Alex Uhlmann
Alex Uhlmann / foto John Cruel
Musica

Alex Uhlmann: una vita in viaggio nel nome della musica

Dopo l'indie rock, la house, la dance e duecento concerti come voce dei Planet Funk, una nuova direzione musicale nel segno della grande tradizione pop rock

Ne ha molta di esperienza Alex Uhlmann, quaranta anni, nato in Lussemburgo, una vita in viaggio nel nome della musica. Dall'album di debutto, Tourist In Your Own Town del suo gruppo indie rock londinese Friday Night Hero, con cui vinto un Indie Music Award come "Best UK Live Act", a The Great Shake dei Planet Funk, certificato disco d'oro. E poi, ancora, progetti e collaborazioni come cantautore, cantante, produttore e DJ, e ora artista solista.

Paris or Rome è un brano cantautorale dalla grande attitudine pop rock, un pezzo intenso ed ispirato: «Questa avventura è una bella prova, ho fatto tutto da solo, mi sono messo alla prova. Sto sperimentando una libertà diversa insieme al produttore Steve Lyon (Depeche Mode, Cure). Non ci sono scuse, se questo suono piace, bene, altrimenti non ci posso fare niente. Questo sono io. Paris or Rome è la mia storia: sempre in giro per l'Europa per fare musica. Il dilemma che esprime il brano è vivere o Parigi o installarmi in Italia. Ho sempre cercato un posto dove sentirmi a casa, ma alla fine ho capito che non era così importante. Adesso mi divido tra Berlino e Milano...Sono arrivato alla conclusione che non importa dove vivi o da dove vieni, ma cosa fai per essere felice» racconta.

«Per un brano così personale» prosegue «ci voleva un videoclip adatto che raccontasse la mia storia. L'idea è venuta al regista John Cruel e così abbiamo deciso di girarlo nella mia vecchia casa accompagnandolo con vecchie foto e filmati vintage di famiglia che ha recuperato mia madre. Per me non è stato facile perché ho un approccio pudico alla mia vita privata. Infatti, non posto quasi mai sui social immagini della mia compagna o di mia figlia» sottolinea Uhlmann, direttore musicale del talent The Voice.

Paris or Rome è una nuova direzione musicale? «È un ritorno alle origini perché agli inizi facevo rock e musica cantautoriale, poi non so perché, credo dipenda dal timbro della mia voce, mi hanno coinvolto in progetti elettronici, house e dance. Così è successo con i Planet Funk e con David Morales. Detto questi se vieni a casa mia, di album elettronici ne trovi pochi. Io preferisco Damien Rice. Negli ultimi tempi mi sono dedicato molto al jazz. Se parliamo di album recenti, mi è piaciuto moltissimo il disco degli Strokes, The New abnormal. Talmente bello che mi viene da paragonarlo al loro primo leggendario album di debutto».

Mp3 o vinile? Qual è la vera differenza? «Il vinile è vivo, l'Mp3 è invece solo la riproduzione di qualcosa che non vive in questo momento. Il vinile ha più dettagli sonori, più texture. Nel vinile c'è un paesaggio musicale a diversi livelli. Da un po' di tempo sto ricomprando in formato 33 giri alcuni album che mi piacciono molto e che avevo in formato cd».

Oltre Paris or Rome ci sarà un ep, Home, previsto per maggio, che uscirà anche in vinile: «L'obiettivo successivo è l'album che vorrei pubblicare entro fine anno. Il mio obiettivo oggi è fare musica senza compromessi, pubblicare belle canzoni che, se fossi io nei panni di chi ascolta, vorrei godermi su un bel vinile».

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Gianni Poglio