Google, 180 mini-satelliti porteranno tutto il mondo online
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Tecnologia

Google, 180 mini-satelliti porteranno tutto il mondo online

Mentre tutti cercano il modo di offrire connettività ai 4 miliardi di persone che non ce l'hanno, Google si appresta a spendere 1 miliardo di dollari per lanciare in orbita una flotta di satelliti

La sfida più importante del 2014 per i colossi del web è la stessa del 2013: attirare più utenti possibile dentro gli steccati del proprio ecosistema di servizi e fare in modo che non alzino mai la testa per guardare cos'altro c’è fuori. È quello che sta facendo Amazon, con le sue mosse in scivolata (non ultima, l’offerta di musica in streaming per gli utenti Prime ); ed è quello che sta facendo Apple, che con iOS8 ha offerto agli utenti nuovi motivi per affidare a Cupertino i propri dati. Ma chi negli ultimi anni ha saputo offrire un ventaglio di servizi talmente ampio da intrappolare milioni di utenti è stato Google. Ed essendo Google molto lungimirante, sa che un simile imperialismo 2.0 raggiungerà un punto di stallo, se non si butta carne fresca in quantità sulla padella.

Così, da qualche tempo a questa parte, Big G si sta scervellando per trovare il sistema di portare in rete 4 miliardi di potenziali utenti che ancora rimangono tagliati fuori dal mondo (e dal mercato) del web. Messo apparentemente da parte il vituperato Project Loon , notizia di queste ore è che Big G intende spendere la bellezza di 1 miliardo di dollari per lanciare 180 piccoli satelliti che si assesterebbero su un’orbita inferiore rispetto ai satelliti tradizionali. Stando alle indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, l’obiettivo sarebbe cominciare con questa flotta di satelliti, per poi aggiungerne altrettanti negli anni a venire, per un costo stimato totale di 3 miliardi.

Questi satelliti, prodotti da O3b , sarebbero più piccoli, più leggeri (110 kg l’uno) e meno costosi di quelli tradizionali, inoltre Google starebbe pianificando di utilizzare particolari antenne in grado di tracciare più satelliti contemporaneamente. A quanto pare, i mini-satelliti di Google funzioneranno in concerto con la flotta di aero-droni Titan Aerospace che Google ha appena soffiato a Facebook, un altro concorrente in questa conquista di nuovi utenti.

A questo punto, è lecito aspettarsi una controffensiva da parte di Facebook (o perché no, da parte di Amazon). Dopotutto, se tutte queste aziende vogliono svenarsi per portare nuova gente su internet non è certo per filantropia. La fonte di guadagno primaria per queste compagnie rimane la pubblicità, e da che mondo e mondo, c’è un’equazione che è sempre valida: più potenziali bersagli ci sono, più hai opportunità di guadagno.

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Fabio Deotto