Tinto Brass, gli 80 anni di un grande provocatore
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Tinto Brass, gli 80 anni di un grande provocatore

Compleanno storico per il popolare regista veneziano, autore di film discussi come La chiave e Salon Kitty. Un uomo colto e spiritoso, che in mezzo secolo di carriera non ha mai perso il gusto di scandalizzare

Lo sberleffo più feroce, a ben vedere, Tinto Brass lo ha riservato a se stesso. Come? Lasciando (anzi, facendo in modo) che gran parte dell'opinione pubblica e molti critici lo liquidassero come uno sporcaccione. Destino singolare, per un regista di valore che, archiviata la laurea in Giurisprudenza, ha iniziato ad amare il cinema grazie alla Nouvelle Vague per poi esordire come assistente alla regia di Roberto Rossellini. A quel punto è iniziata la fase erotica (avviata nel 1975 e mai finita), e degli esordi d'essai pochi si sono ricordati. Anche se è causa del suo mal, comunque, il regista veneziano non ha nessuna voglia di piangere: voleva lasciare il segno, provocare sempre e comunque, e c'è riuscito. Oggi Tinto può festeggiare un compleanno particolare, soffiando su 80 candeline. E noi, immaginandolo con il suo tipico sorrisetto sardonico sul viso e l'immancabile sigaro stretto tra le labbra, gli facciamo gli auguri scegliendo i 5 momenti clou della sua carriera.

1. La chiave (1983)

Nella speranza di ravvivare una vita coniugale ormai spenta, marito (Frank Finlay) e moglie (Stefania Sandrelli) affidano ai rispettivi diari i loro desideri più inconfessabili, nella speranza che il coniuge li legga e li realizzi... Per una volta Brass si toglie tutti gli sfizi: ottiene un successone al botteghino e scatena la rabbia dei benpensanti. Merito doprattutto della Sandrelli, protagonista di alcune scene davvero bollenti e perfetta nell'incarnare l'eterno femminino secondo Tinto. Cameo per il regista nei panni di un confessore piuttosto sui generis.

2. Salon Kitty (1976)

Un giovane e diabolico ufficiale nazista (Helmut Berger) decide di trasformare un esclusivo bordello berlinese, gestito dall'algida Kitty (Ingrid Thulin), in una trappola per gli oppositori del regime: chi a letto osa criticare il Reich, gerarchi compresi, viene giustiziato in men che non si dica. Se ne accorgerà la berllissima squillo Margherita (Teresa Ann Savoy), innamorata di un nazista troppo "tiepido" (Bekim Fehmiu)... Dopo il successo del Portiere di notte di Liliana Cavani, nazismo ed eros tornano a incontrarsi. Brass si ispira al meglio del cinema italiano (Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci, la stessa Cavani), e può contare su un grande cast. Il risultato? Difficile giudicarlo, visto che il film è stato letteralmente sfigurato dai tagli della censura: lo stesso autore lo ha pubblicamente disconosciuto.  

3. Miranda (1985)

Stavolta l'ispirazione viene dalla Mirandolina di Carlo Goldoni. Facciamo la conoscenza di Miranda (Serena Grandi), procacissima locandiera padana, che aspetta invano da anni (siamo nel 1952) il ritorno dal fronte del marito. Nell'attesa si trastulla con vari pretendenti: ne sceglierà infine uno come marito? Dimenticate perversioni, svastiche e torture, Brass racconta il sesso come una gioia. La sua sacerdotessa è la travolgente protagonista, nell'unico ruolo interessante avuto in carriera.

4. Caligola (1980)

Si potrebbe ripetere per filo e per segno quanto detto per Salon Kitty: grandi ambizioni, cast stellare e un dubbio di fondo: che cosa è rimasto, dopo l'intervento della censura, del film originale? Tinto si prende molto (forse troppo) sul serio, raccontando la follia, il sadismo, i peccati del famigerato imperatore romano (Malcolm McDowell). Un film diseguale e affscinante, che dal punto di vista economico fu una catastrofe; in ogni caso, se Brass ha potuto contrare su tre futuri premi Oscar come Peter O'Toole, Helen Mirren e John Gielgud, senza contare il protagonista, il progetto iniziale non doveva essere tanto male.

5. Col cuore in gola (1967)

Per finire, una rarissima incursione di Brass (all'epoca poco più di un esordiente) nel mondo del thriller. Protagonisti della storia sono un attore francese (Jean Louis Trintignant) e una bellissima ragazza accusata di omicidio (Ewa Aulin). L'uomo perde la testa per lei, e fa di tutto per dimostrare l'infondatezza delle accuse a suo carico. La passione, però, non è sempre una buona consigliera... Un film poco conosciuto, ma interessante e invecchiato benissimo.  

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Alberto Rivaroli