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Contrordine: la Champions non la vincono i più ricchi ma chi ha idee

In semifinale solo il Barcellona tra le top per fatturato. Il caso virtuoso dell'Ajax e le spese folli di Psg e Manchester City

Contrordine compagni: la Champions League non è il club ultra riservato dei ricchi del calcio. Spendere e spandere sul mercato garantisce l'ingresso, in futuro lo farà sempre di più, ma non è un antidoto contro l'uscita anticipata. Se non vi fidate prendete il tabellone di questa edizione e confrontatelo con la classifica dei club per fatturato. Le sorprese sono garantite.

Potrà sembrare folle nell'era del football per miliardari, ma tra le quattro semifinaliste che si giocheranno l'accesso alla finale di Madrid e l'onore di alzare al cielo la coppa, c'è una sola società che sta sul podio della ricchezza in Europa. E' il Barcellona di Messi, secondo per fatturato (690 milioni di euro) alle spalle del Real Madrid.

Anzi, a ben vedere il Barcellona è l'unica tra le prime sei perché a casa ci sono, oltre ai campioni delle ultime tre edizioni che sono anche quelli con il fatturato più alto (750 milioni), anche Manchester United (666), Bayern Monaco (629), Manchester City (568) e Paris Saint-German (541). Tutti costretti in poltrona a guardare le evoluzioni di Liverpool (7° in classifica con 513milioni), Tottenham (10°) e dei ragazzini irriverenti dell'Ajax che ha una dimensione economica quasi irrilevante nel panorama europeo.

La spettacolare azione dell'Ajax contro la Juventus

Le spese pazze di Parigi e Manchester

Non basta investire montagne di denaro sul mercato per riuscire ad arrivare alla preda ambita. E' una lezione che stanno imparando molte proprietà in giro per l'Europa, anche se è vero che la struttura della Champions dell'era moderna regala ampie soddisfazioni anche a chi arriva in primavera ancora in corsa e incassa assegni multi-milionari pur senza vincere.

Questo significa, ad esempio, che se la stagione europea della Juventus di Ronaldo può essere definita un fallimento dal punto di vista sportivo, lo stesso non si può dire allargando la visuale ai ricavi Uefa che hanno superato i 94 milioni di euro

Però fa impressione pensare che Guardiola ha speso 608 milioni in tre anni di mercato al Manchester City per doversi accontentare di un ottavo e di due quarti di finale, uscendo contro Monaco, Liverpool e Tottenham che non sono propriamente corazzate economiche. 

O che Mourinho ne abbia fatti investire al Manchester United 466 nello stesso arco temporale (vinta un'Europa League) e che l'emiro Al Thani abbia riversato sul mercato del Paris Saint-German 1,2 miliardi dal 2011 a oggi per fare collezione di titoli francesi e brutte figure in campo europeo.

Sorpresa: dal 2010 è stato spesso così

Se pensate che questa Champions sia un'anomalia, però, vi sbagliate. E' vero che la moria di top club è stata superiore al passato, ma l'analisi delle ultime dieci edizioni della manifestazione riserva risultati sorprendenti. Ad esempio è un fatto che dal 2010 al 2019 solo in due occasioni (2014 e 2016 Real Madrid) abbia vinto quella partita con il fatturato più alto. E la metà delle volte il trofeo sia andato a una società giù dal podio della classifica delle disponibilità economiche.

Non solo: in ben due occasioni (Inter 2010 e Chelsea 2012) la coppa l'ha vinta chi partiva oltre il quinto posto e allargando la visuale alle finaliste la tendenza si accentua. Su 20 slot a disposizione quelli occupati da club sul podio per fatturato sono stati solo 6 (potenzialmente 7 se il Barcellona eliminerà il Liverpool). La metà delle finaliste partiva oltre la quinta posizione e in 6 casi (una uscirà dalla sfida tra Ajax e Tottenham) dalla 10° in su.

Tradotto in una morale, significa che per fare bene in Europa servono soldi, certamente, ma nulla è garantito se manca un progetto sportivo fatto anche di idee e programmazione. E che esiste un rapporto ragionevole rispetto al fatturato dei top entro il quale si può correre per vincere.

Quale? Mettendo in fila le esperienze di chi ce l'ha fatta o ci è andato vicinissimo nell'ultimo decennio si può dire che sia 2,5. Se una società ha un fatturato al massimo di due volte e mezza inferiore alla più ricca non le è precluso nulla. E' successo all'Inter 2010 (2,04), al Chelsea 2012 (1,92) che la coppa l'hanno alzata. Oppure alla Juventus di Berlino (1,96) e Cardiff (2,03), al Liverpool del 2018 (1,59) e al Borussia Dortmund 2013 (2,6) che si sono arresi in finale.

Rimane l'Atletico Madrid che ci è arrivato due volte partendo ancor più distante (fatturava un quarto e un terzo del Real Madrid), ma rappresenta l'eccezione. La regola statistica dice che - prendendo come parametro l'ultima classifica Deloitte - chi incassa da 300 milioni in su può giocarsela. Liverpool e Tottenham lo confermano,l'Ajax è una meravigliosa anomalia.

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Giovanni Capuano