Ringo Starr, gli 80 anni di un Beatles
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Ringo Starr, gli 80 anni di un Beatles
Musica

Ringo Starr, gli 80 anni di un Beatles

Il batterista del Beatles, nato a Liverpool il 7 luglio del 1940, è stato fondamentale nel creare l'inconfondibile sound dei Fab Four, di cui è stato il vero collante

I luoghi comuni sono sempre i più affollati, e uno dei luoghi comuni più duri a morire, nella percezione comune ma anche nella critica musicale, è la scarsa considerazione artistica del ruolo (fondamentale) avuto da Ringo Starr all'interno dei Beatles. Schiacciato dall'ingombrante duopolio John Lennon-Paul McCartney, autori della stragrande maggioranza dei 186 brani originali composti dai Fab Four, e dal talento cristallino di George Harrison, che ha composto poche ma fondamentali canzoni, Ringo è da molti visto semplicemente come un buon musicista, il cui merito maggiore è stato quello di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Errore.

Starr ha creato un modo di suonare la batteria, in particolare in alcuni fill e nei groove sempre in funzione della canzone, che è stato copiato da migliaia di epigoni (pensiamo ad esempio a Dave Grohl, Nicko McBrain, Terry Bozzio e Kenny Aronoff), quando è entrato nei Beatles era il musicista più famoso e quotato di Liverpool, senza di lui, il vero collante della band grazie alla sua umanità e alla sua naturale simpatia, i Beatles si sarebbero sciolti probabilmente cinque anni prima. Inoltre è stato il primo musicista ad avere l'intuizione di registrare la batteria con il microfono vicino ai tamburi o dentro alla cassa, il primo a mettere delle coperte nella cassa (le cosiddette sordine) e il primo a portare al grande pubblico l'uso dell'impugnatura delle bacchette "matched", cioè identica per entrambe le mani.

Ringo ha lanciato la tendenza di tenere lo sgabello molto alto, per interagire visivamente con gli altri musicisti, ha reso leggendario il marchio di batterie Ludwig e ha sempre dimostrato un timing impeccabile, evitando virtuosismi fini a se stessi e lunghi assoli che mal si sarebbero conciliati con i brani dei Beatles, di cui era il regista occulto dietro le pelli. Ringo ha pubblicato nel 2019 What's My Name, il suo 20° album, l'ultimo di una serie di dischi che Starr ha prodotto nel suo studio, con un cast d'eccezione di musicisti e amici che suonano con lui. Paul McCartney, Joe Walsh, Edgar Winter, Dave Stewart, Benmont Tench, Steve Lukather, Nathan East, Colin Hay, Richard Page, Warren Ham, Windy Wagner e Kari Kimmel sono solo alcuni degli illustri partecipanti alle registrazioni. Per Ringo, registrare nella sua casa di Beverly Hills (conosciuta con il nome di Roccabella West) è diventato un vero e proprio stile di vita. "Non ho più voglia di stare in uno studio di registrazione 'vecchio stile', davvero", spiega Starr. "Ne ho abbastanza delle grandi vetrate e di quella 'separazione'. Siamo tutti insieme lì, chiunque io inviti. È un club, il più piccolo della città. E amo questa cosa, essere a casa, poter dire ciao a Barb, fa bene a me e alla musica". La title track del nuovo album What's My Name è scritta da Colin Hay, membro della All Starr Band, così come Steve Lukather, che ha composto a quattro mani Magic, ma il pezzo più emozionante dell'album è sicuramente Grow Old With Me, del suo caro amico John Lennon: Ringo vive ancora il sogno di invecchiare con la persona che ama, proprio come John immaginava di invecchiare con Yoko quando ha scritto questo pezzo qualche anno prima della sua morte. Lo scorso ottobre è stato pubblicato anche Another Day In the Life, il nuovo libro di Ringo che riflette il suo amore per la musica, i viaggi e la natura e ci mostra il mondo visto attraverso i suoi occhi.

Starr è ancora attivissimo sul fronte live, dove si divide equamente tra il ruolo di maestro di cerimonia e quello di batterista, con un repertorio che pesca dalla sua carriera solista, dai Beatles, naturalmente, e dalle cover suonate dai Fab Four come Boys o Act Naturally, lasciando molto spazio ai brani più rappresentativi dei suoi eccellenti musicisti, una vera e propria all star dell'AOR (Steve Lukather, Colin Hay, Gregg Rolie, Graham Gouldman, Gregg Bissonette e Warren Ham). Vedere dal vivo un ex Beatles, ancora in ottima forma fisica nonostante le 80 primavere, sorridente, energico e prodigo di "peace & love", il mantra che ripete praticamente a ogni canzone, è un'esperienza che ciascun appassionato di musica dovrebbe provare nella sua vita. Tanti auguri per i tuoi 80 anni, Ringo, e grazie per aver dato ritmo alla più grande storia rock del dopoguerra.

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