Amazon si compra Goodreads e si prepara a diventare più social
Goodreads
Tecnologia

Amazon si compra Goodreads e si prepara a diventare più social

Con l'acquisizione di Goodreads Amazon punta ad "aumentare" il suo servizio ebook-store con le raccomandazioni e le recensioni degli utenti. E a creare offerte pubblicitarie ancora più mirate

Quando non è impegnato in avventure ambiziose come battere moneta , creare rivali di iTunes e dichiarare guerra all’establishment mobile , Amazon trova anche il tempo di dedicarsi alla sua prima e sempreverde passione: i libri. Oggi ci siamo svegliati con una notizia non del tutto inattesa: Amazon ha annunciato di volersi comprare Goodreads, uno dei due maggiori social network dedicati alla lettura.

Tecnicamente, Goodreads è una piattaforma di social cataloging , in quanto offre agli utenti la possibilità di catalogare i libri letti, condividerne recensioni, votarli e creare gruppi di discussione sui vari autori e generi letterari. Dal 2006 ad oggi il sito ha attirato oltre 15 milioni di utenti che hanno catalogato più di 300 milioni di libri.

Il motivo per cui Amazon ha deciso di acquisire un sito del genere è simile a quello che ha spinto Google ad acquisire Zagat : quando le persone vogliono acquistare qualcosa su internet tendono in gran parte (per il 90%) ad affidarsi alle raccomandazioni e alle recensioni di altri utenti. Già nel 2008, Amazon aveva acquistato Shelfari , una piattaforma social dedicata ai libri con un raggio d’azione piuttosto limitato. Con l’acquisizione di Goodreads, Amazon può dotarsi di uno strumento già diffuso tra i lettori per affiancare recensioni, voti e altri contenuti social ai libri presenti in catalogo.

Piccola incursione personale: da qualche tempo ho smesso di andare in libreria. O meglio, ci vado, ma poi i libri li vado a comprare su Amazon. Spesso in calce alla scheda prodotto ci sono recensioni postate da utenti Amazon, ma sono poche e poco circostanziate, così il più delle volte mi ritrovo ad aprire in parallelo una pagina Anobii (rivale numero 1 di GoodReads) per andare a vedere cosa dicono i lettori su quel libro. Ecco, se Amazon incorporerà le recensioni di Goodreads nelle sue schede prodotto, difficilmente mi verrà voglia di abbandonare l’ecosistema Amazon per affidarmi a un altro sito. Risultato: Goodreads ci guadagna, perché riuscirà a intercettare una mole molto più sostanziosa di lettori; Amazon ci guadagna, perché avrà uno strumento in più per leggere nella testa dei potenziali consumatori, e riuscirà così a scoccare offerte pubblicitarie ancora più mirate. Inoltre, gli autori che oggi utilizzano la piattaforma di Amazon per auto-pubblicarsi, potranno sfruttare Goodreads per promuovere i propri lavori.

Nessuna delle due parti in causa ha reso noti i dettagli della trattativa. Quello che è chiaro è che, a differenza delle acquisizioni da luna di miele che solitamente trapuntano la volta celeste hi-tech, le nozze tra Amazon e Goodreads non sono state esattamente idilliache. Fino a circa un anno fa Goodreads si serviva delle API di Amazon per ottenere informazioni necessarie a ottimizzare la catalogazione dei libri (titoli, copertine, dettagli di pubblicazione etc.). Si trattava di una collaborazione fruttuosa per entrambi (dal momento che da GoodReads l’utente in vena di compere poteva accedere direttamente ad Amazon), tuttavia le regole Amazon sull’utilizzo delle API parlavano chiaro: se rimandi ai nostri dati, non puoi utilizzare quelli dei nostri rivali. Così, nel gennaio 2012, la collaborazione venne interrotta , con il risultato che il ruolo di Amazon venne rimpiazzato su Goodreads da Barnes&Noble. Una situazione che Amazon non poteva tollerare a lungo.

E infatti oggi il colosso di Seattle ha messo gli artigli su GoodReads che, con  ogni probabilità, continuerà a mantenere una sorta di autonomia, sopravvivendo come sito a sè. In attesa che i dettagli dell'acquisizione diventino chiari, già si parla dell'integrazione di estensioni Kindle sulla piattaforma Goodreads.

I più letti

avatar-icon

Fabio Deotto