Io ti amo di Irene Cao
Rizzoli
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'Io ti amo' di Irene Cao. La recensione

Tornano Elena e Leonardo, i protagonisti della prima trilogia della Cao

Sono passati 5 anni da quando abbiamo incontrato per la prima volta Elena e Leonardo (Io ti guardo, Io ti sento, Io ti voglio) nella trilogia made in Italy che ha fatto conoscere la sua autrice non solo nel nostro Paese, grazie alle numerose traduzioni dei libri. Una contrapposizione “nostrana” (concedetemi il termine) alle Cinquanta Sfumature della E.L. James.

Amore a prima vista.

Non quello tra Elena e Leonardo (poiché in principio assoggettato alle regole imposte da lui), ma il mio nei confronti di Irene Cao, della sua scrittura, delle sue storie e dell’intensità con cui racconta ogni vicenda, che sia un semplice incontro o una sessione amorosa quando non la descrizione di un piatto creato dall’abilità dello chef Leonardo o dalla luce che colpisce con una certa angolazione un’opera che Elena sta per restaurare.

Io ti amo (Rizzoli) ci accompagna nella nuova vita di Elena e Leonardo. La vita che si sono guadagnati faticosamente, ma che era inevitabile riuscissero ad ottenere.

Stanno insieme, hanno un figlio piccolo, Michele, e vivono a Roma. Leonardo ha il suo ristorante, il Cenacolo mentre Elena è pronta, dopo la maternità, a rientrare nel mondo del restauro con Paola, amica preziosa che le permetterà di ricominciare. Tutto sembra funzionare per il meglio, con la routine che si instaura ad un certo punto nelle coppie (e che spesso è quella che queste stesse coppie sgretola).

Fino a quando…

Già, c’è sempre e spesso un “fino a quando”. Può essere un messaggio ricevuto a tarda notte, uno sguardo che si incrocia sostenuto troppo a lungo, anche un sesto senso che mette in guardia. E allora arrivano le grida, il dolore lacerante che non si sopporta e che nessuna giustificazione può anestetizzare. La porta viene sbattuta dietro di sé e un treno cullerà altrove per il periodo necessario a decomprimere la sofferenza.

Si può ricominciare, andare oltre e avanti perché arriva il momento in cui “Adesso quello che c’è stato non fa più male e quello che verrà non fa più paura”. Allora si inscena lo spettacolo della vita, con gli invitati, il paggetto che porta le fedi e il giorno più bello della vita, quello che non si scorderà più.

Ma il per sempre non è così facile da mantenere. Soprattutto quando si intromette il sospetto da una parte e la malvagità di chi vuole punire con una bugia dall’altra. E allora basta, si va via, si abbandona e si cerca una nuova vita altrove, lontano da chi ci ha procurato sofferenza.

Essere genitori significa però non perdersi mai di vista. E nonostante passino gli anni e altre persone ci affianchino, o si palesano anche solo per pochi attimi, se qualcosa è destinato ad esserci ci sarà. E tornerà.

"Anch’io, come Psiche, ho dovuto superare dure prove per ritrovare l’uomo che amo: mettere da parte l’orgoglio, accogliere il dolore, vincere la paura. Gli ho donato la mia anima senza riserve ma questo mi ha resa ancora più forte perché, sono certa, lui saprà averne cura, lui che a sua volta ha messo la propria vita nelle mie mani".

Irene Cao in questo nuovo romanzo affronta la relazione attraverso i sentimenti, abbandonando quasi completamente il lato erotico della coppia, soffermandosi sul non facile percorso con l'altro e legando il tutto con l’alchimia delle anime destinate a riunirsi. Sempre.

Io ti amo
di Irene Cao
Rizzoli, 2018

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Valeria Merlini

Nasco ariete, cresco caparbia maturo risorgendo. “Ho capito che sei una fenice, rinata dalle tue stesse ceneri e per far questo ci vuole una grande forza d'animo, chapeau Vale”. Un’insospettabile (donna) mi ha scritto queste parole. E allora ho capito, una volta di più, che si può mollare tutto e ricominciare. Inizio allora a leggere. Poi a scrivere. Poi ancora a leggere e a scrivere. Via così. Mai fermarsi. Mai accontentarsi. Lamentarsi sempre. Una lettera mirata ha fatto sì che finissi nel posto giusto. Panorama.it. Questo. Una sfumatura (anzi tre, quelle del grigio, del nero e del rosso per la precisione) mi hanno relegata nel mondo del Sexy&Co., fatto di pizzi e mascherine, di frustini e di latex, di sex toys e sexy boys. Libri erotici? Il mio pane (e ho detto pane!) quotidiano.

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