Huawei P20 Pro: lo smartphone con la tripla fotocamera
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Huawei P20 Pro: lo smartphone con la tripla fotocamera

La società cinese annuncia il suo nuovo top di gamma, un telefono con tre obiettivi posteriori che ammicca al fotoamatore evoluto

Uno dei motivi per cui esistono (e si vendono) smartphone che costano quanto uno stipendio è che si tratta in molti casi di vere e proprie fotocamere travestite da cellulari. Ce ne rendiamo conto quando guardiamo le foto (più belle) del vicino, scattate - guarda caso - con smartphone da 1000 euro, o giù di lì.

Messi di fronte allo scatto compiuto realizziamo che se c’è ancora un motivo per cui vale la pena spendere cifre importanti per un telefono (anche ora che in teoria ci sarebbero prodotti validi da 2-300 euro), ecco, quel motivo è da ricercare proprio nel comparto fotografico. Lo ammettono pure i produttori, che dopo anni spesi a farsi battaglie a suon di pollici, gigabyte, megapixel e megahertz si ritrovano ora a concentrare tutte le proprie forze proprio sullo sviluppo di nuove funzionalità fotografiche.

Huawei P20 Pro: lo smartphone che si crede una reflex

L’ultima dimostrazione in ordine di tempo ci arriva da Huawei col suo nuovo P20 Pro, un telefono che ha l'ambizione - vedremo quanto realistica - di competere non solo coi soliti mostri sacri della telefonia in formato tascabile (iPhone, Samsung Galaxy e via dicendo), ma anche con il mondo delle reflex digitali.

Proprio così. Per la casa di Shenzhen i tempi sono maturi per mettere definitivamente in soffitta la nostra pesantissima fotocamera (con i suoi altrettanto onerosi obiettivi) e provare a fare tutto con un telefono. Miracoli della miniaturizzazione, dell’elettronica e dell’intelligenza artificiale, tre ingredienti che, a detta di Huawei, ci permetteranno di ovviare a tutte quelle piccole e grandi magagne - come l'incapacità di valorizzare i soggetti in condizioni di scarsa luminosità, la lunghezza focale limitata o l'esposizione imperfetta - che finora ci hanno fatto rimpiangere la buona e vecchia macchina a tracolla.

Una fotocamera? Meglio tre

Tanta convinzione nasce in primo luogo dall’impiego di una soluzione finora inedita per il settore, quella della tripla fotocamera. Nella fattispecie: tre fotocamere posteriori con sensori Leica rispettivamente da 40, 20 e 8 megapixel.

Tanta esuberanza non è fine a se stessa - spiegano i responsabili della casa - ma risponde a una precisa necessità: dare allo smartphone il maggior numero di informazioni per generare lo scatto perfetto. Così, mentre la fotocamera da 40 megapixel porta in dote risoluzione e colore, quella (monocromatica) da 20 megapixel si concentra sui dettagli e luminosità, lasciando al terzo “occhio”, quello da 8 megapixel, il compito di lavorare sulle distanze, grazie alla presenza di un’ottica con zoom 3x.

Il risultato finale è uno scatto che è in grado di combinare le informazioni acquisite da ciascuna delle tre fotocamere per fonderle in un unico scatto con attributi "maggiorati". Così, ad esempio, dinnanzi a un soggetto molto distante, si potrà chiedere al P20 Pro di scattare una foto 5 volte più ravvicinata, senza compromessi sul piano della definizione. Ci penseranno le tre fotocamere a combinarsi nella maniera più opportuna per trovare il giusto compromesso (nella fattispecie una foto da 10 megapixel con zoom 5x).

Il buio non fa più paura

La compresenza di tre fotocamere (quattro se si considera anche l’obiettivo frontale da 24 megapixel) non è la sola buona notizia per gli amanti della fotografia con la F maiuscola. Il nuovo Huawei P20 Pro si fregia anche di ottiche più pregiate (fra queste anche una luminosissima Vario Summilux f 1.6), di un sensore per la misurazione della temperatura colore e di un sistema di stabilizzazione digitale che consente di effettuare scatti a lunga esposizione senza bisogno del cavalletto.

Alla fotografia "notturna" giova anche la grandezza del sensore principale (1/1.7"), la cui massima sensibilità alla luci - ci ha tenuto a sottolineare il CEO della società, Richard Yu - ha un valore (102.400 ISO) che sulla carta è pari a quello di una Canon 5D Mark III, una delle migliori reflex in circolazione,. Laddove non arriva il sensore ci pensa l'intelligenza artificiale, e più precisamente la tecnologia light sensor, a migliorare il risultato. Il principio è noto: si aggregano i pixel a gruppi di quattro, in modo da ottenere una luminosità risultante più elevata (a fronte di una perdita di risoluzione).

L'AI si fa più concreta

L’intelligenza artificiale, si diceva, è ancora una volta centrale nella proposta Huawei. Ma con risvolti più pragmatici rispetto al recente passato. Il nuovo P20 Pro utilizza infatti la materia grigia contenuta nel suo chipset neurale (Kirin 970) per identificare fino a 19 differenti scenari (fra cui ritratto, tramonto, animali, fuochi d’artificio) e calibrare di conseguenza tutti i parametri di scatto (colore, bilanciamento del bianco, effetto sfocato, solo per citarne alcuni).

Oppure per leggere in anticipo i movimenti del soggetto e spostare dinamicamente i punti di messa fuoco - si pensi al classico fiore che ondeggia su uno stelo in una giornata di vento. O ancora per migliorare in automatico le regole di composizione, sia che si tratti di un'inquadratura da raddrizzare, piuttosto che di un selfie nel quale il campo debba essere allargato per contenere tutti i soggetti rimasti fuori dalla scena.

Tutte le foto salvate nel rullino, inoltre, possono essere cercate per specifici item (ad esempio cani, fiori, montagne), ci penserà l'AI a rintracciare le foto pertinenti attraverso il riconoscimento d’immagine.

Oltre la fotocamera c'è di più

Se le novità della sezione fotografica meritano gli onori della ribalta, il resto della dotazione del P20 Pro non pasa in secondo piano. Sul piatto c'è quanto di meglio sfornato dai laboratori di ricerca e sviluppo della società cinese negli ultimi tempi: display Amoled da 6.1 pollici a cornici ridottissime, lettore di impronte digitali, doppio ingresso SIM, batteria da 4.000 mAh,  sistema di ricarica rapida (per riportare il telefono al 54% basta circa mezz'ora, assicura il numero 1 di Huawei Richard Yu), protezione IP67 contro acqua e polvere, altoparlanti con Dolby Atmos e supporto Bluetooth a 990 kps per la riproduzione di tracce ad alta risoluzione.

Lato software spazio come sempre ad Android (versione 8.1), e all'immancabile interfaccia proprietaria EMUI (anch'essa in versione 8.1), qui corredata da un sistema di sblocco basato sul riconoscimento facciale e da alcune feature ormai note agli utenti della casa (come la funzione Proiezione per utilizzare il telefono in modalità desktop).

Prezzi e modelli

Huawei P20 Pro sarà nei negozi dal prossimo 6 aprile a un prezzo di 899 euro. Insieme al nuovo portacolori (anzi già da prima) si vedrà anche il nuovo Huawei P20 (649 euro) - versione standard del dispositivo che differisce da quella "Pro" per il numero di fotocamere posteriori (due, anziché tre) il display (da 5.8 pollici Led), il livello di protezione (IP57) e la batteria (3.400 mAh) - nonché il lussuosissimo Huawei Porsche Design Mate RS (1.695 euro) realizzato in collaborazione con Porsche Design.

Già in commercio da qualche giorno è invece il P20 Lite, versione alleggerita del dispositivo - anche nel prezzo (369 euro) - con display da 5.8 pollici, doppia fotocamera posteriore da 16 +2 megapixel (anteriore da 16), chipset Kirin 659, 4 GB di RAM e batteria da 3.000 mAh.

Per saperne di più

Roberto Catania
Il display Amoled da 6.1 pollici del nuovo Huawei P20 Pro è di tipo Full View (cornici ridotte).

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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