Gianni Togni: "Così è nato Il bar del mondo"
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Gianni Togni: "Così è nato Il bar del mondo"

La genesi del nuovo album raccontata in prima persona dal cantautore romano. Che per Panorama.it ha preso carta e penna...

Di Gianni Togni

Sono seduto al bar, uno fra tanti. Non ho molto da fare, mi sento quasi annoiato. Bevo il caffè distrattamente, consuetudine quotidiana, tra articoli di giornale e biro per appunti su fogli bianchi. Da mesi cerco l’idea, quella che fa scattare i meccanismi irrefrenabili della passione artistica, dell’entrata nel campo aperto di un progetto da costruire con pazienza e dedizione. Interrompo per un attimo la pigrizia del pensiero e osservo.

C’è un ragazzo che scrive al computer, tre tavoli avanti a me, poi di fianco due donne discutono su cosa aspettarsi dal futuro, ma senza timore. C’è un via vai veloce tutto intorno: rumori di bicchieri, ruggiti di motori, frullatori che mescolano brusii a risate improvvise. Altri avventori arrivano e si siedono, molti da soli con il cellulare che non squilla mai, ma lo guardano fiduciosi, quasi a specchiarcisi.

Nell’aria respiro una sorta di sospensione collettiva. Sembra di stare sul palcoscenico di un teatro che vive ovunque, in ogni città, paese, strada, piazza; uno spettacolo continuo, reale, dove gli attori, da inconsapevoli protagonisti, sembrano animare il testo di un folle drammaturgo multilingue, con regia a libera interpretazione. Arriva la musica del fisarmonicista, accompagnato da un violino dolente. Tracce di giovani cori allegri, dai vicoli adiacenti, s’insinuano tra le note della canzone famosa. Il venditore di rose cerca coppie felici, ne insegue i sorrisi e poi va oltre.

Che cosa manca ancora a questa messa in scena? Il mago, certo. Eccolo che arriva, nel suo abito nero e camicia bianca, pronto a infilarsi la spada nella gola, e poi a tirare fuori un mazzo di fiori dal foulard. Quando, alla fine, si toglie la parrucca di capelli neri, scrosciano applausi stranieri. Pubblico e interpreti di questa sgangherata, inaspettata e magnifica opera, sono la stessa cosa. Sto per rubare ciò che tutti hanno davanti agli occhi ogni giorno, ma forse non se ne accorgono. Mi alzo, pago, e lentamente cammino verso casa. E così nasce il mio nuovo album, Il bar del mondo.    

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Gianni Poglio