Perché la Cina sta investendo così tanto nel calcio?
Nell'ultima finestra spesi 170 milioni di euro in Europa. Il perché chiama in causa il presidente Xi Jinping e un viaggio a Manchester...
Nell'ultima finestra di mercato tante trattative in uscita hanno riguardato le offerte di club cinesi. I 50 milioni versati dallo Jiangsu Suning per Texeira erano seguiti ai 28 concordati con il Chelsea per Ramires. L’HB China Fortun ne ha invece dati 18 alla Roma per Gervinho e lo Shanghai Greenland Shenhua 15 all’Inter per Guarin. La lista è continuata poi con i 19 dello Shanghai SIPG FC per Elkeson e infine con il botto di 42 milioni del Guangzhou Evergrande verso l’Atletico Madrid per avere Jackson Martinez. Un totale di 170 milioni di euro (mentre scriviamo il Bejing Guoan sta tentando anche Arda Turan del Barcellona con un'offerta da 100 milioni per cinque stagioni) che rivoluziona un campionato fino a pochi mesi fa sconosciuto, torneo di basso livello tecnico e tattico dove le stelle erano state al massimo Anelka, Drogba, Gilardino e Diamanti.
Oficial: @JacksonMartinez se marcha ya al Guangzhou chino por 42M€ https://t.co/WoxwPTdIlw pic.twitter.com/jdMu9EskBf
— AS (@diarioas) 3 Febbraio 2016
La passione del presidente
Nonostante sia ancora lontano dal livello europeo il campionato cinese resta invece uno dei più competitivi d'oriente. Il presidente della repubblica popolare Xi Jinping è un forte appassionato di calcio e durante lo scorso ottobre, in una visita londinese al premier Cameron, è stato anche ospitato dal Manchester City per studiare la struttura societaria e gli investimenti del club nel settore giovanile. Eccolo in una foto scattata da Sergio Aguero durante l'allenamento:
C´mon City! Good to hear about the China news. Remember this? I look forward to visiting soon. pic.twitter.com/SKvzIbhxqj
— Sergio Kun Aguero (@aguerosergiokun) 2 Dicembre 2015
Obiettivo 2026
Il progetto del premier Xi Jinping sarebbe dunque quello di potenziare il campionato cinese in modo da iniziare un piano di crescita dei calciatori in patria e sfatare così il tabù dei mondiali. La nazionale cinese ha infatti partecipato al torneo iridiato solamennte nel 2002, una spedizione fatta di 3 sconfitte e 0 gol segnati, risultati che imbarazzarono il paese e imposero da subito un cambiamento radicale nel mondo del calcio cinese. Un progetto ambizioso che fa la fortuna di un uomo in particolare, Jorge Mendes, il re dei procuratori che dall'ambizioso progetto cinese ha già guadagnato uno sproposito: dei 170 milioni investiti 90 sono di giocatori sotto la sua procura.