5 luglio 1971: scene di ordinaria follia per i Led Zeppelin al Vigorelli
La cover di "Led Zeppelin '71, la notte del Vigorelli" (Tsunami Edizioni)
Musica

5 luglio 1971: scene di ordinaria follia per i Led Zeppelin al Vigorelli

Fughe, cariche della polizia, tentativi di sfondamento dei cancelli e lacrimogeni: la turbolenta prima volta della band inglese a Milano raccontata nel libro di Giovanni Rossi

5 luglio 1971, quello che andò in scena a Milano dentro e fuori il Velodromo Vigorelli fu il frutto del clima politico e sociale di quegli anni oltre che, con buone probabilità, il risultato della scelta di far esibire i Led Zeppelin in un contesto alieno, all'interno del Cantagiro, uno show itinerante estivo in a cui partecipavano i cantanti italiani in voga allora.

Fatto sta che una parte del pubblico non gradì il prezzo del biglietto d'ingresso: 1.500 lire. La scusa o forse la miccia per dare il via a una notte di ordinaria follia tra scontri, tentativi di sfondamento da parte di quelli che erano rimasti fuori dai cancelli, lacrimogeni e fughe precipitose del pubblico dal velodromo.

I Led Zeppelin rimasero sul palco per venti minuti il tempo di quattro canzoni, poi il loro manager decise che era ora di mollare il colpo....

Qui di seguito, un estratto dal libro di Giovanni Rossi, Led Zeppelin '71, la notte del Vigorelli (Tsunami Edizioni)

La tensione generale che si vive a Milano è assai elevata e ogni minima occasione di assembramento, anche per motivi lontani dalla politica, rappresenta per le forze dell'ordine un potenziale rischio degno di turbare seriamente l'ordine pubblico. Per questo motivo in questura si decide di non andare per il sottile. Il battaglione della celere viene mobilitato, lo stesso vale per un cospicuo numero di carabinieri. Il questore decide di impiegare un nutrito numero di agenti di polizia nel servizio d'ordine del concerto, con contingenti di polizia e carabinieri fatti accorrere da Trieste, Monza, Padova e Genova. Ci sono anche numerosi agenti in borghese, funzionari e poliziotti che vengono comunemente appellati come "quelli della politica", la sezione che viene normalmente mobilitata in occasione di manifestazioni o eventi che coinvolgono realtà politiche. La stima complessiva delle forze messe in campo ammonta a circa duemila uomini, ma c'è anche chi parla di duemilacinquecento. Agenti in tenuta antisommossa iniziano a pattugliare il perimetro del velodromo già dalle prime ore del pomeriggio reprimendo ogni minimo accenno di protesta.

Molti dei cantanti e dei gruppi che saliranno sul palco nelle prossime ore sono reduci dal successo di alcune tappe europee e l'arrivo a Milano è il coronamento del solito percorso festante in mezzo alla gente.

I gironi del 1971 sono suddivisi in tre categorie, senza classifica finale, in cui i partecipanti possono decidere di eseguire brani diversi nelle varie tappe. Tra i big del girone A ci sono anche i New Trolls, un gruppo di grandissimo successo che non si innesta nella tradizionale proposta del Cantagiro. Si sono formati a Genova nel 1966 e già da subito hanno attirato l'attenzione di pubblico e critica, fino a essere chiamati nell'aprile del 1967 ad aprire per i Rolling Stones nella loro storica calata in Italia. "Fare da spalla agli Stones è stata un'emozione incredibile", ricorda Belleno, il batterista. "Fu forse la prima volta che vidi tanta gente a un concerto, avevo un terrore pazzesco, non avevo neanche il coraggio di salire sul palco. Ero un ragazzino, avevo ventidue anni!". Il gruppo vive un rapporto viscerale con la musica, che viene vissuta in ogni attimo in cui Belleno e compagni si trovano insieme: "La musica che abbiamo scritto era quella che vivevamo dalla mattina alla sera. Passavamo tutto il tempo insieme, non avevi famiglia, donne, ti dedicavi soltanto al gruppo, era un ritiro continuo, sempre a provare. Insieme c'era assorbimento, ciascuno di noi trasmetteva all'altro quello che sentiva. Eravamo insieme al ristorante, battevamo le mani e nasceva un pezzo, poi si andava in sala di prove e si creava il brano".

Due anni dopo, i New Trolls parteciperanno al Festival di Sanremo e si faranno conoscere al grande pubblico con brani immediati che otterranno un ottimo riscontro. La loro proposta inizialmente risente molto delle sonorità dei Rolling Stones e unisce elementi rock, psichedelici e vagamente beat. Poi, proprio nel 1971, arriva la svolta in chiave progressive con la pubblicazione del loro terzo album, Concerto grosso per i New Trolls, vera e propria pietra miliare del genere che li farà conoscere in tutto il mondo.

Nel 1971 i New Trolls hanno dunque un buon seguito soprattutto in quel pubblico giovane che guarda con curiosità alle novità che arrivano in particolare dall'estero, dove le nuove sonorità legate al progressive rock stanno facendo emergere realtà come King Crimson, Emerson, Lake & Palmer, Vanilla Fudge e Genesis.

La presenza dei New Trolls al Cantagiro non è casuale: Radaelli scommette anche su di loro per costruire un ponte tra la tradizione della musica popolare italiana e il bombardamento rock alieno dei Led Zeppelin. Ma questa scelta non fa che alimentare i dubbi di chi ritiene che quello del 5 luglio non sia un cartellone coerente.

In questura inizia a salire una certa preoccupazione quando diversi rapporti provenienti dalle pattuglie dislocate nelle vicinanze del Vigorelli segnalano la presenza di persone sospette che si aggirano intorno alle vie adiacenti il velodromo. Si parla di sparuti gruppetti da poche decine di persone, ma tanto basta per instillare nel comando del nutrito dispiegamento di duemila uomini il dubbio che possa accadere qualcosa di grave.

All'interno del velodromo, parte del pubblico occupa ordinatamente le gradinate, mentre soprattutto i più giovani si riversano sul prato a ridosso del palco. Siedono silenziosi in attesa che inizi la kermesse, per alzarsi solamente quando le primissime file si rizzano in piedi, stanche dell'attesa. Non ci sono musiche di sottofondo, come sarà invece d'abitudine in futuro, e il catino del Vigorelli è un brulicante vociare di giovani e famiglie, con molti ragazzi che schiamazzano, gridano e inneggiano ai Led Zeppelin.

La rassegna prende il via esattamente alle 20.30, oltre un'ora abbondante dopo l'apertura dei cancelli, con l'esibizione degli artisti della categoria giovani. Chi ha il biglietto è dentro, chi non ce l'ha inizia a girovagare intorno al velodromo in attesa di un'occasione. Alcuni ragazzi tentano di arrampicarsi sulle impalcature che sostengono gli amplificatori, e a più riprese i cantanti sono costretti a fermarsi.

Il servizio d'ordine organizzato da Radaelli è numericamente esiguo, perché l'esperienza di questi ultimi anni ha insegnato che, di fronte a eventi di massa come questi, ben poco possono gli organizzatori in termini di mantenimento della sicurezza. La presenza delle forze di polizia è necessaria perché diversamente non si saprebbe come gestire la folla. "Il servizio d'ordine era dato dalla polizia", conferma Corti ricordando alcuni episodi che avevano preceduto l'arrivo dei Led Zeppelin. "Generalmente c'era un servizio d'ordine interno, però era impossibilitato ad agire per via della massa di persone che si presentava per voler entrar gratis; la quantità di ragazzi che c'erano era esagerata rispetto a quanti potevano esserci a controllare tutta la situazione. Per questo c'era molta polizia, perché poi si sapeva che qualcosa sarebbe accaduto, perché non c'è mai stata una volta che non siano successi un minimo di tafferugli, di scontri all'esterno del posto in cui si suonava. Dai Rolling Stones in poi sono iniziati questi scontri. Palalido, Arena di Milano, Vigorelli, erano posti in cui i concerti contenevano parecchia gente, per cui questi scontri con la polizia erano abbastanza all'ordine del giorno. Prevedevi che la serata andasse così. I controlli erano fatti da persone predisposte, però insufficienti a contenere una massa di gente di quel genere".

Chi è dentro al velodromo inizia subito ad accorgersi che c'è qualcosa che non va, anche se inizialmente lo spettacolo era iniziato sotto i migliori auspici, con addirittura qualche applauso di incoraggiamento per i primissimi artisti che erano saliti sul palco, come riferisce Carlo Giovetti sulle colonne de Il Giorno: "Erano arrivati al velodromo con il morale a mille (l'intervento dei Led Zeppelin conferiva al Cantagiro show un particolare prestigio), ma ne sono usciti quasi tutti con le ossa rotte. Soltanto chi ha avuto la fortuna di cantare all'inizio della serata (Marcella Bartoli, i Ricchi E Poveri, Mauro Lusini) è stato risparmiato dai gesti di teppismo, e anzi è stato perfino gratificato con un po' di applausi; poi il gusto dello sfogo più plateale e l'impazienza di ascoltare i Led Zeppelin hanno scatenato l'urlante platea". Ben presto, infatti, i timidi applausi iniziano a essere sopraffatti dall'impazienza del pubblico, che prende voce tramite ripetute e fastidiose salve di fischi.

Non serve un'analisi sociologica per accorgersi di come siano presenti fondamentalmente due grandi tribù. Da una parte tutti coloro che sono accorsi per ascoltare una serata di musica italiana, principalmente famiglie in festa che non vedono l'ora di trascorrere una giornata insieme ai loro beniamini. Dall'altra i giovanissimi che sono al Vigorelli per un unico motivo: vedere i Led Zeppelin. Si guardano a vicenda con curiosità, due interessi musicali che stanno quasi agli antipodi, ma un unico grande calderone a contenerli...

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Gianni Poglio