Emerson, Lake & Palmer: i 3 album più belli
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Musica

Emerson, Lake & Palmer: i 3 album più belli

Dischi che hanno segnato un’epoca e definito il sound del rock barocco

1) Tarkus (1971)

L’album, uscito durante la conferenza internazionale di pace di Oslo del 1971, racconta fin dall’iconica copertina, con un carrarmato a forma di armadillo, la follia della guerra. Tarkus fu registrato in soli sei giorni a febbraio, sviluppando l’idea di Emerson di rendere omaggio al compositore argentino Alberto Ginastera. La title track, suddivisa in sette movimenti, è un capolavoro di tecnica e di ispirazione in cinque quarti. Più melodico il lato B, con l’honky tonky di Jeremy bender, il rock di Are you ready Eddie?, dedicato al tecnico del suono Eddie Offord, e il jazz-rock di Bitches Crystal e Infinte Space. In The only way emerge tutto l’amore di Emerson per Bach. LEGGI ANCHE I 10 BRANI CULT

2) Pictures at an exhibition (1971)

La straordinaria versione rock dell’opera classica del compositore russo Modest Musorgskij fu presentata in anteprima al festival dell’Isola di Wight nel 1970 nel primo show congiunto degli Emerson, Lake & Palmer. La suggestiva copertina, realizzata da William Real, raffigura una galleria d’arte che espone cornici vuote. The Hut of Baga Yaga mostra tutta la perizia tecnica di Emerson, prima all’Hammond e poi al Moog, un sintetizzatore allora poco diffuso per la difficoltà di suonarlo al di fuori di uno studio di registrazione. Non è da meno Lake con la composizione originale The Sage, dove fa cantare la sua chitarra. Pictures at an exhibition è stato il terzo album degli EL&P a entrare nel 1971 in classifica nel Regno Unito, arrivando fino al numero 10 della classifica Billboard in Usa.

3) Brain Salad Surgery (1973)

Gli Emerson Lake & Palmer sono stati un gruppo atipico del rock progressivo per la totale assenza dei toni epici che spesso ricorrono nel prog, mostrando invece impareggiabili doti di ironia tipicamente british. I tre musicisti inserivano di proposito, nei loro lunghi brani strumentali, intermezzi quasi grotteschi per stemperare l’atmosfera. Le tastiere di Emerson distorte e spinte al limite e il drumming potentissimo di Palmer erano quanto di più lontano ci fosse dalla freddezza del progressive allora dominante. Emblematico del loro inconfondibile stile è Brain Salad Surgery, che uscì nei negozi a dicembre del 1973, a quasi un anno e mezzo di distanza da Trilogy. Il disco, il primo pubblicato dall'etichetta personale della band, la Manticore, in seguito allo scioglimento del contratto con la Island, si apre con la prodigiosa rilettura di Jerusalem, una poesia scritta all'inizio dell'Ottocento da William Blake e musicata un secolo più tardi da Hubert Parry, che fu bandita dalla BBC in quanto considerata blasfema. Nell futuristica Toccata, Emerson arrangiò in chiave elettronica il quarto movimento del primo concerto per piano del compositore argentino Alberto Ginastera che, dopo l’ascolto del brano, concesse alla band il suo placet. Ma è la monumentale Karn Evil 9, ventinove minuti e mezzo di musica siderale suddivisa in tre movimenti, il momento più alto del disco e, probabilmente, dell’intera discografia degli Emerson Lake & Palmer, colti qui in uno stato di grazia.

 

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Gabriele Antonucci