I Maneskin trionfano all'Eurovision 2021
Maneskin / Epa Ansa
Musica

I Maneskin trionfano all'Eurovision 2021

La band romana ha superato in finale Francia e Svizzera grazie al televoto, riportando la vittoria in Italia dopo 31 anni


Dopo il primo posto al Festival di Sanremo, i Måneskin trionfano anche all'Ahoy Arena di Rotterdam, vincendo l'Eurovision 2021 grazie alla loro adrenalinica Zitti e Buoni. Un brano carico e graffiante che ha la dimensione live nel suo dna, un pezzo che parla principalmente di redenzione e voglia di spaccare il mondo con la musica, una sfida contro i pregiudizi, tema centrale nelle produzioni del gruppo. In finale, con 524 punti, i Måneskin hanno superato Barbara Pravi della Francia (499 punti) e Gjon's Tears della Svizzera (432 punti). Decisivo il televoto, che ha attribuito alla band romana ben 318 punti, consentendo di passare da quarto al primo posto. Grazie alla vittoria dei Måneskin, l'edizione 2022 dell'Eurovision sarà organizzata dal nostro Paese: un grande sforzo artistico ed economico, ma anche un'eccezionale vetrina per la nostra nazione. Una vittoria che mancava in Italia da 31 anni, da quando si impose Toto Cutugno con Insieme: 1992. La prima italiana a salire sul tetto più alto della kermesse europea era stata Gigliola Cinquetti nel 1964 con Non ho l'età. E pensare

che appena cinque anni fa il cantante Damiano David, la bassista Victoria De Angelis, il chitarrista Thomas Raggi e il batterista Ethan Torchio si esibivano a via del Corso in piccole esibizioni improvvisate per i passanti. Nel 2017 partecipano a X Factor, arrivando secondi. Nel 2018 pubblicano il loro primo album, Il ballo della vita, cui segue, nel 2021, Teatro d'ira – Vol. I, scritto interamente dalla band e registrato in presa diretta al Mulino Recording Studio di Acquapendente. Un disco tutto suonato, crudo, contemporaneo, tra hard rock, influenze rap e power ballad, in cui la rabbia è catartica, con un sound dal forte sapore live. Sonorità che, fino a poco tempo fa, sembravano destinate a scomparire dal mainstream, soppiantate dalla trap, dal reggaeton e dall' it pop, e che invece, a sorpresa, sono tornate vincenti. D'altra parte, come ha gridato Damiano subito dopo il trionfo, «Rock'n'roll never die», ovvero «il rock'n'roll non morirà mai». Per nostra fortuna.

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Gabriele Antonucci