modulabile e in doppia lingua per il pubblico straniero.

E’ finanziata con il fondo Piccoli musei del MIC, cofinanziata dall’Associazione Malakos odv, e dagli sponsor tecnici Aboca Museum e Litocolor più, oltre al Comune di Città di Castello, punto di riferimento dell’innovativo progetto. Debora Nucci, direttrice operativa del museo e responsabile del settore di educazione ambientale, affiancata dal Professor, Gianluigi Bini, fiorentino di nascita ma tifernate d’adozione, naturalista, biologo marino, malacologo di fama mondiale, fondatore di questo veri e proprio “paradiso terrestre”, hanno inaugurato la mostra, alla presenza dell’assessore alla Cultura e alla dirigente di settore, Guliana Zerbato. «Da un’idea di condivisione del sapere, nasce questa mostra sensoriale targata Malakos» spiega con orgoglio la dottoressa Nucci «grazie ai fondi del Ministero dei beni culturali, ai volontari, agli sponsor e a tutti quelli che hanno contribuito in prima persona, al Comune di Città di Castello. La mostra è diventata realtà ed è un primo passo verso un progetto di importante valenza sociale per la fruibilità e dalle mille risorse e numerosi risvolti».

«Siamo felici di questa ulteriore ala espositiva del nostro museo, ogni giorno un passo avanti per la diffusione della cultura e la fruizione museale alla portata di tutti», precisa il Professor Bini. «L’importanza di una mostra sensoriale ha un valore morale etico e scientifico grandissimo. I musei, anche se parzialmente interattivi, spesso non possono operativamente soddisfare tutte le esigenze di persone che hanno differenti capacità sensoriali come ad esempio la manipolazione degli esemplari per i non vedenti che, inevitabilmente, al massimo dispongono solo di una sintetica dicitura in Braille, ma senza poter fisicamente capire (toccando il reperto) di ciò che viene esposto. Ma la percezioni sensoriali non si limitano solo a quelle visive: pensate ad un bambino che, rigirandosi fra le mani una conchiglia esotica può, chiudendo gli occhi, farsi trasportare in luoghi esotici, grazie a profumi, odori e suoni che, la sua fervida fantasia, lo trasporterà verso mete lontane, come se potesse servirsi di un futuristico tele-trasporto», conclude il Professor Gianluigi Bini.

«Abbiamo pensato che una mostra in grado di parlare a tutti potesse essere il modo giusto per intraprendere il nuovo cammino che conferma l’associazione Malakos Onlus come gestore del museo su un progetto ambizioso definito insieme all’Amministrazione comunale grazie ad un’opportunità offerta dal Codice del Terzo Settore, la co- progettazione». Il progetto futuro di potenziamento del museo Malakos, vista la vastità dei materiali presenti nelle collezioni, prevede un rinnovo parziale delle specie e dei concetti biologici esposti, sia in funzione delle ricerche scientifiche condotte e soprattutto in funzione delle richieste e degli interessi che giungono da parte dei visitatori; in primo luogo dalle scolaresche locali e non”, dichiara l’assessore alla cultura. Il percorso della mostra si conclude con un messaggio attuale ed eloquente sullo stato di salute dell’ambiente e dei mari sempre più compressi dalla presenza di rifiuti e plastiche che mettono a rischio tutto l’habitat esseri viventi presenti: in un contenitore accanto alle conchiglie e alla sabbia ci sono bottiglie di plastica ed altri rifiuti. Una immagine simbolica che non passa certo inosservata.

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Guido Castellano