Quentin Tarantino: i brani cult nelle colonne sonore dei suoi film
Quentin Tarantino (Ansa)
Musica

Quentin Tarantino: i brani cult nelle colonne sonore dei suoi film

Sono scelte da scienziato delle colonne sonore quelle del regista americano. Ecco la nostra guida alle leggendarie soundtrack delle sue pellicole. Dai primi anni Novanta ad oggi...

Non sarebbero gli stessi i film di Quentin Tarantino se non fossero accompagnati dalle musiche che conosciamo. Tarantino è uno scienziato delle colonne sonore. Per lui trovare il brano giusto da affiancare alle scene dei suoi film è una vera e propria arte a cui dedicarsi senza risparmio di tempo ed energie. Tarantino non si accontenta quasi mai di canzoni troppo mainstream, lui cerca e quasi sempre trova la chicca, il brano sconosciuto, ma perfetto per la peliicola a cui sta lavorando, oppure il pezzo noto, ma eseguito in una versione unusual.

Qui di seguito vi proponiamo un viaggio nelle colonne sonore del regista americano, a partire proprio da The Reservoire Dogs (Le Iene) dove spicca la splendida Hooked on a Feeling, una perla tra R&B e soul, pubblicata nel 1968 e incisa, tra gli altri, dagli svedesi Blue Swede. Nel 2014 la canzone è stata utilizzata anche per la soundtrack de I Guardiani della Galassia.

Per Jackie Brown (1997) il regista ingaggia il compositore e arrangiatore americano James Newton Howard che realizza un perfetto mix tra musica (per lo più soul-r&b) e parlati tratti dalla pellicola. Tra i pezzi indimenticabili, Across 110th street di Bobby Womack, la spettacolare Strawberry Letter 23 di Shuggie Otis, nel remake dei Brothers Johnson prodotto da Quincy Jones, e Street Life di Randy Crawford.


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Surf, rock and roll, funk e blues sono invece gli ingredienti della leggendaria soundtrack di Pulp Fiction, il film dove la musica e le immagini diventano una cosa sola. A cominciare da Girl, you'l be a woman soon, la canzone incisa da Neil Diamond nel 1967 e coverizzata per il film dagli Urge Overkill. Una perla. Così come Son of a preacher man di Dusty Springfield, You never can tell di Chuck Berry e Surf Rider dei The Lively Ones.


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Anche i due capitoli di Kill Bill sono arricchiti da una collezioni di brani sensazionali, come sempre perfettamente incastonati nelle atmosfere del film. Uno su tutti, se parliamo del Vol.1, Bang Bang interpretata come meglio non si potrebbe da Nancy Sinatra. E poi, ancora, il pezzo strumentale The Grand Duel a cura di Luis Bacalov e, soprattutto, i dieci irresistibili minuti di Don't let me be misunderstood dei Daniel Santacruz. Nel Vol.2 spiccano Goodnight Moon di Shivaree, About her di Malcom McLaren, A silhouette of doom di Ennio Morricone e Satisfied Mind di Johnny Cash.


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In Grindhouse: Death Proof brilla la sensualità straripante di Down to Mexico a cura dei The Coasters. C'è anche un omaggio ai polizieschi cult italiani degli anni 70 con il brano portante di La polizia sta guardare composto da Stelvio Cipriani. Perfetta poi l'atmosfera di Sally and Jack Blowout di Pino Donaggio, giusto per restare in tema di compositori italiani.


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The Inglorious Bastards contiene due pezzi cult: il primo è Slaughter di Billy Preston, il musicista texano che ha collaborato con i Beatles negli album Let it be e Abbey Road e che suonò insieme ai Fab Four nell'ultimo concerto londinese sul tetto della Apple Records. L'altra perla porta la firma di David Bowie ed è Cat People, composta dal Duca Bianco con Giorgio Moroder, e già presente nella colonna sonora del film omonimo (1982) di Paul Schrader con Nastassja Kinski.

Altissimo il livello della colonna sonora di The Hateful Eight, un omaggio al film del 1966, Django, diretto da Sergio Corbucci. L'intera soundtrack, vincitrice del Premio Oscar e del Golden Globe nel 2016, è stata composta da Ennio Morricone, tornato al genere western dopo 35 anni. Tra i brani che accompagnano la pellicola, oltre a quelli di Morricone, anche Apple blossom dei White Stripes.

A conferma di un talento fuori dal comune nella scelta delle musiche da film, c'è poi la soundtrack di C'era una volta a... Hollywood, un concentrato geniale di brani cult di fine anni 60, intervallati da spot e speech radiofonici presi dalla programmazione originale delle radio californiane dell'epoca. Tra le perle, Hush dei Deep Purple,You keep me hangin'on dei Vanilla Fudge, California Dreamin' dei Mamas and Papas revisitata alla grande da Josè Feliciano e The Circle game di Joni Mitchell, nella versione di Buffy Sainte-Marie.

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Gianni Poglio